Raffaella Pasquali

Ingegnere elettronico imprestato alla pittura

Propongo ai Lettori l’intervista che ho condotto a Raffaella Pasquali, uno dei quattro pittori che hanno esposto le loro opere nella mostra collettiva di pittura “In 4 per Viù” che si è tenuta dal 23 giugno al 1° luglio 2018, a Viù (Torino) (m.j.).

 

Ci vuole parlare del suo percorso formativo e dei suoi maestri?

Sono nata a Vercelli e, dopo la maturità classica, mi sono laureata in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Torino.

Nel 2002, dopo un percorso professionale rivolto essenzialmente all’ambito tecnico, ho deciso di iscrivermi alla Accademia Pictor di Torino dove ho seguito i corsi di pittura dei maestri Aldo Antonietti e Giuseppe Musolino.

Ho così iniziato un percorso artistico che mi ha portata a ricercare nella pittura una possibilità di espressione aperta e svincolata dal quotidiano, identificando nella pittura ad olio il linguaggio più adatto al mio sentire e al mio pensiero.

 

Come svolge la sua attività di pittrice?

Mi considero una viaggiatrice attenta ai luoghi geografici, ma soprattutto alle culture che li abitano, mi piace ricercare nell’universo dell’arte sentieri di approfondimento filosofico e di recupero di quegli aspetti interiori e spirituali che nel caos del quotidiano restano soffocati e inespressi.

Mi interessano in particolare le popolazioni andine del Sud America e dell’Oriente, che affiorano nei miei lavori con declinazioni cromatiche e contenutistiche aperte a letture stratificate.

Vorrei citare quanto ha scritto il critico Lodovico Gierut nella Presentazione della mostra “Creare Vivi Arte” presso il Museo Ugo Guidi a Forte dei Marmi, nel luglio 2015: «In Raffaella Pasquali, la figura la fa da padrona, chiusa com'è in una dimensione pulsante e universale.

La sua è una fantasia genuina non impulsiva, nel racconto tranquillo e sereno che andando contro quel mondo dove in tanti urlano e sgomitano, giunge all'essenzialità tramite la semplificazione della forma.

Le immagini muliebri - donne di nazioni diverse - dicono di una immobilità solo apparente entro la quale pulsa una vita fatta di grande discrezione, di felicità ed anche di profondo dolore».

Ho iniziato a esporre nel 2011, in Italia e all’estero, l’ultima è stata la collettiva di Viù nel giugno di quest’anno.

Come definisce il suo stile?

Anche per rispondere a questa domanda ricorro a quanto ha scritto il critico Silvana Nota nel dicembre 2012: «Raffaella Pasquali riesce a guardare il mondo cercando di comprenderlo con una capacità interiore profonda e con un passo leggero, delicato. Per rispetto alle culture che incontra nei frequenti viaggi alla ricerca di opportunità di crescita umana, realizza opere in cui medita le esperienze apprese restituendole con un linguaggio che affonda la poetica nella riflessione sui tratti che accomunano i diversi popoli della terra. La sua pittura, solare e inconfondibile per stile e visoni cromatiche, trova relazioni affascinanti tra letteratura e pensiero filosofico».

I suoi progetti per il futuro?

Il mio prossimo progetto all’estero sarà in Lussemburgo. Parteciperò alla Luxembourg Art Fair dal 6 al 9 dicembre 2018.

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Articolo pubblicato il 14/07/2018