Ringraziamento della comunità laica ai Padri Barnabiti della Rettoria di San Dalmazzo a Torino

La Rettoria è stata creata tre anni fa come forma di gestione della chiesa di San Dalmazzo in via Garibaldi dopo la soppressione del ruolo di parrocchia

Pubblichiamo il testo della lettera di ringraziamento che la comunità laica della Rettoria di San Dalmazzo ha preparato in vista della ormai molto probabile chiusura definitiva della Rettoria medesima.

La Rettoria è stata creata tre anni fa come forma di gestione della chiesa di San Dalmazzo in via Garibaldi dopo la soppressione del ruolo di parrocchia.

La chiesa è stata gestita dall’Ordine dei Chierici di San Paolo, meglio noti come Barnabiti, per oltre 400 anni e adesso è ormai pressoché certo, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, che nel prossimo Capitolo Generale dell’Ordine in programma a Rio de Janeiro (dal 9 al 24 luglio) si ratificherà la chiusura della Rettoria con conseguente rimessione delle chiavi della chiesa alla Curia torinese.

Si concluderà così tristemente un’esperienza plurisecolare che ha legato il cuore di Torino ai Barnabiti, già confessori, padri spirituali e educatori di Casa Savoia.

Nella lettera si esprime il ringraziamento ai Padri che hanno retto la chiesa in questi ultimi tre anni e il vivo rammarico della comunità per l’imminente ratifica della decisione di chiusura.

 

Il ringraziamento dei membri della comunità ai Padri Barnabiti di San Dalmazzo per aver creato e diretto la Rettoria negli ultimi tre anni

 

La comunità formatasi dopo la soppressione della parrocchia di San Dalmazzo Martire ringrazia di cuore P. Emiliano Redaelli, Padre Roberto Caloni e fratel Gianfranco Vicini per aver creato e diretto la Rettoria di S. Dalmazzo fino al Capitolo Generale dell’Ordine dei Chierici di San Paolo che si terrà a Rio de Janeiro dal 9 al 24 luglio e che deciderà se chiuderla definitivamente.

Come dice il gruppo giovani, il ringraziamento è per gli ultimi tre anni di permanenza al centro di Torino, in una via dedita al commercio, cerniera naturale tra Porta Palazzo e il cuore economico della città. Ma il presente è troppo simile al passato e l’essere dentro la pancia della città per più di 400 anni ha permesso ai Padri Barnabiti di svolgere appieno il loro ruolo sociale di aiuto, educazione, guida spirituale.

Alla cessione della parrocchia i padri venuti da Milano attraverso Roma hanno trovato una realtà dura come solo certe volte Torino sa essere, e loro hanno educato come sempre avevano fatto durante le loro vite, hanno fatto nascere senza supporti economici ma con l’aiuto dei volontari superstiti e ostinati la realtà che oggi si vive. Con carisma, umiltà, amore, pazienza e umanità i Padri hanno dato vita ad un gruppo giovani, un notiziario cui collaborano i laici, un gruppo di volontari in costante aumento che si sono occupati dei restauri, delle pulizie, delle iniziative benefiche, dei mercatini, della preparazione accurata delle liturgie e dell’archivio.

I Padri insieme con i laici hanno realizzato in tre anni quello che tutti affermano dovrebbe succedere, nella nostra chiesa si prega, ci si aiuta, si discute animatamente, si cresce insieme: pensare che alcune alchimie siano casuali e che verranno altri a raccogliere il testimone è retorico come lamentarsi per le chiese vuote. In tre anni due educatori e un religioso hanno lavorato a testa bassa e hanno ottenuto risultati tangibili: grazie da tutta la comunità della Rettoria, fedeli, volontari, professionisti.

Comunità della Rettoria di San Dalmazzo in Torino

Nella foto: Alcuni componenti della comunità in occasione della solenne celebrazione eucaristica per Sant’Antonio Maria Zaccaria presieduta da don Luca Ramello nel XV del ministero sacerdotale (giovedì 5 luglio 2018 in San Dalmazzo).

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Articolo pubblicato il 07/07/2018