La banda ultralarga: connessioni veloci in un mondo veloce

La nuova frontiera dello scambio dati

Se nel XXI secolo i dati sono la nuova materia prima ed essi, anziché essere trasportati per mezzo di navi o condotti, viaggiano nella Rete, viene da sé che servono “strade digitali” agevoli e rapide. Per questo le pmi non possono che guardare con interesse all’ambizioso piano di investimenti di Infratel che attraverso la società Open Fiber sta posando, o è in procinto di farlo, l’infrastruttura della banda ultralarga in mille Comuni italiani, tra pianura, montagna e collina.

 

Questo progetto potrebbe essere ancora più ambizioso, se incontrasse la sensibilità verso il digital divide delle diverse amministrazioni e realtà produttive dei territori in questione. Perché la banda ultralarga può avere un impatto simile alla luce elettrica per le zone a “mercato fallimentare”, ovvero dove i grandi e famosi operatori non si spingono, dacché non rientrerebbero dell’investimento. Stiamo parlando per lo più di zone montagnose, dove si vedono spesso nascere dei tentativi imprenditoriali legati alla tradizione tipica delle zone, all’enogastronomia, all’allevamento e all’agricoltura, che necessitano di strade lunghe e veloci per poter esistere di pari passo con gli altri concorrenti su Internet.

 

Certamente non si culla il sogno (proibito, perché impossibile) di prodotti de.c.o. acquistati in massa da consumatori cinesi, ma della possibilità di sfruttare al massimo la visibilità che la Rete sta offrendo, facendo sì che la domanda cinese, per riprendere l’esempio, si muova per venire laddove il prodotto tipico è realizzato.

 

Sempre restando nell’ambito dei privati non si possono tacere i vantaggi di una connessione veloce che riavvicinerebbe la periferia, come le borgate di montagna, al centro, andando così a incidere su aspetti come la vivibilità, la sicurezza e l’appetibilità di quelle aree. Oppure, di riflesso riferendosi al Pubblico, la possibilità per i Comuni di sviluppare una serie di servizi digitali per evitare al cittadino code e spese aggiuntive per le amministrazioni.

Come spiega il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone: “Siamo convinti da sempre della necessità degli investimenti. Ci crediamo moltissimo, per superare il “digital divide” e per dare una buona connessione a oltre 7.000 Comuni italiani che oggi rischiano di rimanere indietro nelle politiche di sviluppo. Perchè, è chiaro, all'infrastruttura dovranno seguire nuovi servizi per cittadini, imprese, pubblica amministrazione. La nuova rete ci porta nel futuro. Dobbiamo fare in fretta e bene. Entro il 2020, l'UE ci impone determinati standard di velocità e capillarità della rete”.

 

L.V.C.


(Immagine in copertina tratta da fastweb.it)

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Articolo pubblicato il 24/09/2018