Usa: per i Big del Web cade il principio di “stabile organizzazione”

Pagheranno le tasse dello Stato in cui viene effettuata la vendita

Una sentenza storica negli States la scorsa settimana: la Corte Suprema, con una maggioranza risicata, cinque contro quattro, ha approvato l’applicazione delle sales taxes alle piattaforme di e-commerce e la conseguente caduta del principio di “stabile organizzazione”. In precedenza, grazie a quest’ultimo i giganti della Rete non erano soggetti alle tassazioni locali, dacché mancava, appuntato, la caratteristica di un’organizzazione stabile in loco. Con la sentenza i big del Web dovranno pagare le tasse dello Stato in cui la vendita online è stata effettuata, anche se là non hanno una sede fisica.

Come riporta ll Corriere delle Comunicazioni: “Secondo gli studi citati dalla Corte, il privilegio fiscale concesso fino ad ora è costato dagli 8 ai 33 miliardi di dollari l’anno alle casse statali. La decisione ribalta un precedente del 1992, anno in cui il settore delle vendite online valeva 108 milioni di dollari. Oggi – hanno fatto notare i giudici – il valore è cresciuto fino ad arrivare a 453 miliardi e mezzo”.

Non è mancato l’effetto in borsa per i titoli delle grandi aziende di Internet: “Ebay in perdita tra l’1,9 e il 5,2%. È andata meglio ad Amazon, in calo dell’1%. La compagnia di Jeff Bezos, in realtà, paga già sales taxes sui prodotti che vende direttamente. Ora, in forza della sentenza, dovrà anche raccogliere le imposte dovute quando le vendite sono effettuate da commercianti indipendenti che utilizzano la piattaforma del gruppo”.

Adesso la ‘palla’ passa alle compagnie che chiedono un intervento del Congresso. Probabilmente anche gli stessi consumatori si muoveranno, dal momento che l’acquisto online per loro si traduceva proprio in un risparmio sulle sales taxes.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 25/06/2018