Torino. “Decreto Dignità” pietra tombale sul rilancio del Piemonte

I timori e le osservazioni dei deputati piemontesi di Forza Italia

In questi giorni prosegue la disamina del Decreto Dignità alle Commissioni Parlamentari della Camera dei Deputati. La maggior parte delle organizzazioni datoriali e dei lavoratori hanno mosso critiche al decreto che, secondo stime condivise, farà perdere al nostro Paese oltre 15000 posti di lavoro. Il Ministero non ha avviato consultazioni e, invece di presentare un disegno di legge, come la complessità della materia avrebbe suggerito, l’ostinato Di Maio ha optato per la Decretazione d’Urgenza.

Il vice Presidente del Consiglio e Ministro del Lavoro, ormai battezzato “Ministro della disoccupazione” risponde a muso duro agitando lo spettro del complotto di fronte a ogni motivato rilievo, forse non rendendosi conto di quel che dice, a coloro che dentro e fuori dell’aula evidenziano il rischio reale della perdita di migliaia di posti di lavoro a causa della rigide norme contenute nel Decreto.

Fra poche settimane, a bilanciare gli effetti nefasti del suddetto, potrebbe arrivare il deprecato provvedimento, volto a mantenere i fannulloni ed evitare con cura che torni, soprattutto tra i giovani, la vocazione al lavoro.

Nei giorni scorsi, in previsione del dibattito parlamentare, i deputati piemontesi di Forza Italia hanno illustrato le criticità e i pericoli insiti nel provvedimento, con particolare attenzione aile ricadute occupazionali sul Piemonte.

Di Maio passerà alla storia per essere riuscito a tramutare il Ministero del Lavoro in Ministero della Disoccupazione. In Piemonte quando entrerà in vigore il decreto saranno a rischio 8mila posti di lavoro dando un’occhiata ai numeri totali di contratti flessibili che esprime la nostra Regione”. Ad affermarlo, in una nota congiunta, il Coordinatore regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto, il Capogruppo del partito in Commissione Lavoro Paolo Zangrillo, gli Onorevoli Claudia Porchietto e Roberto Rosso, la Senatrice Virginia Tiraboschi. Erano presenti l’eurodeputato Alberto Cirio e Andrea Fluttero e Andrea Tronzano, rispettivamente Capogruppo e Vice-capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte.

I parlamentari piemontesi di Forza Italia hanno spiegato come in Piemonte, nel 2017, risultassero essere attivi 602 mila 486 contratti a tempo determinato. I rapporti di lavoro sui quali potrebbe influire la scure del Decreto Dignità sono oltre 571 mila (composti dai contratti di lavoro a tempo determinato, dai contratti di somministrazione e intermittenti). Secondo un'elaborazione effettuata, di questi quasi 30 mila sarebbero i contratti iniziati dal 1° Gennaio 2016 e il 31 Dicembre 2017 ancora in essere ad oggi, la cui durata è prevista tra 366 e 730 giorni.

Con questi numeri – hanno spiegato gli esponenti di Forza Italia – non è sicuramente fantascienza pensare che saranno a rischio fino a 1500 posti di lavoro nella nostra Regione, pensando anche alla conseguenza della reintroduzione delle causalità nei contratti. È evidente quindi che la rappresentanza piemontese di Forza Italia in Parlamento farà tutto il possibile per ostacolare l’approvazione di questo decreto”.

Concludono i parlamentari azzurri: “Per creare lavoro bisogna capire che il mondo del lavoro è cambiato: bisogna sostenere le nostre imprese, accompagnandole nella rivoluzione digitale che il mondo produttivo sta vivendo; così come dobbiamo stare al fianco della scuola, del mondo della formazione e dell’Università affinché costruiscano una forza lavoro in grado di rispondere alle nuove sfide del mercato. Non è possibile che in Piemonte vi siano oltre 60mila vacancy aperte, cioè posti di lavoro che non riescono ad essere assegnati perché mancano i giusti profili professionali tra i nostri disoccupati. Non è certo con il reddito di cittadinanza che si crea più lavoro, così come non lo si incentiva attraverso le minacce alle imprese. È necessario stabilizzare gli incentivi alle imprese, dire basta alle norme retroattive che spaventano gli investitori, avviare insomma serie politiche industriali, puntando nella contaminazione tra impresa e scuola. Non siamo gelosi delle nostre idee e le metteremo a disposizione del Governo”.

 

Fotografia: in proprio

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Articolo pubblicato il 24/07/2018