Il dipinto viene presentato perla prima volta con l’attribuzione a Francesco Morandini detto il Poppi
Il prossimo anno avverranno Cinquecento anni dalla scomparsa del grande genio universale: Leonardo da Vinci, le celebrazioni che si preannunciano saranno di grande rilievo per onorare il grande maestro, una di queste mostre è quella realizzata nel castello di Poppi “NEL SEGNO DI LEONARDO”. Fino al 7 ottobre, dove viene esposta per la prima volta una discussa tavola dei Doria (86x110 centimetri) proveniente dagli Uffizi di Firenze, attribuita a Francesco Morandini detto il Poppi (in quanto nativo della cittadina in provincia di Arezzo), tesi avanzata dal Professore Louis A Waldman del Dipartimento di Arte e Storia dell’Università di Austin (Texas),noto esperto di arte toscana e accademico d’onore della fiorentina Accademia delle Arti del Disegno.
L’evento è promosso e organizzato dal Comune di Poppi in collaborazione con la Galleria degli Uffizi di Firenze e curata da Alberta Piroci Branciaroli. Il castello dei Conti Guidi Poppi (Foto1) che domina la valle del Casentino a poco più di una cinquantina di chilometri nel mese di giugno del 1289, si svolse la notissima battaglia tra guelfi e ghibellini, ora è teatro di questa importante esposizione del capolavoro: la tavola Doria, un dipinto a olio su tavola, di forte impatto e suggestione, dove è raffigurato la lotta per lo stendardo, ed è riportata la scena centrale della Battaglia di Anghiari.
Il leggendario affresco di Leonardo (andato perduto ) nella parete destra del salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze - che secondo il programma originale della decorazione - avrebbe dovuto illustrare il sanguinoso scontro che il 29 giugno del 1440 ad Anghiari mise di fronte l’esercito dei Visconti, duchi di Milano ed una coalizione composta da truppe fiorentine pontificie e veneziane.
Al centro della scena, partendo da destra sono raffigurati i due combattenti della coalizione, Pietro Giampaolo Orsini e Ludovico Scarampo Mezzarota mentre lottano per strappare lo stendardo visconteo ai nemici. Sul lato opposto Francesco e Niccolò Piccinino tenta a colpi di spada di difendere il possesso dell’ambito vessillo. Lo scontro è violento, furioso, amplificato acusticamente dai cavalli che cozzano i musi l’un contro l’altro, tanto che il Vasari parla di un “groppo di cavalli!”, cioè uno sviluppo di animali e cavalieri. La lotta si fa serrata anche fra i cavalieri a terra, come documenta a destra l’uomo raffigurato sotto le zampe del cavallo, detto “bozzolo”.
Si tratta della più importante per quanto martoriata testimonianza pittorica di quella che il Cellini definì la “scuola del mondo”, il celebre dipinto murale affidato a Leonardo nel maggio 1504 per il cui cartone preparatorio egli ricevette un compenso ragguardevole del tempo di 35 fiorini e altri 15 al mese per terminare in fretta l’opera.
Francesco Morandini nacque appunto a Poppi nel 1544 e fu uno degli artisti molto attivi nella decorazione effettuata nel celebre studiolo di Francesco I avvenuto nel Palazzo Vecchio di Firenze, inoltre fu altresì autore di altre importanti opere come a Prato il “Tobiolo e San Raffaele Arcangelo” eseguito nel 1572 e conservato nel Museo Civico di Palazzo Pretorio, qui riportato, Roma Firenze e nel suo paese natale Poppi, che fra il 1575 e il 1576 e dopo il 1584 ricevette importanti commesse per la chiesa dell’Annunziata (Annunciazione) delle Monache Camaldolesi ( il convento accoglieva due sorelle del pittore, Dianora e Margherita) , la Badia di San Fedele e in altri centri del Casentino. Il maestro morì nel 1597.
La mostra è accompagnata da un elegante catalogo bilingue (italiano-inglese) finemente rilegato con copertina cartonata curato da Alberta Piroci Branciaroli, con saggi di illustri studiosi . Edizioni Polistampa (pp.183 ill.ni a colori € 32.00.
La mostra è visitabile tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 19,30 . Tel. 0575.520516
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Articolo pubblicato il 28/09/2018