Chivasso (TO) - Fabrizio Bosso 4et presenta "State of the art"

Appuntamento jazz di grande rilevanza in Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa

Un altro appuntamento jazz di grande rilevanza a Chivasso, domani venerdì 6 luglio alle ore 21,30 in Piazza Carlo Alberto della Chiesa con ingresso gratuito; sul palco uno dei trombettisti jazz più conosciuti al mondo: Fabrizio Bosso con il suo quartetto. Per l'occasione, verrà presentato il nuovo progetto “State of The Art”. In caso di maltempo, il concerto si terrà nell'adiacente Teatrino Civico.

 

Sotto l'attenta organizzazione dell'associazione Blu Room, la città di Chivasso continua ad ospitare concerti jazz di caratura internazionale. Questo è solo uno degli appuntamenti che quest'anno stupirà gli appassionati del genere per qualità e importanza degli ospiti.

Il Fabrizio Bosso 4et è composto da:

Fabrizio Bosso, Tromba e Flicorno   
Julian Oliver Mazzariello,
Pianoforte         
Jacopo Ferrazza, Contrabbasso       
Nicola Angelucci, Batteria

Uno Stato dell’Arte, quello di Bosso e del suo quartetto, che si esprime in un dialogo autentico, forte e pieno di espressività. La sublimazione di un percorso musicale e umano che ne sancisce il successo. Esplorando le infinite possibilità del proprio modo di fare musica, grazie al confronto costante con i musicisti che ormai da tempo condividono con lui il palco, Fabrizio Bosso raggiunge qui la sua più completa e matura espressione artistica, sia in qualità di musicista che di compositore. Non un punto di arrivo, ma un nuovo inizio che viene suggellato e rinnovato ogni volta.

 

Durante il concerto, il trombettista è in grado di trascinare il gruppo e, nello stesso tempo, lasciare tutto lo spazio necessario per esprimere le singole personalità, creando una musica sempre nuova. Nel repertorio, oltre agli standard e all’improvvisazione, regina indiscussa di questa formazione, emerge anche la peculiare cifra compositiva di Bosso che, sempre riconoscibile, si esprime in brani originali come Rumba For Kampei, Mapa, Black Spirit, Dizzy’s Blues o Minor Mood.

 

Quando ho deciso di mettere in piedi questo quartetto, non l’ho fatto pensando a un disco. Avevo piuttosto voglia di ascoltare la mia musica suonata da altri musicisti, con un’energia e un “colore” che fossero diversi, freschi. Questo è il suono del mio presente - afferma Fabrizio - e loro sono, oltre che degli amici, anche i musicisti che mi appagano di più sul palco perché capaci di tirare fuori il suono che ho in testa. Con loro, il mio grande lusso è che potrei permettermi di non suonare e la musica funzionerebbe ugualmente.

 

I brani originali, quindi, si vestono di una luce diversa, inedita, gli standard si personalizzano, arricchendosi di nuove sfumature. Ogni brano racconta una storia diversa, complici anche la temperatura della serata, il calore del pubblico, le latitudini diverse, che caratterizzano fin dall’inizio il lungo tour di “State of the Art”: il tour, infatti, iniziato nel 2016, dopo aver toccato l’America, la Polonia, il Giappone, a ottobre arriverà anche in Oriente.

 

“State of The Art” è anche il titolo di un doppio album live uscito ad aprile 2017 per la Warner Music e registrato dal vivo durante i concerti del quartetto a Roma, Tokyo e Verona. Un’istantanea fedele di una fase tra le più felici nella carriera del trombettista che ha voluto fissare alcuni momenti memorabili e che ora ripropone, per viverli con rinnovata energia e rivestirli con nuovi colori e sempre nuove idee.         

 

Fabrizio Bosso inizia a suonare la tromba all’età di 5 anni e a 15 si diploma al conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Nel 2000 pubblica “Fast Flight”, il primo disco a suo nome. Nel 2002 esce il primo disco degli High Five intitolato “Jazz For More”, al quale seguirà “Jazz Desire” nel 2004, per la prestigiosa Blue Note “Five For Fun”nel 2008 e “Split Kick” per Blue Note Japan nel 2010. Fin dall’inizio della sua carriera Fabrizio può vantare collaborazioni importanti  come, fra i tanti, Gianni Basso, Enrico Pieranunzi, Rosario Giuliani, Charlie Haden, Carla Bley.Con la Blue Note, pubblica nel 2007 uno dei suoi  dischi  più  importanti, “You’ve  Changed”,  in  quartetto  e  13  archi  magistralmente  arrangiati  da  Paolo Silvestri,  con  alcuni  ospiti  come  Stefano  Di  Battista,  Bebo  Ferra,  Dianne  Reeves  e  Sergio  Cammariere,  al quale deve l’ingresso nel mondo del pop e la sua prima apparizione al Festival di Sanremo.

