La Bandiera dell’Arma del Genio

di Alessandro Mella e Marcello G. Novello

In un tempo in cui i cambiamenti impietosi imposti dalla modernità hanno reso il soldato una figura sempre più specializzata è bene ricordare che c’è ancora chi, fin dalle più antiche origini, vanta una rara versatilità la quale, del resto, in guerra come in pace si rivela sempre una preziosa qualità.

Il geniere sa tirare con il moschetto ma sa anche minare una struttura, sa costruire un ponte, sa spegnere un incendio, sa portare acqua e risorse dove non si trovano, sa aprire nuove vie, sa demolire gli ostacoli ed insomma veramente fare un poco di tutto. Non è un caso il fatto che la sua figura abbia attraversato i secoli se non i millenni.

In Italia, nel dettaglio, la sua presenza così fortemente incisiva sul corso degli eventi non è mancata nell’era napoleonica, nelle guerre risorgimentali ed in quelle coloniali e mondiali. Fu proprio nel corso di questi momenti delicatissimi che il geniere diede il meglio di sé e tanto vivo ed ardente era ancora il ricordo delle prodezze compiute durante il Risorgimento che Vittorio Emanuele III, nel 1901, accolse con piacere la proposta di donare una bandiera all’arma ritenuta assai degna per “i grandi servizi resi alla Patria ed al Re, in pace ed in guerra, sui campi di battaglia ed a sollievo delle pubbliche sventure”.

Tale insegna fu concessa con Regio Decreto 23 dicembre 1900 poiché rappresentasse le glorie passate che un tempo erano state incarnate da altre bandiere.

Il museo dell’arma del Genio, infatti, ne conserva una, donata nel 1915 dalla Famiglia Cadorna, che a suo tempo le donne milanesi avevano offerto agli Zappatori del Genio nella campagna del 1848 e che i bravi soldati avevano tenuto alta nella battaglia del 4 agosto di quell’anno.

Altre due bandiere, affidate dal 1861 al 1864 ai due reggimenti Zappatori del Genio allora esistenti, la seguirono. Venne quindi, nel 1900, la già citata proposta accolta con entusiasmo dal Re soldato memore della gloria di cui si coprirono i valorosi genieri, alla guida dei suoi avi, negli anni vivacissimi in cui si faceva l’Italia.

La cerimonia di consegna si svolse in Roma il 14 aprile 1901 e Vittorio Emanuele III così si rivolse alle autorità ed a tutti i presenti:

Signori Ispettori Generali; Solennemente oggi ridòno l’antico Vessillo all’Arma di Artiglieria, e consegno la nuova bandiera all’Arma del Genio. Si spieghino ambedue le insegne fieramente al sole! Quella accompagnata dai ricordi gloriosi del mai smentito valore dei saldi Artiglieri d’Italia. Questa, degna dell’Arma a cui l’affido, illustratasi sempre non meno delle armi sorelle, per i grandi servizi resi alla Patria ed al Re, in pace ed in guerra, sui campi di battaglia ed a sollievo delle pubbliche sventure. Artiglieria e Genio, con nobile emulazione, col valore tradizionale del soldato italiano, sapranno per certo, in ogni evento, aggiungere nuovi allori alle loro insegne, a maggior gloria dell’esercito nostro e della Patria”.

Affidata all’Ispettore Generale dell’Arma del Genio essa fu subito decorata dal Re di una medaglia di bronzo al valore militare per i servizi resi nella campagna 1860/1861, di una medaglia d’oro di benemerenza per la generosa e coraggiosa opera presta in occasione del sisma di Messina e Reggio Calabria del 1908 e, successivamente, d’una medaglia d’argento al valore militare per la guerra italo turca del 1911/1912 ed una d’oro per la successiva grande guerra europea del 1915/1918. Altre ne vennero nelle ulteriori guerre che insanguinarono il ventesimo secolo.

