Sul tetto del mondo la Cina ha recuperato 8,5 tonnellate di spazzatura, ma il via vai dei turisti continua a lasciare tracce. In buona parte plastica e residui lasciati da alpinisti incivili
Fonte: Repubblica.it
Una montagna di spazzatura. E' triste dirlo, ma da tempo l'Everest ha perso il suo fascino di montagna immacolata e, soprattutto a causa delle spedizioni commerciali, oggi è sempre più ricoperta da rifiuti umani. Ad aprile, riporta il Global Times, la Cina in un tentativo di pulizia ha recuperato 8,5 tonnellate di rifiuti da quella che è considerata la vetta più alta del mondo.
Purtroppo, sottolineano le squadre intervenute sul luogo, buona parte di questi detriti è composto da plastica e feci umane. Da quando la grande montagna è diventata sempre più accessibile anche per il turismo di massa, che si trasforma in spedizioni dove spesso non si rispettano le regole del campo base, l'Everest si è infatti trasformato in una discarica all'aria aperta dove senza alcuna remora migliaia di persone, ogni giorno, si lasciano indietro immondizia, oltre a fare i loro bisogni. Rifiuti che, fanno notare gli himalayani, a causa delle temperature e dei ghiacciai restano a lungo presenti lungo i cammini verso la cima a 8.848 metri.
Inoltre, a contribuire allo scempio, ci si è messo anche il riscaldamento globale che sciogliendo parte dei ghiacciai ha liberato la spazzatura lasciata dagli scalatori per decenni. Nepal, India e Cina si dicono preoccupate dall'inquinamento dell'Everest e, oltre ad iniziative per ripulire l'aria inquinata, l'acqua e e il suolo contaminato, stanno studiando strategie per arginare lo spiacevole fenomeno. I cinesi, dicono i media locali, a breve dovrebbero realizzare più bagni pubblici e servizi igienici lungo la rotta. I tibetani invece sono impegnati in diversi percorsi di bonifica da completare entro il 2020.
Già nel 2012 i rifiuti (non organici) erano così tanti che gli artisti nepalesi hanno perfino prodotto sculture con tonnellate di detriti. I primi dati del 2018 sulle presenze, inoltre, non fanno che rafforzare il volume delle preoccupazioni: sono ben 600 gli scalatori giunti sull'Everest nei primi sei mesi dell'anno spesso grazie a tour low cost.
Infine, ma non da meno, il problema sta riguardando anche tutte le persone che vivono nell'Himalaya nei dintorni della grande montagna: per la Nepal Mountaineering Association le deiezioni degli alpinisti incivili stanno infatti finendo nelle acque finite a valle e fondamentali per la sopravvivenza degli abitanti.
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Articolo pubblicato il 19/06/2018