Sempre  con  la  storica  etichetta  Blue  Note,  pubblica  anche “Sol”,  primo  disco  della  formazione  Latin  Mood, nata  nel  2006 e che  condivide  con  Javier  Girotto. Seguirà  poi  nel  2012 “Vamos”,  pubblicato  con  la  Schema Records. Era sempre di Schema Records anche “Handful Of Soul”, ancora con gli High Five, che consacrerà al successo Mario Biondi. Nel  2010  pubblica “Spiritual”,  con  Alberto  Marsico  e  Alessandro  Minetto  con  cui  pubblicherà  anche “Purple”nel 2013, per la Verve/Universal. Nel 2011, un altro punto di svolta: la registrazione, presso gli Air Studios di Londra,  dell’album “Enchantment-  L’incantesimo  Di  Nino  Rota”  con  la  London  Symphony  Orchestra  e  la ritmica  di  Claudio  Filippini,  Rosario  Bonaccorso  e  Lorenzo  Tucci.  Gli arrangiamenti  e  la  direzione  sono  di Stefano Fonzi.

A  un  anno  di  distanza,  esce  il  disco “Face  To  Face”,  per  Abeat  Record,  in  duo  con  il  fisarmonicista  Luciano Biondini. Nel frattempo, molte sono le partecipazioni a Festival  prestigiosi, in Italia e all’estero. In particolare, raggiunge una grande popolarità in Giappone, dove torna sistematicamente con i suoi progetti.  Negli  anni,  partecipa  ancora  a  Sanremo,  sia  con  Sergio  Cammariere  che  con  Simona  Molinari,  Raphael Gualazzi  e  Nina  Zilli.    Molte  sono  le  collaborazioni cross  over  (come  “Uomini  in  Frac”  dedicato  a  Domenico Modugno  e  “Memorie  di  Adriano”,  dedicato  al  repertorio  di  Celentano)  e  anche  interdisciplinari  con “Il Sorpasso”,  sonorizzazione  dal  vivo  di  un  montaggio  di  immagini  tratte  dal  capolavoro  di  Dino  Risi , o “Shadows”,  un  omaggio  a  Chet  Baker  con  Julian  Oliver  Mazzariello  al  piano  e  Massimo  Popolizio  voce recitante.

Non  mancano  le  partecipazioni  di  Fabrizio  Bosso  come  solista,  insieme a  grandi  direttori  d’orchestra  come Wayne Marshall o Maria Schneider, e nella rivisitazione della Bohème dal titolo “Mimì è una civetta”, ad opera di Alessandro Cosentino e nata da un’idea di Cristina Mazzavillani Muti. Alla  fine  del 2014,  esce  l’atteso  duo  con  Julian  Oliver  Mazzariello “Tandem”  (con  ospiti  Fiorella  Mannoia  e Fabio  Concato)  e  nella  primavera  2015  pubblica “Duke”  (entrambi  per  Verve/Universal), dedicato  a  Duke Ellington,  con  il  suo  nuovo  quartetto  composto  da  Julian  Oliver  Mazzariello,  Luca  Alemanno  e  Nicola Angelucci e una sezione di sei fiati. Gli arrangiamenti e la direzione sono affidati al magistrale Paolo Silvestri.

A Maggio 2016, sull’onda dell’incontro in occasione di Tandem e poi del progetto live “Canzoni”, esce il disco con Julian Oliver Mazzariello e Fabio Concato, “Non Smetto Di Ascoltarti”, pubblicato da Warner Music. Per la collana dedicata al Jazz italiano dell’Espresso registra nuovamente con Alberto Marsico ed Alessandro Minetto il suo Spiritual trio, invitando però a far parte del progetto la splendida voce di Walter Ricci . Nel corso dell’anno si dedica in particolare al suo Quartetto, con cui realizza numerosi concerti in tutta la penisola ma anche all’estero. In questo intenso tour matura l’idea della pubblicazione di “State Of The Art”, un doppio album live in uscita, sempre per Warner Music, in Aprile 2017 sempre in CD ma anche in vinile.

 

 


 

 

 

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Articolo pubblicato il 05/07/2018