Primarie a Torino

Piero Fassino: il vincente scomodo

Il totosindaco si fa sempre più complicato: dopo l'abbandono, se così si può definire, di Profumo nuovi ....olezzi si rincorrono nelle stanze di Palazzo alla ricerca del consenso per una ricetta che sa di aria fritta.

Lo stato confusionario serpeggia fra le stesse file dell'attuale maggioranza di Governo cittadino che vuole difendere le scelte contro le new entry che la sinistra moderna e responsabile cerca con fatica di proporre per dare una svolta decisiva ad una situazione interna logora e colma di contraddizioni.

L'aver proposto Piero Fassino non ha nulla di particolarmente irriguardoso verso il ricambio auspicato soprattutto dalle minoranze interne bensì potrebbe essere la carta vincente per ottenere il risultato al primo turno.

 Ma qui si innescano i tormenti interiori, i giochi di potere che vengono alla luce nè più nè meno come nell'attuale minoranza che a tutt'oggi non ha ancora le idee chiare su chi contrapporre nella sequenza storica che dà alla sinistra lo scranno più pregiato.

E gli elettori?

Forse si ricompatteranno di fronte all'urna; oggi, sentendo le varie opinioni, si avverte il dubbio sull'operato di chi non riesce a produrre certezze e si concentra solo nella rincorsa verso la poltrona: poi si vedrà!

Ma in un momento così delicato della storia nazionale che si avvicina alla ricorrenza storica dei 150 anni c'è da chiedersi se lo spirito patriottico esiste soltanto per allestire una vetrina mediatica mondiale piuttosto che alla compattazione di un gruppo di lavoro che traduca in fatti teorie e progetti che specialmente negli ultimi tempi non hanno avuto alcuno sbocco produttivo per la gente di tutti i giorni, quella che costituisce il vero tessuto sociale e che ogni mattina spera in un miracolo visto che chi la dovrebbe rappresentare e tutelare in effetti pensa solo a se stesso.

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Articolo pubblicato il 02/12/2010