Di Maio, i conati di un perdente.

Superficialità, demagogia e pressapochismo. E questo sarebbe un leader?

Tristi presagi per il Masaniello dei nostri giorni. Dopo essere stato per settimane  oscurato dalla presenza mediatica di Salvini e dal recupero elettorale della Lega, il nostro ha faticosamente guadagnato la prima pagina con un tonfo che si potrebbe rivelare deleterio per lui, prima ancora che per il Paese.

L’altra sera il Consiglio dei Ministri, assente Matteo Salvini che si è concesso un bagno di folla a Siena, ha approvato il “Decreto Dignità”. Un provvedimento pasticciato, bocciato dalle opposizioni e dalle Organizzazioni Produttive che, a detta del Vice Premier dovrebbe riportare ordine nel mondo del Lavoro, e dar fiato alla nostra Economia, ma che invece crea quei lacci e lacciuoli che renderanno ancor più guardinghi i nostri imprenditori e soprattutto indurranno gli investitori esteri a cancellare le prospettive d’insediamento in Italia.

La scure, purtroppo, calerà su Economia e Occupazione, in linea con l’altro cavallo di battaglia di Di Maio, il taglio delle pensioni cosiddette “d’oro”, finalizzato a  garantire il salario certo di 780 euro al mese a milioni di fagnani, invece di favorire le prospettive di sviluppo  e le occasioni di lavoro.

Per poter finanziare questo antistorico provvedimento, servono stanziamenti che il Ministro del Tesoro ha già escluso.

Nessun problema per l’incolto Di Maio che promette, entro l’estate, di introdurre d’imperio un tetto a quelle che impropriamente definisce “pensioni d’oro”, tanto per eccitare gli animi di coloro che, al suo pari, non conoscono i meccanismi e il succedersi delle leggi in materia previdenziale.

Il Vice Premier ha messo nel mirino, per il momento, quelle che vanno dai 4 ai 5 mila euro netti.

Per raggiungere il miliardo il Governo dovrà mettere mano anche ad assegni più bassi come quelli da 3000 o 2500 euro. Altrimenti il risparmio sarà di qualche centinaio di milioni. Il Ministro Di Maio sentenzia "Entro questa settimana, al massimo la prossima, ci sarà il taglio dei vitalizi alla Camera. Spero di approvare entro l'estate quello delle pensioni d'oro", ha spiegato ad Agorà.

Sul taglio delle pensioni d'oro, ha ribadito, "incardiniamo un decreto al Senato e speriamo di approvarlo entro l'estate". A Settembre i cedolini delle pensioni saranno quasi certamente più magri.

È bene, per fornire un’informazione seria e corretta, non lasciarsi trascinare dal pressapochismo e dalla demagogia, cercando di fare luce nelle tenebre deleterie del Di Maio-pensiero.  In Italia, nel corso degli anni, sono state introdotte  normative di miglior favore per alcune categorie di lavoratori.

Le donne alle dipendenze dello Stato, con prole, potevano accedere al trattamento pensionistico dopo 14 anni, 6 mesi e un giorno di lavoro, a prescindere dall’età.

Il Parlamento partorì una leggina che concedeva uno sconto di 7 anni per coloro che avevano combattuto nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Così un’altra mancia prevedeva che agli ex dipendenti dei partiti politici, a favore dei quali non erano stati versati i contributi previdenziali, fossero riconosciuti contributi figurativi e, di conseguenza, il trattamento pensionistico.

Da anni queste situazioni di miglior favore sono superate. Anche gli statali sono sottoposti a norme pressoché analoghe a quelle che interessano i lavoratori assicurati all’INPS. Le riforme Amato e Dini hanno deliberato, previo accordo sindacale e successivo provvedimento di Legge, un limite chiaro al calcolo pensionistico con il sistema retributivo.

Le Legge Fornero ha poi completato il quadro d’insieme.

In uno Stato  ove l’ordinamento garantisce la certezza del Diritto, vige la teoria dei fatti compiuti. Di Maio, in palese violazione di questo principio, pretende di capovolgere norme con effetto retroattivo a danno di una popolazione di anziani e superstiti potenzialmente debole.

Si dimentica oltretutto che le pensioni superiori a sei volte il minimo di Legge non sono indicizzate da anni, per cui il fruitore si trova e si troverà di fatto in una situazione di sfavore, rispetto agli altri pensionati.

Non si deve dimenticare che importi ritenuti elevati di retribuzione di riferimento, sono stati, a suo tempo, sottoposti al prelievo dell’Irpef e di contributi previdenziali adeguati.

Di Maio, nella foga tribunizia, per fare cassa, non si accontenterà di accanirsi su un numero ristretto di pensionati, ma scenderà di livello per allargare la base dei tosati. I calcoli, a detta degli esperti, si presenteranno difficili e dall’esito incerto in quanto mancano i dati relativi alla singole anzianità.

Per cui il cittadino colpito si difenderà con ricorsi alla Magistratura.

Il tutto per foraggiare milioni di fagnani.

Un tempo la Lega (quando si chiamava ancora Nord) cercava di tutelare i diritti dei cittadini residenti in quella zona del Paese ove assunzioni regolari e retribuzioni adeguate garantivano pensioni superiori alla media.

Forse, anche in vista delle scadenze elettorali del prossimo anno, qualcuno, da quelle parti, dovrebbe porsi il problema.

Fotografia: Il Post

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/07/2018