«Le fosse di Kirov», a Rivoli (Torino)

La mostra, dedicata agli scavi condotti da volontari italiani per l’individuazione delle spoglie dei caduti durante la Campagna di Russia del 1942-43, si terrà nell’atrio del Palazzo Comunale dal 12 al 19 luglio

A Rivoli (Torino), da giovedì 12 a giovedì 19 luglio presso l’atrio del Comune si terrà la mostra sul tema “Le fosse di Kirov” organizzata dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (U.n.i.r.r.) Sezione di Torino e da North Appennines Po Valley Park, con il patrocinio della Città di Rivoli.

L’evento, voluto dalla sezione U.n.i.r.r. di Torino, intende documentare la campagna di scavo realizzata a Kirov, località della Federazione Russa situata a un migliaio di chilometri ad est di Mosca, nei mesi di giugno e agosto 2017 ad opera di tre squadre di volontari italiani, che hanno agito di concerto con le autorità locali e con l’Organizzazione Pubblica Volontaria Giovanile Ricognitori di Kirov “DOLG”, quest’ultima autorizzata da regolare mandato dei “Memoriali Militari”, ente russo preposto alle onoranze dei caduti.

Le fosse di Kirov s’inseriscono nel novero delle numerose fosse comuni disseminate sul territorio russo, specialmente lungo i percorsi ferroviari, che vennero realizzate dai Sovietici durante la Seconda Guerra Mondiale, nel contesto dell’aggressione portata alla Russia da parte degli eserciti di Germania, Italia e Paesi alleati, per accogliere le salme dei soldati nemici, presi prigionieri sin dai primi mesi del 1943, a seguito dell’avanzata russa verso il fronte del Don e Stalingrado e del conseguente ordine di ripiegamento impartito dai comandi tedeschi che indusse alla ritirata l’Armir, l’armata italiana in Russia costituita nel luglio 1942.

I soldati catturati, diretti ai campi di prigionia distribuiti nello sconfinato territorio russo, venivano sottoposti alle famigerate marce forzate, dette “marce del davai” (in russo “avanti”), durante le quali era vietato fermarsi sotto pena d’essere finiti con un colpo di fucile alla testa, e in seguito, una volta raggiunto il nodo ferroviario più vicino, caricati sui treni. Il viaggio proseguiva in condizioni non meno atroci: i corpi dei soldati che soccombevano, vinti dal freddo, dalla denutrizione, dalle malattie, dalle ferite, venivano radunati negli ultimi vagoni del convoglio, per poi essere inumati nelle fosse comuni realizzate dai Sovietici in prossimità di snodi o centri abitati, come nel caso di Kirov.

 

Mostra “Fosse di Kirov”

Dal 12 al 19 luglio a Rivoli (Torino) - Atrio del Comune

Orario: 8,30 - 12,30 dal lunedì al venerdì

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Articolo pubblicato il 08/07/2018