Fu proprio durante la prima guerra mondiale che il vessillo lasciò la capitale per trasferirsi in zona d’operazione e farvi ritorno solo nel 1920. Il suo arrivo fu accolto, il 4 settembre 1918, da questo ordine del giorno firmato dal generale Marieni:

Alle 9,15 la Bandiera dell’Arma del Genio giunse alla sede di questo Comando Generale in zona di guerra accolta dalle rappresentanze dell’Arma convenute dalle Armate e dai principali Enti dell’Esercito mobilitato. Le rende gli onori con le armi una compagnia del Genio formata su quattro plotoni: zappatori, minatori, pontieri e telegrafisti.

Partitasi da Roma immortale, salutata qui degnamente da un manipolo delle varie specialità dell’Arma che, per oltre tre anni di guerra, maggiori glorie Le aggiunsero con l’eroica opera e con l’offerta del purpureo fiore di loro giovinezza, accolta da un’eletta schiera di Ufficiali del Genio di tutte le Armate, a tutti apparve premio ambito, imperituro segnacolo di gloria e di civiltà.

Essa è con noi e con noi rimanga da oggi alla Vittoria certa, quale insegna tutelare del lavoro e della purissima fede onde alimentasi l’Arma tutta. Infaticata, ammonitrice moltiplichi, pur attraverso arduo cimento, le forze di tutti intese all’opera attiva, devota ed eroica in pro della Patria e del Re”.

Al termine del conflitto e negli anni successivi l’insegna subì l’usura e del tempo e delle traversie affrontate, riducendosi sempre più per dimensioni fino a farsi un frammento minuto di pochi centimetri i quali andavano via via disfacendosi. Fu per questo che il Ministero della Guerra ne concesse la rinnovazione, con relativa cerimonia, nella primavera del 1935. Altre guerre, purtroppo, vennero e l’Arma del Genio si mostrò nuovamente coraggiosa e fiera di fronte alle gravi prove che dovette affrontare! Prova di queste qualità è visibile proprio vedendo sfilare la sua bandiera gloriosa che, come ci indica bene il sito internet dell’Esercito Italiano, è caricata del seguente medagliere:

Ordine Militare d'Italia - Decreto 27 gennaio 1937

Durante la preparazione della Campagna e nel corso delle operazioni, con perizia pari alla tenacia ed al valore, in ogni campo della sua attività, dalle retrovie sino a confondersi con i fanti sulle primissime linee dava largo contributo alla vittoria e apriva nuove vie alla millenaria civiltà di Roma (guerra italo-etiopica, 3 ottobre 1935 - 5 maggio 1936).

Medaglia d'Oro al Valor Militare - Decreto 5 giugno 1920

Tenace, infaticabile, e modesta, scavando la dura trincea, o gittando per ogni ponte una superba sfida al nemico, riannodando sotto l'uragano del ferro e del fuoco i tenui fili onde passa l'intelligenza regolatrice della battaglia, lanciandosi all'assalto in epica gara coi Fanti, prodigò sacrifici ed eroismi per la grandezza della Patria (Campagna di Guerra 1915 - 1918)

Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito - Decreto 18 maggio 1977

Fedele alle tradizioni di silente operosità e nel segno di una generosa solidarietà, al verificarsi del sisma tellurico che devastava la Regione del Friuli, rispondeva al disperato appello delle sue popolazioni intervenendo tempestivamente sin dal primo momento e senza interruzione, con la quasi totalità degli uomini e dei mezzi disponibili nell'area epicentrica. Scavando e sgombrando macerie, riusciva a salvare numerose vite umane; realizzando immediati e complessi collegamenti rendeva possibili e più agevoli l'organizzazione dei soccorsi ed il contatto costante con le popolazioni colpite; montando rapidamente ponti metallici, ripristinava la viabilità su rotabili di vitale importanza; rimuovendo frane ingenti, permetteva il transito per località isolate; con la sistematica demolizione degli edifici irreparabilmente danneggiati, il puntellamento di quelli lesionati e l'organizzazione di tendopoli, creava possibili condizioni di vita ai sopravvissuti. Avuto successivamente l'incarico di provvedere per il provvisorio ricovero dei senzatetto, si sottoponeva a durissimi periodi di lavoro in zone isolate, impervie e fortemente innevate riuscendo a portare a termine il programma alla scadenza prefissata.
Meritava così l'ammirata riconoscenza di tutti i Friulani, ai quali infondeva forza e fiducia per la ricostruzione della loro terra straziata. (Terremoto del Friuli - 1976).

Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito - Decreto 28 novembre 1996

Per l'elevato impegno profuso e per la perizia dimostrata dal personale dell'Arma del Genio, nella difficile opera di bonifica del territorio da ordigni esplosivi, svolta a favore delle popolazioni nel corso delle missioni internazionali a cui l'Esercito ha partecipato, così come più volte dimostrato in territorio nazionale nel secondo dopoguerra.

Medaglia d'Argento al Valor Militare - Decreto 19 gennaio 1913

Per i distinti servizi resi dall'Arma nella campagna di guerra in Libia.
1911 - 1912

Medaglia di Bronzo al Valor Militare - Decreto 31 dicembre 1947

Durante l'intera campagna italo - greca, in territorio impervio e tra ogni più dura avversità di elementi, ancora una volta tenace, infaticabile, eroica per spirito di sacrificio e di abnegazione e per appassionata dedizione, assolveva in pieno tutti i compiti, combatteva tra i fanti. A nessuna seconda per audacia, per indomito valore, per fervore di energie, di opere, di sacrifici: esempio e promessa di gloria sempre maggiori (fronte greco - albanese, 28 0ttobre 1940).

Medaglia d'Oro al Valore Civile - Decreto 25 settembre 1996

In occasione di gravi eventi alluvionali, interveniva prontamente con uomini e mezzi nelle aree sinistrate e con encomiabile slancio di solidarietà e spirito di sacrificio approntava una preziosa opera di soccorso delle popolazioni civili, prodigandosi incessantemente sin dalle prime ore per il salvataggio di molte vite umane. Con ininterrotta e immane fatica, in condizioni meteorologiche particolarmente avverse e in situazioni di estrema difficoltà, allestiva tendopoli per i senzatetto e consentiva il ripristino della viabilità, e delle comunicazioni. Dando prova, ancora una volta, di altissima professionalità, di eccezionale abnegazione e di elevate capacità tecniche, contribuiva al graduale ritorno alla normalità, riuscendo così a dare confronto e fiducia ai cittadini, duramente colpiti negli affetti e nei beni. (Val Padana, novembre 1994).

Medaglia d'Oro al Merito Civile - Decreto 10 marzo 2004

Nel solco di una consolidata tradizione di interventi a favore della collettività, l'Arma del Genio è da oltre cinquant'anni costantemente impegnata con spirito di sacrificio e abnegazione in soccorso delle popolazioni in difficoltà. I quotidiani interventi portati a termine, con coraggio e sprezzo del pericolo per la bonifica del territorio da ordigni esplosivi e da residuati bellici, nonché la meritoria opera svolta a sostegno della società nel corso di calamità naturali o a prevenzione delle stesse hanno contribuito a fornire al Paese elevato senso di sicurezza e di conforto. In particolare in tali attività, spesso caratterizzate dalla estrema complessità dell'intervento e dalla concreta situazione di rischio della vita, il personale dell'Arma del Genio si è sempre fatto apprezzare per l'indiscussa professionalità, l'elevato altruismo, il notevole senso del dovere e la instancabile abnegazione profusa. Con la Sua meritoria opera diretta ad impedire o diminuire il danno di un grave disastro pubblico o privato, ha accresciuto e rinnovato il patrimonio delle virtù civiche proprie dell'Esercito Italiano, ispirando sentimenti di profondo rispetto e riconoscenza di tutta la Nazione. (Aprile 1945 - Dicembre 2003 / Territorio nazionale)

Medaglia d'Oro di Benemerenza - Decreto 5 giugno 1910

Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908.

Un piccolo elenco che rivela, una volta di più, quanta storia e quanti valori, ideali, emozioni ed anche speranze siano racchiuse in quella bandiera. E quanti sogni! Quelli che, certamente, la tenacia infaticabile dei nostri genieri realizzerà nell’avvenire!

Alessandro Mella e Marcello G. Novello

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Articolo pubblicato il 03/10/2018