Bruxelles - "UE ancora inerte dopo due anni di purghe politiche di Erdogan"
Mario Borghezio

Le perplessità dell'Europarlamentare Mario Borghezio (Lega Salvini)

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In una interrogazione alla Commissione Europea Mario Borghezio, Parlamentare europeo della Lega Salvini, ricorda che

“mentre il Presidente Erdogan riceve i nuovi poteri assegnati dalla recente contestata modifica costituzionale, non si placano le “purghe” del regime turco contro ogni forma di dissenso politico”.

Borghezio insiste sottolineando come tali interventi celino la presenza di presunti legami di parte dell’amministrazione civile e militare con gruppi terroristici legati a Gulen o con i responsabili del tentato golpe del 2016.

Ed aggiunge che

“recentemente altri 18.000 dipendenti pubblici, appartenenti a forze di polizia, militari, ma anche al mondo dell’università e del giornalismo, sono stati licenziati per decreto, mentre sono stati chiusi altri tre giornali ed una rete televisiva”.

Inoltre Borghezio rileva:

“Spesso l’UE ha giustificato la propria inerzia di fronte a simili manovre in Turchia, dichiarando di non voler delegittimare e danneggiare la società civile turca di stampo laico; tuttavia i recenti provvedimenti presi in Turchia hanno quasi totalmente estromesso dalla pubblica amministrazione e dal mondo dell’informazione gli ultimi accenni di pluralismo”.

Pertanto Borghezio punta il dito contro l’elite di Bruxelles e chiede con forza:

“La Commissione ritiene ancora di poter rinviare un fermo intervento dell’UE nei confronti della Turchia, che oltre ad una condanna ufficiale comprenda anche una serie di provvedimenti economici o sanzioni?”

L’esponente europeo ‘scoperchia’ inoltre la realtà,

“accuratamente messa in ombra dall’UE”,

dell’infiltrazione jihadista in Kosovo con un’interrogazione nella quale osserva che

“nello scorso giugno sono stati individuati elementi di gruppi jihadisti kosovari che progettavano attentati sia a Pristina, contro i civili e la KFOR, sia in altre città europee. La predicazione di numerosi imam fondamentalisti, la forte disoccupazione e la presenza di oltre 900 moschee, perlopiù finanziate dall’estero, hanno reso il Kosovo il paese con il più alto numero di foreign-fighters in rapporto alla popolazione (circa 330 ex-combattenti in Siria e Iraq)”.

Tali elementi avrebbero una vasta rete di complicità e contatti con cellule terroristiche macedoni, bosniache ed albanesi:

 “l’UE ha più volte dichiarato di voler giungere ad una normalizzazione dei rapporti fra Serbia e Kosovo nel 2019, obiettivo del tutto irrealistico senza imporre importanti azioni di contrasto alla nascita di nuove basi jihadiste”.

In conclusione, Borghezio pone alla Commissione questi due quesiti:

“Quali urgenti iniziative intende intraprendere la Commissione, in collaborazione con EUROPOL e con i servizi di intelligence dei Paesi Membri, per contrastare la minaccia jihadista che ha basi nel Kosovo?

Non ritiene la Commissione di dover agire al più presto sulle autorità kosovare per avere maggiori garanzie nella lotta al radicalismo islamico?”

Il Parlamentare europeo della Lega Salvini punta poi il dito su una “ingiustificata dimenticanza”:

“È molto grave che la Regione Piemonte, per la prima volta da lungo tempo, abbia rifiutato anche un minimo sostegno economico alla tradizionale “FESTA DEL PIEMONT” che si celebra ogni anno a metà luglio al Colle dell’Assietta. 

I fondi, invece, si trovano sempre per canti, balli e altre similari iniziative ludiche che devono avere obbligatoriamente per protagonisti immigrati e/o rom ...”

 

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Articolo pubblicato il 14/07/2018