Conferenza sulla Guerra di Crimea 1853-1856: dal conflitto all’amicizia

Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino – Auditorium Vivaldi – piazza Carlo Alberto, 3. Lunedì 1 ottobre 2018 – Programma

 

La Guerra di Crimea (o Guerra d’Oriente 4 ottobre1853 – 1° febbraio1856), com’è noto, fu un conflitto di estensione mondiale (dal Mar Baltico, al Mar Bianco, ai principati danubiani (Moldavia e Valacchia), al Caucaso, al Mar Nero, alla Turchia e nel nord dell’Oceano Pacifico) che coinvolse due schieramenti contrapposti (Regno Unito, Francia, Impero Ottomano, Regno di Sardegna contro l’Impero Russo) dove la posta in gioco era essenzialmente la conservazione dello “status quo” europeo-asiatico-medio orientale.

 

 

Infatti la tentazione espansionistica della Russia imperiale (durante il regno dello zar Nicola I) di approfittare del disfacimento dell’Impero Ottomano e di estendere la sua influenza sui territori danubiani, nel Caucaso e nel Mediterraneo (e nei mari caldi) cozzava con gli interessi dell’Inghilterra e della Francia che, per opposti motivi politico-economici, erano fermamente intenzionati a impedire questo progetto che avrebbe destabilizzato gli equilibri in atto.

L’Impero Austro-Ungarico, per evidenti motivi di incertezza e prudenza politica, inizialmente si mantenne in una tentennante neutralità, mentre la lungimiranza politico-diplomatica del Cavour – Presidente del Consiglio del Governo del Regno di Sardegna – riuscì ad imporre la partecipazione del piccolo stato al conflitto in atto, schierandosi con gli Alleati (Inghilterra, Francia, Impero Ottomano) al fine di entrare nel gioco politico europeo, rompendo l’isolamento diplomatico in cui sembrava essere destinato.

Il progetto politico del Cavour in questo periodo, per verità storica, mirava a inglobare esclusivamente il Nord Italia.

Quanto sopra esposto in modo riassuntivo è necessario per capire la motivazione della partecipazione del Regno di Sardegna e del momento storico in cui l’Esercito Sardo-Piemontese fu indirizzato in Crimea nell’assedio di Sebastopoli.

L’occasione fu offerta dall’Inghilterra il cui esercito, mal guidato e ancora condizionato da un comando verticistico che non permetteva iniziative dei comandi periferici, aveva subito, per fatti bellici e per il colera, perdite terribili.

Tenuto conto che l’opinione pubblica inglese era informata dalla stampa di questo stato di cose e che pertanto influenzava il Governo, la proposta di coinvolgere il Regno di Sardegna e di contare su un nuovo Corpo d’Armata era un’opportunità da prendere in considerazione (in totale 21.501, di cui 18.058 arrivati in Crimea sin dall’aprile-maggio1855. I rimanenti 3.443 giunsero come sostituzioni e rincalzi tra la metà di novembre e dicembre 1855.

Il Corpo di Spedizione era composto dalla 1a Divisione al comando del generale Giovanni Durando, dalla 2a Divisione al comando del generale Alessandro La Marmora, dalla Divisione di Riserva al comando del generale Giorgio Ansaldi. Seguiva 1 Brigata di Artiglieria da Piazza, 1 Battaglione Zappatori del Genio, 1 Ufficio d’Intendenza, Servizio di Sussistenza, Servizio Sanitario, Servizio Postale, ecc.

I Bersaglieri, raggruppati in 5 battaglioni, rappresentavano il 12,8% del totale (circa 2.700) , tuttavia il loro impiego nei servizi di avanscoperta fece sì che assumessero un ruolo ed una immagine superiore alla loro forza numerica. Meriti riconosciuti da lord Raglan, comandante in capo dell’esercito inglese.

E così iniziò la spedizione e l’avventura nella lontana Crimea del Corpo di spedizione Sardo-Piemontese al comando del gen. Alfonso La Marmora.

