La lesione corneale cos'è e perché un'atleta non può partecipare alle gare, se curato con il cortisone

L’incredibile aggressione alla brava atleta Daisy Osaque colpisce per tre motivi: il primo per non essere motivato da una qualsivoglia ragione, fattore questo che denuncia l’assoluta nullità del retroterra culturale dei ragazzi che hanno dato vita ad un commando di lanciatori d’uova, con il solo intento di potersi divertire. Il secondo per la sfortuna, veramente degna di nota, di aver centrato involontariamente un’atleta di fama internazionale, danneggiandole in maniera seria un occhio. E' stata colpita casualmente una sportiva pronta a gareggiare agli Europei sotto l’occhio delle televisioni che trasmetteranno le competizioni in tutto il mondo, grazie alle emittenti partner della UEFA e allo streaming in diretta delle partite, sia su UEFA.com che sul canale YouTube UEFA.tv. Il terzo motivo, conseguenza dei primi due, è rappresentato dalla inizialmente sospettata impossibilità a gareggiare a Berlino per via delle cure a cui la malcapitata poteva essere costretta, con assunzione di cortisone, considerato dopante, e pertanto proibito dai medici sportivi responsabili dei controlli cui gli atleti sono soggetti prima, durante e dopo le gare.

All’atleta è stata causata una abrasione corneale, ovvero un taglio sulla superficie più esterna della cornea, lo strato più superficiale dell'occhio. È una membrana a forma di cupola circolare preposta a coprire, proteggendolo, l'insieme costituito dalla pupilla e dall'iride che conferisce il caratteristico colore all'occhio. La cornea termina ai bordi dell'iride e non copre il bianco dell'occhio, noto come sclera. La cornea è molto sensibile a causa della presenza di numerose terminazioni nervose che trasmettono la sensazione di dolore al cervello, meccanismo protettivo, di primaria importanza per aiutarci a riconoscere un corpo estraneo entrato nell'occhio, che, potenzialmente può danneggiare la superficie di un organo particolarmente delicato ed è questo è il motivo per cui una abrasione corneale, per minuta che sia, rappresenta un'esperienza molto dolorosa.

L'infortunato riferisce una fastidiosa sensazione di granulosità all'interno dell'occhio associata a dolore, intensa lacrimazione, arrossamento locale, bruciore, fotofobia, ovvero ipersensibilità alla luce e visione sfuocata  Le lesioni corneali si associano, in genere, allo sviluppo successivo di infiammazione con edema e  arrossamento dei tessuti adiacenti alla lesione. Le più comuni abrasioni sono limitate alla superficie oculare e causate da microtraumi anche banali, come l'accidentale sfregamento di un’unghia sull’occhio o l’uso di lenti a contatto. Talvolta si può essere feriti banalmente dal profilo tagliente di un semplice foglio di carta che, a contatto accidentale con l'occhio, incide lo strato corneale. A queste si aggiungono le lesioni accidentali più profonde che interessano il segmento anteriore dell’occhio.

La maggior parte delle abrasioni corneali sono superficiali e sovente guariscono spontaneamente, senza alcun trattamento, non trascurando una adeguata pulizia della ferita che dovrà essere effettuata dallo specialista. Le abrasioni corneali più profonde vengono trattate con l'instillazione di gocce o l'applicazione di pomate antibiotiche,  al fine di proteggere il delicato tessuto dalle infezioni e garantire una corretta lubrificazione della superficie oculare, mentre le nuove cellule crescono per sostituire quelle danneggiate. Nelle abrasioni più profonde la guarigione sarà più lenta, essendo dipendente dal tempo di ricrescita dell'epitelio per ricoprire la ferita. Di norma viene applicato un bendaggio per alcuni giorni per garantire una ulteriore protezione al delicato processo di guarigione, specie nei confronti di fattori ambientali irritanti, cercando di scongiurare l'insorgenza di una infezione sovrapposta e il paziente dovrà proteggersi dalla eccessiva illuminazione dell'ambiente esterno, proteggendosi con adeguati occhiali da sole.

Le complicazioni di una abrasione corneale possono essere gravi, se trascurata e  non sottoposta alle adeguate terapie. La riparazione della ferite comporta, anche in questo caso, la formazione di una cicatrice che può rendere opaca la cornea, causando disturbi della visione nel caso avvenga in corrispondenza della pupilla. Senza l'adeguata copertura antibiotica, è possibile la formazione di pus nello spazio compreso tra la  corna e l'iride, spazio che prende il nome di "camera anteriore" dell'occhio. Nei casi estremi l'infezione è causa di una panoftalmite, l'infiammazione dell'intero bulbo oculare. Per questo motivo, oltre ai comuni farmaci antidolorifici, vengono somministrati anche farmaci a base di cortisone, un presidio terapeutico che, nel caso di Daisy Osaque, avrebbe potuto creare una incompatibilità alla sua partecipazione ai giochi in quanto tale tipo di farmaco è proibito, potendo risultare dotato di "effetto dopante", con conseguente squalifica dell'atleta.

I corticosteroidi sono proibiti agli atleti che partecipano alle competizioni perchè, oltre a possedere proprietà anti infiammatorie e immunosoppressive, migliorano le capacità mentali e fisiche degli atleti. Inoltre gli atleti ricercano tali sostanze poiché durante lo sforzo, aiutano a fornire il glucosio necessario per il proseguimento dello sforzo; grazie alle loro proprietà antinfiammatorie, consentono anche di limitare l'infiammazione dei tessuti e la sensazione di dolore associata a questa infiammazione.

Ancora, in virtù dei loro effetti sul sistema nervoso centrale, i corticosteroidi riducono la sensazione di stanchezza e inducono una sensazione di euforia, potenziando così lo sforzo fisico. Infine, al termine dello sforzo effettuato nella gara, i corticosteroidi permettono di ricostituire gli stock di glicogeno consumati durante l'esercizio e dunque, per questi motivi,  sono considerati sostanze dopanti e non ammessi prima e durante le gare. Ciò spiega perché la brava Daisy sia  stata sottoposta ad un attento esame dai medici del CONI i quali, per fortuna, hanno dato il via libera alla sua partecipazione alle gare, segno chiaro che la guarigione procede bene e non sono necessari particolari dosaggi elevati di farmaci pericolosi per la risoluzione completa della sua ferita.

Questo oltre a rallegrare l'atleta, i suoi compagni di squadra, l'equipe da cui è seguita ed i suoi tifosi, permetterà anche di tirare il fiato ai tre incauti ragazzi che per divertirsi, a loro dire, hanno voluto provare l'ebbrezza di uno svago pericoloso, la cui conseguenza è stata quella di ferire in modo serio una persona conosciuta a livello internazionale, un atto per cui dovranno subire i risvolti legali. Questi avrebbero potuto essere ancora più pesanti  se fosse stato impedito a Daisy  di partecipare ad una gara, per lei ragione di vita, a causa di una deplorevole azione che per ulteriore malasorte dei tre giovanotti,  è stata conosciuta e commentata a livello planetario. 

titolo da :  https://www.nytimes.com/2018/08/03/world/europe/italy-racism-daisy-osakue.html

immagini anatomiche occhio da: http://www.onlinebiologynotes.com/human-eye-anatomy-parts-structure/

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Articolo pubblicato il 06/08/2018