«Piemontesi sul Fronte Occidentale», a Sampeyre (CN) e a Castelletto Molina (AT)

Le prossime presentazioni del nuovo volume di Giancarlo Libert che illustra la storia poco conosciuta della partecipazione degli Italiani sul Fronte Francese durante la Prima Guerra Mondiale

Partono da Sampeyre in Val Varaita il 25 agosto e fanno tappa il giorno successivo a Castelletto Molina in provincia di Asti le presentazioni del nuovo volume di Giancarlo Libert “Piemontesi sul Fronte Occidentale - I morti dimenticati della Grande Guerra” uscito nel mese di maggio di quest’anno per le edizioni Aquattro di Chivasso.

Sono previste altre presentazioni nei prossimi mesi in diversi comuni del Piemonte.

Il volume rappresenta una nuova tappa del pluriennale lavoro che ha portato l’autore Giancarlo Libert a studiare il fenomeno dell’emigrazione e della presenza piemontese all’estero effettuando ricerche storiche e iconografiche, raccogliendo testimonianze e facendo interviste, ricerche d’archivio e a incontrare più volte le comunità piemontesi all’estero.

L’autore illustra la storia poco conosciuta della partecipazione degli Italiani sul Fronte Francese durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo la prima parte di carattere storico, nelle 160 pagine del volume dotate di un significativo apparato fotografico, vengono pubblicate circa cinquecento biografie di piemontesi che morirono sul Fronte Occidentale, a partire dai garibaldini arruolati nell’estate del 1914 quando in Italia la guerra non era ancora iniziata.

Molti di questi garibaldini erano di origine piemontese ed emigrati nel Sud della Francia a Marsiglia e a Nizza, altri invece arrivarono direttamente dall’Italia per porsi al servizio di Peppino Garibaldi, nipote di quell’eroe dei Due Mondi che aveva già combattuto per la Francia nel secolo precedente.

A guerra iniziata è il governo italiano ad inviare in Francia le T.A.I.F. (Truppe ausiliarie italiane in Francia), che si dedicano alla costruzione delle trincee e a lavori di retrovia come la movimentazione di materiali, mentre altri italiani trovano occupazione nelle industrie belliche carenti di manodopera in quanto i loro dipendenti erano impegnati al fronte.

Dall’aprile del 1918 al comando del Generale Albricci vengono inviati in Francia oltre 25.000 uomini che andarono a combattere a fianco delle truppe francesi, dopo la caduta della Russia. Si calcola che complessivamente gli italiani che andarono in Francia, durante il periodo bellico furono circa 130.000.

Grande fu il tributo di sangue da parte degli Italiani combattenti sul Fronte Francese, con oltre 5.000 morti a cui si aggiungono i 4.000 feriti e intossicati dai gas asfissianti.

Tra i morti anche il prozio dell’autore, nato a Marsiglia in una famiglia piemontese che, rientrato in Italia, combatté prima sul Carso e poi sul Fronte Occidentale, preso prigioniero pochi giorni prima della fine della guerra, morirà a guerra ormai finita nel 1919 in un ospedale a Lione e poi verrà sepolto a Bligny. Molti di questi italiani vennero sepolti in diversi cimiteri d’oltralpe tra cui quelli di Bligny e Soupir.

Gli appuntamenti:

Sabato 25 agosto alle ore 17,00 nel Museo Etnografico di Sampeyre (CN), via Roma 27. 

Domenica 26 agosto alle ore 16,00 nella Sala Consigliare del Comune di Castelletto Molina (AT).

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/08/2018