Edoardo Bosio, Herbert Kilpin e Adolf Jourdan, personaggi da non dimenticare

L’impegno del regista chivassese Victor Vegan per la commemorazione di questi pionieri del calcio italiano

Edoardo Bosio, chi era costui? Rispondere a questa domanda narrando la vita di questo personaggio torinese d’adozione significa raccontare le origini del calcio italiano.

Il regista Victor Vegan ci racconta che Edoardo (Jean Pierre) Bosio, nato a Torino il 9 novembre del 1864 da una famiglia svizzera originaria dell’Engadina, fu il primo pioniere del football in Italia. Inviato dai suoi zii, proprietari di una azienda tessile a Sant’Ambrogio di Torino, a migliorare le sue conoscenze industriali presso la Thomas Adams, azienda di pizzi e merletti di Nottingham, Bosio portò a Torino alcuni palloni e coinvolse in primis tre suoi colleghi nel gioco del football.

Nel 1887 a Torino si formò la prima compagine calcistica dilettantistica, denominata “Football Club & Cricket Torino” con i colori delle maglie rossonere del Notts Olympic. Seguì l’ingresso nel neo mondo del football del duca degli Abruzzi che a sua volta formò la seconda compagine dilettantistica dalle maglie oro e nere, chiamata “Nobili”, quattro anni dopo.

Con l’arrivo a Torino del grande amico e collega di Bosio, Herbert Kilpin, classe 1870, si gettarono le basi per la fusione delle prime due compagini. Si innalzò così il livello di questo sport con l’adozione delle “Sheffield Rules” (regole del calcio). Iniziò così il coinvolgimento di vasti strati della popolazione in questo sport, ai danni del cricket che, per le difficoltà delle regole e le troppe ore di gioco, non riuscì invece ad attecchire.

La “Internazionale Football Club” dal 1891 dovette aspettare il 1894 per fare i primi derby con un’altra compagine sorta da una costola della sezione football dei pattinatori che si riunivano per giocare a calcio tra di loro e riutilizzando, per volontà del marchese Ferrero di Ventimiglia, le maglie della “Nobili”, nel 1897 anche questa alzò il suo livello e fece la sua costituzione ufficiale.

Se dell’Internazionale non abbiamo prove documentabili ma solo racconti e lettere dei presidenti che ne narrano le origini, della “Torinese” invece c’è il riferimento sul quotidiano locale de “La Gazzetta dello Sport” la cita il 15 marzo 1897.

Tutto questo Victor lo ha narrato davanti alla tomba di Bosio, al Cimitero Monumentale di Torino, la settimana scorsa in occasione delle iniziative dell’AFC (partecipata del Comune che gestisce i cimiteri) e della Città, che ha partecipato all’iniziativa europea dell’ASCE (Associazione dei cimiteri storici) per valorizzarne il patrimonio artistico e culturale.

La dottoressa Renata Santoro, responsabile dell’accoglienza, celebrazioni ed eventi, visite guidate e percorsi turistici e della comunicazione visiva e relazioni esterne con gli Enti e Associazioni, ha avuto la brillante idea di concludere la visita al campo valdese, insieme all’Associazione Pentesilea e all’Archivio valdese, con la mostra “I Valdesi a Torino” invitando Victor Vegan e lo scrittore Fabrizio Calzia per parlare dei loro lavori.

Victor è infatti il regista del film “Da dove tutto ebbe inizio”, dedicato alle figure di Bosio e Kilpin nel panorama dei pionieri del football, e con Fabrizio Calzia è autore del recentissimo libro “1898: il primo campionato. Il mito del football” edito da Galata Edizioni.

Il libro è improntato ad un approccio filologico scientifico perché riporta informazioni certe e documentate ed ha incontrato un notevole successo. Il film mette ordine nelle vicende, per ora non sempre del tutto comprovabili, delle figure sopracitate, troppo presto dimenticate.

