Bitcoin e sostenibilità ambientale

La criptomoneta consuma l'1% dell'energia globale

Sebbene il bitcoin sia sparito da qualche tempo dai “radar” delle cronache, almeno quelle nostrane, sulla stampa specializzata continua a “macinare” notizie.

 

Tra chi dà la criptovaluta già arrivata al suo culmine di valore suggerendo di passare a nuove monete virtuali e chi si interroga sulla sua integrabilità futura al di fuori del Web, c'è chi ha analizzato la sostenibilità ambientale dei bitcoins e quindi, in generale, delle criptomonete.

 

In un anno la produzione consuma un quantitativo di energia elettrica superiore al totale dell'Irlanda: 30 TeraWattora. Su queste colonne il tema è stato affrontato diverse volte e ai Lettori termini come mining e farm non appariranno estranei. Rispetto agli esordi, oggi un “privato” non può “minare” con il proprio computer di casa: il calcolo è troppo esoso e la macchina non ce la farebbe. Ecco quindi che con il tempo sono nate delle apparecchiature dedicate, che qualche investitore ha pensato poi di collegare in serie in luoghi sicuri per scavare e produrre così bitcoin.

 

Appare chiaro quindi il legame tra la sostenibilità ambientale dell'estrazione digitale di bitcoins, l'energia richiesta per il processo e il loro valore di mercato. Più c'è domanda più il prezzo della moneta virtuale sale, rendendo sempre più impegnativo dal punto di vista della potenza di calcolo la creazione di una singola criptovaluta.

 

Durante un'audizione al Senato statunitense, Arvind Narayanan, esperto di Computer Science dell’Università di Princeton, ha riportato questi dati spiegando come l'energia riciclata e utilizzata per il  mining di bitcoins concorra poco a rendere la pratica più verde e sostenibile. “In un giorno si utilizzano cinque GigaWatt di energia solo per il mining dei bitcoins” ha dichiarato, esemplificando poi l'importante consumo di risorse fingendo che fosse uno Stato: sarebbe il 66-esimo al mondo per impiego di energia. Mentre una sola transazione in bitcoins richiede corrente che potrebbe soddisfare il fabbisogno di dieci case americane.

 

A proposito di chi  vede nelle criptovalute la moneta del futuro, e prescidendo da alcune importanti novità da esse introdotte (si veda il sistema delle blockchain verso cui si stanno indirizzando anche alcune banche), una produzione, per il momento ancora di nicchia, che consuma l'1% dell'energia elettrica globale apre alla necessità di una seria riflessione sull'elezione o meno delle monete virtuali tra le altre valute.

 

L.V.C.

 

(Immagine di copertina tratta da New Scientist)

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/08/2018