Verona. “Celeste Aida” trionfa all’Arena!

Sabato 1° Settembre si č conclusa, con la palpabile partecipazione di un pubblico attento e in gran parte affezionato, la 96-esima edizione dell’Opera Festival iniziata il 22 Giugno scorso

L’opera “regina” dell’Arena di Verona, Aida, in questa stagione è andata in scena con 16 rappresentazioni, dal 23 Giugno sino alla conclusione del Festival lirico (avvenuta per l’appunto il giorno 1° Settembre), sempre con straripante successo di pubblico e di critica.

Alla guida dell’Orchestra si sono alternati tre Direttori ormai noti per il loro prestigio: Jordi Bernàcer, Daniel Oren e Andrea Battistoni.

Per quanto concerne le sensazioni del Pubblico nella cavea, oltre all’emozione scaturente dall’assistere a uno spettacolo di ineguagliabile livello nel più grande teatro lirico all’aperto del mondo, si viene anche piacevolmente sorpresi dall’imponente messa in scena ideata nel 2002 dal genio di Franco Zeffirelli. Essa (impreziosita dagli iconici costumi di Anna Anni e dalle coreografie di Vladimir Vasiliev) ricrea l’atmosfera di un antico Egitto magnificente e multicolore, dove lo spazio scenico è dominato dalla grande piramide dorata, espressamente concepita per i generosi spazi areniani.

Questo allestimento-colossal (insieme a Turandot, opera anch’essa inserita nel programma) ha voluto rendere omaggio al Maestro fiorentino, in occasione del suo 95-esimo compleanno. Infatti, sontuose voci provenienti da tutto il mondo e insigni Direttori d’orchestra anche quest’anno hanno fatto di Aida un’esperienza sempre nuova e irrinunciabile.

Il 23 Giugno è tornata all’Arena di Verona, nei panni della schiava etiope Aida, il soprano Anna Pirozzi, a cui si sono poi alternate altre grandi interpreti del ruolo come Kristin Lewis, Maria José Siri, Susanna Branchini e Hui He (quest’ultima durante le rappresentazioni conclusive del 29 Agosto e del 1° Settembre).

Nei panni del condottiero Radamès si sono esibiti i tenori Yusif Eyvazov, Marco Berti, Carlo Ventre, Gregory Kunde e Walter Fraccaro (anche per le due ultime serate del 29/08 e 01/09), mentre il ruolo di Amneris - figlia del Faraone e rivale sentimentale di Aida - è stato interpretato rispettivamente dai mezzosoprani Violeta Urmana, Carmen Topciu, Judit Kutasi (al suo debutto areniano) e Anita Rachvelishvili (29/08 e 01/09). La parte baritonale di Amonasro, re degli Etiopi e padre di Aida, ha visto coinvolte voci verdiane già acclamate negli ultimi anni in Arena, come Luca Salsi, Sebastian Catana, Ambrogio Maestri, Amartuvshin Enkhbat, Federico Longhi (29/08) e, per la rappresentazione conclusiva del Festival 2018, Gocha Abuladze.

Nel ruolo del sacerdote Ramfis si sono alternati bassi noti e apprezzati dal pubblico veronese: Vitalij Kowalijow, Rafa? Siwek, In Sung Sim, Marko Mimica e Gianluca Breda (23/08, 29/08 e 01/09). Ancora, nei panni del Re d’Egitto, il Festival ha conosciuto l’avvicendamento dei giovani e promettenti bassi Romano Dal Zovo (anch’egli nell’organico delle due serate conclusive) e Roberto Tagliavini.

Hanno infine completato il cast i personaggi del Messaggero (tenori Antonello Ceron e Carlo Bosi, quest’ultimo anche per le due serate conclusive) e della Grande Sacerdotessa (interpretata dai soprani Francesca Tiburzi e Arina Alexeeva, la seconda anche per gli appuntamenti del 29/08 e 01/09).

Nell’allestimento sono stati impegnati a pieno regime tutti i complessi artistici: l’Orchestra, il Coro istruito da Vito Lombardi, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino nonché un gran numero di figuranti e di tecnici dell’Arena.

Per l’occasione è stata inoltre ripresa l’originaria coreografia di Vladimir Vasiliev con oltre 50 danzatori, guidati da Beatrice Carbone nel personaggio di Akmen (appositamente creato da Zeffirelli per questo allestimento) e dai primi ballerini Petra Conti, Eleana Andreoudi, Gabriele Corrado, Mick Zeni e Davit Galstyan.

Una folta, composta e attenta platea di ascoltatori ha anticipato, nei fatti, il bilancio consuntivo del Festival Lirico 2018, il quale, stante quanto viene detto, sarà reso noto entro Settembre. Peraltro le ovazioni molteplici e calorose del Pubblico hanno messo in luce le tre caratteristiche basilari e vincenti delle rappresentazioni areniane.

Prima di tutto le scene e la regia di Franco Zeffirelli, artista che non calca le mode di altri registi impegnati a tradire il libretto e le interpretazioni ormai storiche della lirica (aspetto che purtroppo sta prendendo il sopravvento in altri templi della lirica, sebbene meno blasonati).

In secondo luogo, la bravura degli interpreti. In modo particolare nel corso delle due ultime rappresentazioni, l’ascolto della romanza di Radamès (interpretato da Walter Fraccaro) così come la celebre “Celeste Aida” e la strepitosa “Marcia Trionfale” hanno mandato in visibilio gli ascoltatori.

Naturalmente, altrettanto valenti sono stati gli altri interpreti e i ballerini Beatrice Carbone, Eleana Andreoudi e Davit Galstyan.

Ineccepibile la perfetta sintonia con la quale l’Orchestra e il Coro, mirabilmente diretti da Andrea Battistoni e da Vito Lombardi, hanno saputo armonizzarsi con l’elevatezza degli interpreti, senza la minima sbavatura.

Risultato? Un’atmosfera magica che non conosce ombre, ma lega la fortunata intuizione del Festival Lirico con la severa selezione e il costante impegno di tutti i protagonisti.

Le intuizioni sono antiche, tuttavia la loro efficacia è insensibile al tempo!

Infatti, dalla fatidica data del 10 Agosto 1913 - che ha dato il via al Festival lirico areniano - si sono svolte ben 683 rappresentazioni di Aida, la quale si conferma il titolo più seguito e rappresentato all’Arena di Verona. E se 105 anni fa portare questo titolo nell’anfiteatro era stato un azzardo, oggi l’Opera Festival sarebbe impensabile senza tale capolavoro di Giuseppe Verdi, musicato su libretto di Antonio Ghislanzoni e che la tradizione vuole come secondo appuntamento del cartellone estivo, nonché serata conclusiva a coronamento dello stesso.

Secondo la tradizione, il programma del 2018 ha annoverato alcune immortali opere del repertorio lirico, Carmen, Aida, Turandot, Nabucco, Il Barbiere di Siviglia, e già si guarda con interesse alla prossima stagione. Infatti si sono già aperte le vendite dei biglietti a condizioni agevolate.

La città di Verona, civile, elegante e ospitale conferma la sua vocazione culturale e turistica, essendo in grado di accogliere nel migliore dei modi gli spettatori giunti da tutto il mondo, per apprezzare l’originalità delle rappresentazioni.

Ricetta vincente che altre località dovrebbero apprendere e finalizzare, al fine di conquistare eco e ricadute internazionali.

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Articolo pubblicato il 03/09/2018