«Sono stato molto contento di aver collaborato con Fabrizio Calzia nella stesura del libro “1898: il primo scudetto. Il mito del football” - dice Victor - perché è stato il primo ad aver scoperto non solo l’amicizia di questi rampolli dell’high society ma anche i contatti tra i genovesi e i futuri granata. Non vi dico di più per non rivelare troppo del libro che non può mancare nella vostra biblioteca personale se siete appassionati a questo sport come noi e avete a cuore la storia…».

Victor prosegue col racconto delle vicende di Adolf Jourdan, classe 1853.

Anche questo signore fu un appassionato del football, di origini francesi, con avi inglesi non documentabili, anch’egli torinese d’adozione come Bosio. Era un commerciante, proprietario del più bel negozio di cravatte, bigiotterie in oro placcato, porcellane, terre cotte, bronzi e peluche di Torino, l’Old England, con sede in piazza Castello 127. Voleva a tutti i costi che il football diventasse ancora più importante e, nel 1898, si inventò, con altri soci, genovesi inclusi, la F.I.F., l’antesignana alla FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio).

Suo padre Matteo, trent’anni più anziano, era originario di Torre Pellice, divenne qualche anno dopo maître d’hotel della “Pension Suisse” in contrada d’Angennes, l’attuale via principe Amedeo; la madre si chiamava Marie Joséphine Gauthier, francese di Amiens.

Adolf, il 16 giugno 1895, sposò Angela Ruata di Alba e, purtroppo, non ci sono tracce di eredi. Un vero peccato perché in mancanza di discendenti, proprio qualche anno fa, i suoi resti sono stati messi nell’ossario generale. Ci resta solo il ricordo di dov’era sepolto e, insieme a Bosio ed a Kilpin, sarebbe bello poterlo omaggiare di una targa alla memoria.

Victor è instancabile, lavora su più fronti, il cinema, l’editoria per non far dimenticare dei personaggi così importanti nel panorama torinese e pionieri del calcio con quella lealtà e amicizia che li contraddistinse. Ultimamente col film ha ispirato l’avvocato Romiti che per la sua associazione “Toro Mio” che verte sull’azionariato popolare è riuscito a combinare un incontro molto importante tra Toro, Milan e Roma (per il Genoa si spera di coinvolgerlo al più presto) tanto che ha fatto nascere recentemente il Comitato N.O.I.F., “Nelle Origini Il Futuro”, insieme ad Apa Milan e My Roma.

Il prossimo sabato 23 giugno, dalle ore 12:00, all’Auditorium Calamandrei, in via Correggio 43, a Milano, ci sarà la prima conferenza stampa di presentazione del comitato, che si svolgerà nell’ambito della festa di Radio Rossonera con la consegna delle azioni dell’A.C. Milan spa da parte dell’Associazione Amici Milanisti 1899 ai propri soci.

Prosegue Victor: «Vorrei davvero che Toro, Milan, Roma e Genoa, diventassero l’esempio di amicizia sportiva che superi le rivalità, utili quando si gioca per mettere sale all’interesse, ma che non possono che rinsaldare le vecchie amicizie ed essere da esempio per lo spirito originario dei nostri pionieri e vorrei che si potessero porre targhe commemorative per Bosio, Kilpin e Jourdan a Torino che hanno contribuito a rendere importante la città e lanciare il calcio nel panorama italiano».

Condividiamo queste idee di Victor, che ha appena finito le riprese del suo film “Jerusalem-Yerushalayim-Al Quds” e che attendiamo di vedere ultimato.

In questo film, Victor interpreta, in onore agli svizzeri del football, un fotografo valdese dei primi anni del ‘900. Nicolò Maimone, che interpretò Herbert Kilpin ne “Da dove tutto ebbe inizio”, indossa i panni di Frithjof Schuon, filosofo svizzero cristiano protestante luterano che viaggerà nel futuro sino al Natale del 2018 per vedere un gruppo di viaggiatori destinati a Gerusalemme.

Vi è anche l'apparizione speciale di Manuel Olivares, giornalista e autore di "Gesù in India".

Jerusalem-Yerushalayim-Al Quds” è un film che auspica la coesistenza pacifica tra religioni diverse.

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Articolo pubblicato il 21/06/2018