Le difficoltà della guerra, le terribili condizioni ambientali, il colera e le malattie correlate alle difficili condizioni igienico-sanitarie, logistiche, le ferite mortali dei combattimenti, sono ampiamente documentate dalle Relazioni ufficiali militari dei diversi eserciti in campo ed offrono un affresco di una realtà terribile e nello stesso tempo cruenta (esempio il “Rapporto a S. M. sul Personale del Corpo di Spedizione d’Oriente redatto dal gen. Alfonso Ferrero La Marmora al Re Vittorio Emanuele II e il “Giornale della Campagna di Crimea” redatto dal Comando del Genio Militare).

Il “Congresso di pace” di Parigi (25 febbraio- 16 aprile 1856) pose fine al conflitto e riportò l’equilibrio politico nell’Europa del tempo, salvaguardando l’integrità dell’Impero Ottomano e ponendo le premesse per la creazione della Romania.

Le conseguenze di questo conflitto portarono a percentuali elevate di decessi e alla necessità di attrezzare cimiteri di guerra nelle immediate zone degli accampamenti – aree di competenza operativa degli eserciti coinvolti nel conflitto.

La tabella riassuntiva delle forze in campo e delle relative perdite offre un dato significativo sull’entità dei decessi per malattia e per le ferite mortali.

 

 

I morti dell’Armata Sardo-Piemontese furono 2.194 (di cui 28 per ferite e 2.166 per malattia e furono inumati nella zona di competenza dell’armata, come pure il gen. Alessandro La Marmora a Kadikoi, poi traslato al Sacrario di Kamari nel 1981, il fondatore del Corpo dei Bersaglieri e comandante della 2a Divisione, deceduto il 7 giugno 1855 all’età di 56 anni.

Le sue spoglie, rimaste a lungo in Crimea, riposano dal 1911 nella cripta di famiglia della basilica di San Sebastiano a Biella.

Quanto sopra esposto fa da sfondo e sarà argomento delle diverse relazioni della Conferenza il cui programma è riassunto nella locandina allegata e che avrà luogo il 1° ottobre 2018 alle ore 11,00 presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria – Piazza Carlo Alberto, 3 a Torino.

 

 

Gli argomenti che saranno trattati riassumono gli aspetti che hanno determinato il conflitto, le relazioni internazionali tra gli stati in causa, le innovazioni tecnico-scientifiche e sanitarie che il conflitto stesso stimolò e le inevitabili ricadute positive di queste nelle rispettive società civili.

Saranno inoltre esaminati alcuni tratti essenziali di un’odierna strategia di ri-posizionamento della Crimea.

Sarà infine posta attenzione al progetto di tutela e valorizzazione dei territori ove sorgeva il "cimitero degli italiani", nei pressi di Balaclava in Crimea. 

L’iniziativa costituisce una preziosa occasione per favorire il dialogo interculturale e rafforzare i rapporti bilaterali.

Pertanto l’invito è rivolto a tutti i cittadini torinesi, piemontesi e non, interessati a queste tematiche storiche.

Un invito particolare è rivolto a tutti Bersaglieri e agli iscritti di Assoarma, nonché ai simpatizzanti, che potranno rievocare i momenti storici in cui le diverse “armi” dell’esercito Sardo-Piemontese diedero un contributo importante e che in seguito costituì una solida base di riferimento per il Risorgimento Italiano.

L’ingresso è libero e si prevede la partecipazione della Fanfara dei Bersaglieri “A. La Marmora” e dell’omonimo Gruppo Storico.

Seguirà la degustazione del “Pane del Re di Pane Madre - Buttigliera Alta in abbinamento ai vini della Strada Reale dei Vini Torinesi, presentata da “Il Filo della Memoria”.

 

Cartina geografica della guerra di Crimea: da Google–Archivio storico; Auditorium Vivaldi di Torino: da Google-Compagnia di San Paolo; Tabella comparativa dei deceduti: da Crimea 1854–56: una storia dimenticata – Associazione Europiemonte. L’immagine di copertina da: Google-Laputa

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Articolo pubblicato il 26/09/2018