Torino perde le Olimpiadi

La deleteria ambiguità di Chiara Appendino

Io ritengo che una cosa così importante come la candidatura olimpica deve prevedere uno spirito di condivisione che non ho rintracciato tra le tre città. Per questo il Governo non ritiene che una candidatura, così come formulata, possa avere ulteriore corso. Questo tipo di proposta non ha sostegno del Governo, è morta".

Così si è espresso ieri il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, durante una comunicazione alla Commissione Istruzione del Senato. Siamo così giunti, dopo innumerevoli rumors e contraddizioni, all’annuncio del no governativo alle Olimpiadi invernali del 2026.

Il Governo si tira dunque fuori dal finanziamento dei Giochi Olimpici, ma Milano e Cortina, con il sostegno delle rispettive Regioni, pare accettino la sfida.

Ovviamente la parola definitiva, sempre che questa volontà venga confermata, spetterà al CIO. Pare però difficile che il Comitato Olimpico Internazionale accetti candidature che non siano supportate dal proprio Paese.

Si tratta insomma di un progetto nato male, quello ipotetico di Torino quale capitale olimpica.

In un periodo di declino per la città, la scelta olimpica - tenuto conto delle infrastrutture già esistenti e nonostante gli errori del passato - avrebbe potuto rappresentare la scelta naturale e conseguente alla nostra vocazione sportiva e alpina. Tuttavia, come del resto attestano le cronache, invece di addivenire a un’unione d’intenti con la Regione e con gli altri enti pubblici e privati che avrebbero sostenuto le ragioni a cinque cerchi, la Sindaca cinque stelle ha giocato a rimpiattino.

Dapprima ha preso tempo, poi si è prodotta con dichiarazioni riduttive giocando su due tavoli. Disponibile, a parole, quando ne discuteva con gli altri soggetti; intransigente quando condivideva la preventiva ostilità del suo gruppo consigliare, sino a restarne travolta. Così hanno preso fiato le altre due candidature.

Milano è fisicamente lontana dai centri di sport invernali e a Cortina mancano le infrastrutture necessarie. Ma Lombardia e Veneto hanno accettano la sfida. Invece, anche dopo il voto sofferto del Consiglio Comunale di Torino e le clausole inverosimili imposte dai Consiglieri del M5S per la realizzazione dei Giochi, il peso di Torino si presentava già zoppicante.

Ieri la notizia ha suscitato sdegno in numerosi ambienti economici e politici della città e della Regione.

Oltre all’amarezza del Sottosegretario Giorgetti, i primi che si sono sentiti traditi dall’Appendino sono stati i Sindaci dei Comuni olimpici della Val Susa, cioè i diretti interessati.

Chiara Appendino, appresa la notizia, dichiara serafica come “oggi prendiamo atto che non ci sono le condizioni per presentare questa candidatura multipla e che il Governo non è disponibile ad assumersi gli oneri finanziari di altre candidature, che siano a una o due città”.

Di tutt’altro avviso è il Presidente della Giunta Regionale Sergio Chiamparino: “la notizia non mi sorprende, perché dal momento che Milano e la Lombardia non hanno accettato la clausola, per il Governo imprescindibile, che non vi fossero città capofila, il Sottosegretario Giorgetti non ha potuto fare altro che prendere atto del fallimento della candidatura a tre”.

A me non risulta che il CIO possa accettare candidature che non abbiano l’esplicito sostegno del Governo”, prosegue Chiamparino. “In ogni caso, se dovesse andare avanti una candidatura Veneto-Lombardia con il sostegno del Governo sarebbe l’evidente dimostrazione che eravamo di fronte a una manovra per tagliare fuori il Piemonte, manovra che la componente pentastellata non ha saputo in alcun modo fermare, neanche per difendere gli interessi di una città la cui Sindaca è un’esponente di primo piano del Movimento”.

Si rischia così di escludere l’unica città”, conclude infine il Presidente della Giunta, “che poteva presentare impianti ancora adeguati e condizioni per realizzare davvero un’Olimpiade sostenibile e di alto livello”.

Del medesimo tenore la nota diffusa dai deputati di Forza Italia: "Appendino vuole boicottare le Olimpiadi perché non riesce a tenere unita la propria Maggioranza? Allora il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino raccolga la disponibilità espressa da parte dei Governatori Fontana e Zaia di farsi carico come Regioni dell'organizzazione delle Olimpiadi 2026, superando la questione delle singole amministrazioni coinvolte".

