Sanremo (IM) - INPS: lettera aperta ai ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio

Giuliana Tofani Rossi insiste alla ricerca di concrete risposte

La pausa estiva non ha scaturito le risposte sollecitate da Giuliana Tofani Rossi, nostra assidua e preziosa lettrice, che si rivolge oggi contemporaneamente ai due ministri per ricordare l'oggetto delle sue precedenti comunicazioni sollecitando un pronto riscontro e l'immediato intervento. Giuliana Tofani Rossi ci ha inviato il testo della lettera che pubblichiamo nell'immediato per dare la giusta risonanza ad una legittima richiesta, prerogativa questa di Civico20News.

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Ai Ministri Di Maio e Salvini.

L’INPS è un istituto di diritto pubblico creato da Mussolini il 4 ottobre 1935 per garantire la pensione ai lavoratori. Mentre in alcuni stati stranieri, come gli USA, il dipendente può incassare  lo stipendio lordo, rinunciando alla pensione, in Italia è obbligatorio versare i contributi ad una cassa di previdenza. Per questa ragione, una grossa fetta dello stipendio dei lavoratori dipendenti, che varia dal 30 al 35 per cento della retribuzione viene trasferita, obbligatoriamente, all’INPS. Stessa cosa, anche se con aliquote più basse, per i lavoratori in proprio.

Malgrado i contributi previdenziali dei lavoratori italiani siano tra i più alti al mondo e da anni le pensioni vengano pesantemente tagliate, il bilancio dell’INPS è sempre in rosso. Milena Gabanelli scrive sul Corriere della Sera che, stando al bilancio previsionale del 2018,   la differenza tra entrate e uscite è di 38 miliardi, che è una cifra pazzesca considerato che i lavoratori verseranno 227 miliardi di contributi.

Come mai se le aliquote vengono continuamente alzate e le pensioni tagliate, (tanto e vero che ci vuole la pensioni integrativa) c’è questo sbilancio?

Il motivo è semplice: l’INPS, anziché pagare solo le pensioni dei lavoratori, come dovrebbe fare per legge, si fa carico di tutte le pensioni assistenziali:

assegno sociale per italiani e stranieri, pensioni per invalidità civile, indennità di accompagnamento, home care premium, integrazione al minimo, 14esima mensilità, sostegno inclusione attiva, REI reddito inclusione, assegno di natalità, pensioni ciechi civili e altre simili.

Come se non bastasse ci sono i contributi figurativi per sindacalisti e politici che, oltre al vitalizio, hanno anche la pensione INPS.

Ministro Di Maio, ci manca solo che all’INPS venga accollato il reddito di cittadinanza!!!!

A me sembra che usare i contributi dei lavoratori per scopi diversi da quelli per i quali sono stati versati è un reato. Sarebbe come se l’amministratore di un condominio, oltre a pagare le spese del proprio condominio, pagasse anche quelle di un altro stabile.

Ministro Di Maio, sui contributi figurativi dei politici riporto parte di una lettera che Le ho scritto a fine di giugno “On. Di Maio mi  rivolgo a  Lei per segnalare che il taglio dei vitalizi non risolve la vergogna della doppia pensione percepita da sindacalisti e politici. Con una interpretazione truffaldina dell'art. 31 dello Statuto dei lavoratori, (legge n.300/70) da circa 48 anni,  vengono accreditati all'INPS  contributi previdenziali figurativi, cioè gratuiti, per deputati, senatori, parlamentari europei, consiglieri e governatori regionali, sindaci di grandi città e sindacalisti.”

L’articolo suddetto  stabilisce che chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive, o a ricoprire cariche sindacali provinciali e nazionali, può, a richiesta, essere collocato in aspettativa non retribuita  Con una interpretazione estensiva/manipolativa di questo articolo,  gli eletti,   hanno trovato il modo di percepire, a costo zero, vitalizi più  pensione a carico dell'Assicurazione generale obbligatoria, nonché  di  casse sostitutive della assicurazione predetta, come la cassa pensioni dei giornalisti.  Prima dell'entrata in vigore della legge finanziaria del 2000, non versava versata neppure la quota di contributi prevista a carico del lavoratore!

Dato che non c’è una  legge che stabilisca che i periodi di aspettativa politica o sindacale siano coperti da contribuzione figurativa, come mai vengono accreditati questi contributi figurativi?

Ministro Di Maio, è Suo compito approfondire questa questione.

L’INPS si fa restituire somme ingenti (10.000 / 20.000 euro)   se il reddito del titolare della pensione di reversibilità, supera, anche di un solo euro i limiti stabiliti dalla legge DINI del 1995.

Cari Ministri Di Maio e Salvini, se questo (come spero) è il governo del cambiamento, dovete   immediatamente far cessare la sottrazione di contributi previdenziali in danno dei lavoratori, che meritano rispetto. Il personale dell’ INPS e le sue sedi, acquistate con i soldi dei lavoratori, devono rimanere ai lavoratori.

Le pensioni assistenziali devono essere a carico della fiscalità generale, (tra le più alte del mondo) e potrebbero essere delegate ai CAF.

 

Giuliana Tofani Rossi    


 

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Articolo pubblicato il 08/09/2018