Centocinquanta opere in mostra dal 27 settembre al 5 febbraio 2019
La cultura ad Asti riparte con la grande mostra:”CHAGALL COLORE E MAGIA” in programma al Palazzo Mazzetti dal 27 settembre la 3 febbraio 2019. Centocinquanta opere, quasi tutte di collezioni private (alcune mai esposte in Italia) provenienti da un esposizione che ha riscontrato un grande successo a Seul (capitale della Corea del Sud), ora viene presentata sotto la curatela di Dolores Duràn Ucar, realizzata dalla Fondazione Asti Musei, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Regione Piemonte e Comune di Asti in collaborazione con il Gruppo Arthemisia e con il patrocinio della Provincia di Asti.
Mario Sacco Presidente della Fondazione Asti Musei nuova realtà culturale astigiana nata da poco nella conferenza stampa di presentazione afferma:” La mostra si inserisce in un percorso, con lo scopo di migliorare e potenziare l’offerta culturale e museale della città, questo progetto espositivo, fortemente voluto e sostenuto dalle istituzioni locali ha come obbiettivo primario quello di conservare, tutelare e valorizzare i beni presenti sul territorio della città che sono di immenso valore storico-artistico, da esportare e far conoscere. Chagall e l’iniziativa giusta per partire per questa nuova sfida”.
Il percorso dell’esposizione segue un ordine cronologico ripercorrendo quasi tutte le fasi della produzione del pittore che vanno dal 1925 fino la morte le opere presenti offrono al visitatore tutta la produzione artistica della tradizione russa, legata alla sua infanzia, dalla quale nonostante abbia viaggiato molto e cambiato luoghi, ma pur sempre rimanendo legato alle sue origini, al senso del sacro esprimendo nelle tele la profonda religiosità che si riflettono nelle creazioni ispirate alla Bibbia. Il progetto espositivo astigiano “Marc Chagall , colore e magia “ si compone in sette sezioni.
Nella prima proprio come riporta il titolo”Colore e Magia”, l’artista esprime la fantasia la gioia di vivere, attraverso la sua infanzia che ebbe sempre un ruolo determinante nella sua arte ne testimonia anche la sua autobiografia “la mia vita”( Chagall oltre che pittore era anche scrittore) scritta interamente in russo e pubblicata a Parigi nel 1931 su traduzione della moglie Bella Chagall. Le pagine anche illustrate dall’artista riporta molti ricordi infantili: aneddoti familiari, i giorni di scuola, le visite settimanali alla sinagoga dove cantava e sognava di diventare violinista.
L’infanzia come si vede in mostra verrà evocata in diverse tele, tra cui “Villaggio Russo” (Fig 1) esposto nella mostra di Asti, e raffigura una scena di Vitebsk( paese della Bielorussia ove nacque nel 1887), in primo piano del dipinto è riportato due tipiche costruzioni in legno: una dipinta di rosso l’altra di azzurro, separate da una strada in salita interamente coperta di neve, come i tetti. Sullo sfondo si ergono le torri di una chiesa, identificata come la cattedrale dell’Assunzione, e come tutte le opere di Chagall la fantasia non ha limiti, quindi tutto e possibile e magico: una slitta trainata da un vitello sorvola le case, il cielo plumbeo contribuisce all’atmosfera rendendo l’opera misteriosa e fantasiosa.
La seconda sezione dal titolo “fiabe e credenze” e presentata la pubblicazione le favole di La Fontaine che le venne commissionata da Vollard nel 1927 a Chagall dopo aver preso atto del noto successo riscontrato con l’illustrare il testo “Le anime morte di Nikolaj Gogol. Nell’illustrare le favole, Chagall si rifà alla tradizione russa, alle icone e ai lubki, le colorate stampe popolari accompagnate da una semplice didascalia, tradizionalmente usate per istruire e informare il popolino e gli analfabeti.