Concludono i deputati piemontesi di Forza Italia: "l'Appendino assuma la responsabilità delle sue scelte e non cerchi di scaricare su terzi il naufragio della candidatura unitaria di Torino, Milano e Cortina. Sin dall'inizio non ha creduto al progetto, ricattata dalla propria Maggioranza e dal fronte trasversale del No che permea una parte consistente del M5S torinese e nazionale. Ancora una volta il capoluogo di Regione e il Piemonte escono con le ossa rotte dall’attenzione grillina per il nostro territorio, azzerando le prospettive di sviluppo rispetto ad altre aree del Nord Italia che non si arrendono alla filosofia della decrescita felice".

In serata arriva poi la risposta di Chiamparino, secondo il quale "per quel che mi riguarda, sono disposto a venire a Roma al più presto per concretizzare la candidatura del tridente". "Condivido pienamente - afferma Chiamparino - le preoccupazioni del collega Luca Zaia sui rischi che la situazione che si è determinata pregiudichi una candidatura dell'Italia alle Olimpiadi invernali 2026. Per quel che mi riguarda, fatta salva la pari dignità delle tre città candidate, la posizione del nome nel logo non ha mai rappresentato e non rappresenta un problema".

Sono ancora seguite farneticanti dichiarazioni da parte del M5S, che accusa apertamente la Lega di connubi con il PD.

Chi, in queste ore, cerca di approfittare dell'accordo nazionale tra Lega e Pd sulle Olimpiadi per cercare di accusare la Sindaca di quanto è accaduto sbaglia e sta tentando un’operazione politica di basso livello che non guarda al bene e al futuro della città”. Con queste parole i Consiglieri grillini difendono la loro prima cittadina da quello che definiscono un “gioco al massacro”. Per la Capogruppo Valentina Sganga “le colpe di quanto accaduto vanno trovate a Roma e Milano, nelle sedi del Partito Democratico e della Lega”.

Oggi a Losanna si terrà la riunione del CIO, per definire la scelta olimpica. Si arriverà all’esclusione dell’Italia o la cordata lombardo-veneta avrà ancora qualche chanche?

In ogni caso, il sogno olimpico per Torino é infranto.

Tra le dichiarazioni rilasciate, vorremmo ancora evidenziare quella del Capogruppo della Lista Civica omonima al Comune  di Torino, Alberto Morano. Asserisce infatti Morano come ”il Sindaco Appendino, conformemente a quanto deliberato a Luglio dalla Maggioranza Cinque Stelle, avrebbe ribadito l’indisponibilità di Torino a partecipare alla corsa olimpica insieme a Milano e Cortina.  Da fonti giornalistiche sembrerebbe poi che il Coni domani presenterà la candidatura di Milano e Cortina con l’esclusione di Torino. Se così fosse sarebbe un vero disastro per la credibilità del Sindaco Appendino e della Città. Un’occasione persa, di cui il Sindaco Appendino dovrà rendere conto ai Torinesi”.

Di moltissime occasioni perse per la città, ormai condannata al degrado, dovrebbe rendere conto la Sindaca Appendino.

Ma una realtà è inconfutabile. Anche all’interno del suo partito, Chiara Appendino conta meno di una ”cicca” (per parlare in modo corretto). Quindi se il Governo non ha inteso sostenerla nella scelta olimpica, c’è poco da sperare sull’erogazione di un contributo indispensabile per sanare il deficit della GTT, sul finanziamento della seconda linea della metropolitana e di altre infrastrutture indispensabili. La sua sta profilandosi sempre più come una presenza controproducente per il futuro di Torino.

In queste ore, alcuni dei suoi supporters si sono spesi in dichiarazioni di dileggio nei confronti delle Olimpiadi. Vorremmo però sapere che cosa ha fatto la Sindaca per le periferie, per il degrado dei quartieri, per quelle iniziative volte a invertire la svilente tendenza alla deindustrializzazione…

Le Olimpiadi avrebbero potuto, com’è successo in passato, aprire una vetrina sul mondo, per uscire dall’isolamento e creare occasioni di sviluppo. Non fosse altro per le opere edili e infrastrutturali indispensabili, e l’incremento del terziario idoneo ad aprire sbocchi occupazionali per i giovani.

Invece! Per Torino les jeux sont faits… Rien ne va plus !

 

Fotografia di Chiara Appendino:Termometro Politico; fotografia di Sergio Chiamparino: Regione Piemonte; fotografia di Alberto Morano: Civico 20 News

 

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Articolo pubblicato il 19/09/2018