Nella riflessione dell’impulso
foto © M.Gabbana/SKIRA

Intervista a Maurizio Gabbana, al MEF di Torino per la presentazione del suo libro fotografico "Con la luce negli occhi"

La presentazione – al Museo Ettore Fico di Torino – del volume iconografico Con la luce negli occhi, a cura di Catia Zucchetti, per le edizioni Skira, offre l’occasione di indirizzare un paio di domande all’autore, Maurizio Gabbana.

Ab ovo, banalmente: com’è nata la passione e poi professione per la foto?

La passione è nata con due curiosità: di avere avuto in dono da mio padre una macchina fotografica a pozzetto, “giocattolo” ma funzionante, e di sfogliare ed osservare le pubblicazioni dei maggiori maestri di pittura, grandi osservatori e studiosi della luce e sperimentatori, sino ad arrivare ai futuristi…

E, successivamente, verso che tipo di orientamento tecnico e modalità stilistica si è sviluppata (non c’è termine più appropriato, credo)?

Le mie tecniche - con macchina analogica o digitale in questo caso non è importante - sono di ricerca sulla luce naturale nelle varie ore del giorno e delle stagioni, del dinamismo, della metafisica e di continua sperimentazione, sempre ed assolutamente in modo analogico, all’“antica”, senza postproduzione.

I soggetti delle suggestive immagini, sia in bianco-e-nero (più frequenti) sia a colori, tanto analogiche quanto digitali, spaziano ossimoricamente dall’aspetto di istantanee spontanee a meditate elaborazioni dall’allure sperimentale, da inquadrature dalla classica nitidezza adamsiana, talora invece quasi pittorialiste, alle famose multiesposizioni “immediate”, cioè ottenute solo in ripresa, appunto, e non tramite procedimenti di post-produzione in camera-oscura od applicazioni informatiche…

Sì, in genere mi approccio al soggetto con grande spirito di osservazione, a cogliere la poliedricità che caratterizza ogni essere umano, e seguo la mia ispirazione, la creatività che in quel momento mi aggredisce e mi lascio condurre da questa “mano divina”; non c’è quindi uno studio, c’è un progetto, ma poi mi lascio condurre senza tempo ovunque mi trovi in qualsiasi condizione: mi capita spesso di fermarmi improvvisamente durante i miei spostamenti e sfidare con molteplicità prospettica la meravigliosa scena che ho dinnanzi.

A parte il dichiarato incoraggiamento di Catia Zucchetti (curatrice di questo splendido libro) e di Rolando Bellini, nonché la frequentazione intellettuale con Maurizio Galimberti, e le generiche influenze “caravaggesche” (Michelangelo Merisi, anche lui lombardo e di vedute universali, mondane e ultraterrene) o futuriste (specialmente il dinamismo di Boccioni), il “dono intuitivo” che la spinge a far scattare apertamente l’otturatore non s’ispirerebbe a nessun Maestro dell’Ottava (o ottima?) Arte; eppure vien facile evocare, ad esempio, nomi altisonanti, da Gabinio e Mollino a Berengo Gardin, in ambito nazionale, e da Atget, Man Ray e Margaret Bourke-White fino a Thomas Struth, sullo scenario planetario, soprattutto per l’attenzione al contesto architettonico urbano: ove non riferimenti consapevoli, inconsce reminiscenze culturali?

Maurizio è un amico con cui ho condiviso esperienze umanistiche molto importanti… In realtà, non ho mai seguito un autore in particolare, né relazionato o condiviso con fotografi la mia esperienza; sono molto “ignorante” in questo: non vado ad assistere ad eventi di fotografia, solo se in qualche modo costretto… Ricordo Avedon, ho visto fotografare lo stesso Galimberti, io, poi, l’ho fotografato in alcuni backstage, nei quali mi allenavo con le mie multiesposizioni, l’ultimo a casa Fo, dove ho ritratto ambedue in tutti i modi… A Berengo Gardin ho stretto la mano per la prima volta lo scorso maggio, a Milano, in occasione di una cerimonia in onore di Giovenzana; di Man Ray, invece, ho visto un’opera in plastica al Museo di Castiglione Olona, mentre non conosco gli altri citati, se non di nome: mi scuso, ma veramente i miei mèntori sono i grandi pittori, Canaletto, Bison, Bruegel, Caravaggio e seguaci, Tiepolo e i neoclassici che amavano raffigurare gli dèi dell’Olimpo, i Maestri che han lavorato nelle nostre cattedrali… fino ad arrivare all’Otto-Novecento, francesi, italiani (i “reporter” Degas, Monet, Ricciardi, De Nittis, Segantini…), Inganni, Hayez, i Futuristi, il dinamismo di Balla e di Boccioni, o Crali, il metafisico de Chirico, gli sguardi di Albertini e… Dio Padre Nostro.

Però… che super-tavolozza!… Quali sono i prossimi impegni, programmi e sogni che stanno per uscire dal cassetto dell’insaziabile vitalità creativa di Maurizio Gabbana?

Dopo Torino, per ora è in programma a settembre una presentazione a Cortina, poi una collettiva a Roma, mentre in ottobre sarò ospite alla Biennale di Salerno, ancora per la monografia, quindi alla Biblioteca Malatestiana di Cesena; in dicembre terrò una mostra personale al Museo Rigoletto di Mantova, nonché una seconda a Roma nel febbraio-marzo 2019… E poi… sperimentare ricercare sperimentare ricercare sempre!

In ultimo, ma non da ultimo, sembra che nel suo lavoro coesistano profondi impulsi e riflessioni che non rivela nelle interviste; magari per contrasto, ne confessi, qui adesso, almeno un accenno. (Se mai negasse, consideri che cancellerò la domanda per evitar brutte-figure!)

Forse si riferisce al fatto che sono cattolico, abbastanza fedelmente, e che cerco di lasciarmi ispirare dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo?

 

 

Maurizio Gabbana, 'Con la luce negli occhi', SKIRA Photography ©Maurizio Gabbana

"Con la luce negli occhi"

Presentazione del libro fotografico

edito da Skira

© SKIRA

a cura di Catia Zucchetti

 

Giovedì 14 giugno 2018

dalle ore 18,00 alle 20,00

 

 

 

© MEF - Museo Ettore Fico  

MEF
Museo Ettore Fico

Via Cigna, 114 – Torino

Info: 011-853065 

Fo.To® © FoTo - Fotografi-a-Torino / MEF - Museo Ettore Fico

 

per le immagini © M. Gabbana / SKIRA / MEF / FoTo

 

 

link al precedente articolo

Immortalare la vitale persistenza dell'effimero

relativo alla mostra collettiva Sorvoli sul quotidiano

presso la CSAFarm Gallery di Torino :  

www.bdtorino.eu/sito/articolo.immortalarelavitalepersistenza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/06/2018