La terza sezione si rifà di nuovo alla pittura con l’esplosione del colore. Dopo un periodo di profonda apatia in seguito alla morte dell’amata moglie Bella. Nel 1948 Chagall ritorna in Francia, dagli Stati Uniti (dopo essere fuggito dalle persecuzioni razziali del nazismo verso gli Ebrei) con una nuova compagna Virginia McNeil, sedotto dai colori del sud della Francia che inondano i paesaggi della Provenza e Costa Azzurra acquista la villa La Colline a Saint Paul de Vence (vi rimarrà fino alla morte avvenuta nel 1985), restituendogli all’artista quell’armonia e vitalità dove egli vi ritroverà il nuovo paradiso.
I mazzi di fiori sempre accompagnati da una coppia di innamorati (Mazzo di fiori su sfondo rosso, Grande bouquet rosso , sono proprio esplosioni di gioia e colori. In quel contesto, Chagall torna nuovamente ai temi biblici, attingendo dalla sua profonda spiritualità ebraica e ricordando l’Esodo. I clown e acrobati si riaffacciano sulle tele, che rimandano ai giorni del circo a Vitebsk, quando tra musica e giocolieri l’enfant Chagall sognava una vita da artista bohémien. “Per me il circo è uno spettacolo magico che passa e scompare come un mondo” era quanto andava citando l’artista nei suoi scritti. Le opere in questa sezione riproducono un universo onirico in cui è difficile discernere il confine tra la realtà e il sogno, lo stesso mondo che Marc Chagall raffigura nei suoi libri e incisioni.
Nella quarta sezione “Amore e fiori, evocano il paradiso”. Le tele fanno rivivere l’esperienza emotiva dell’essere innamorati, quando tutto ci sembra di fluttuare nell’aria. Nei quadri di Chagall si scorgono innamorati che si baciano dolcemente all’ombra di un mazzo di fiori rigogliosi e variopinti in una calda giornata di sole. Nel percorso troviamo la tela “Les amoureux à l’àne bleu”(Gli innamorati con l’asino blu), una coppia di amanti si accarezza al chiaro di luna: lui vestito, lei con i seni nudi, abbandonata tra le braccia dell’amato ed entrambi protetti dall’asino blu.
Nel dipinto “Le Coq violet (il gallo viola) – che è il capolavoro scelto per il richiamo del pubblico attraverso i totem i depliant, le cartoline della mostra di Palazzo Mazzetti ad Asti – compare nuovamente il circo con i saltimbanchi, nella scena in cui la sposa galoppa attorno alla pista su un agile destriero verde mentre l’arlecchino le offre dei fiori, sotto lo sguardo attento di un gallo viola che nella tradizione russa simboleggiava la forza del sole e del fuoco.
E ovviamente il matrimonio come frutto dell’amore, unione spirituale di due anime un tema fondamentale nel lavoro di Chagall.
Quinta sezione vi sono opere che vedono coinvolti l’editore e il pittore con il libro più importante del mondo la Bibbia. Chagall ha sempre avuto un rapporto intimo con la Bibbia dove vengono emanati i sentimenti dell’amore e della fratellanza.
La sesta sezione presenta raccolte di acqueforti e puntesecche eseguiti nel 1926 evocando i “sette peccati capitali”. Per illustrare i vizi degli uomini, l’autore non va molto distante, con uno sguardo ironico ma affettuoso ritrae la vita degli uomini nel villaggio natio di Vitebsk e con un autoironico senso dell’umorismo Chagall si ritrae dinanzi al cavalletto nelle vesti dell’invidia(o Desiderio) con le teste degli altri sei peccati che sormontano la sua. Infine nell’ultima sezione le illustrazioni per il testo delle favole de La Fontaine (autore vissuto nel Seicento) considerate per questo genere, un capolavoro della letteratura francese. Una grande mostra per scoprire tante qualità che l’umanità odierna ha smarrito.
Info e prenotazioni:www.astichagall.it Tel. 0141.530403
Orario apertura: Martedì- domenica dalle ore 10.00- 19.00. Lunedì chiuso.
Inoltre la mostra è accompagnata da laboratori didattici per scolaresche e da Laboratori didattici extrascolastici
Didascalie foto:
Foto 1 Marc Chagall “Russian village, 1929 . private Collection, Swiss c Chagall, by DIAE 2018
Foto 2 Marc Chagall “ Bouquet de fleurs sur fond rouge” 1970 Private Collection Swiss c Chagall, by SIAE 2018
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Articolo pubblicato il 30/09/2018