L'Infinita Meraviglia del Cosmo

Ventiquattresima tappa. Suonando a quattro mani la Musica dell'Universo

Quale Musica suoneranno quest’oggi per noi le Stelle dell'Universo?

Mentre scriviamo, immaginiamo d’accostarci felicemente ai sognanti Lettori e di assistere con Loro al soave concerto dell’Infinita Meraviglia del Cosmo, armonizzato per l’occasione da un prezioso coro di astri.

A tutti rivolgiamo allora un appello: “Taci. Ascolta”. Per la verità, prestando orecchio attento, si scopre come in quest’occasione le voci siano soltanto due. S’odono infatti un canto e un controcanto, una melodia e un accompagnamento, sciabordanti cascate di note uscite insieme dalla tavola armonica di un pianoforte.

Esso consta di soli ottantotto tasti, bianchi e neri come i risvolti gai e tristi della vita: eppure, su di essi si può produrre una musica infinita, passibile d’infinite variazioni. Quattro mani scorrono agili e cadenzate sul lucente nastro diafano, rincorrendosi e intrecciando note e dita in un’armonia celeste e perfetta.

Davanti allo strumento, sullo sgabello, ognuno potrà sognare di vedervi assisi i Musicisti e i Poeti che più considera preziosi al suo cuore. Noi immaginiamo di scorgere Robert e Clara Schumann, duo complice e sentimentalmente inserito nell’afflato, trascinatore, della Musica romantica.

La poetica schumanniana contempla l'esplorazione di più personalità musicali, al contempo impetuose e delicate, passionali e introspettive, gioiose e lacrimevoli, tutte ricomprese nell’abbraccio del medesimo, spontaneo, lirismo.

Anche l'Astrofisica conosce momenti caratterizzati da ritmi sincroni eppure contrapposti, da accordi timbrici quasi confliggenti nel loro luminoso palpitare all'unisono, da suoni acuti e note gravi fusi in una soave clausola tonale.

È giustappunto alla fusione (in Inglese, merging) si riferisce il fenomeno in questione. L'immagine di oggi contempla infatti NGC 6240, una gigantesca galassia nata dalla titanica unione di due altre galassie preesistenti, incontratesi nelle infinite lande cosmiche, dalle parti della costellazione di Ofiuco.

Tale intenso accordo celeste ha luogo a oltre 400 milioni di anni luce di distanza dalla Terra ma, grazie ai performanti occhi elettronici della Tecnologia, il pubblico terrestre è in grado di coglierne appieno il teso e spasmodico vibrare, echeggiante per oltre 300 000 anni luce. Ancora una volta, il viatico è quello del Telescopio Spaziale Hubble, dotato di camere di rilevamento sia per l’ottico sia per il vicino infrarosso.

Dall'immagine risulta evidente come l’acuto unisono fra galassie sia uno scontro soprano, capace di echi cristallini e affilati, con gorgheggi di morbide note ad accompagnare la fusione dei due oggetti. Ne sono testimonianza le sinuose code mareali che si dipartono dal groviglio centrale, formate da gas e stelle eiettate verso l'esterno per effetto della reciproca attrazione gravitazionale.

I due buchi neri supermassicci originari coalescono in un solo e insaziabile corpo centrale, dotato di potenziale intensissimo. Ne possiamo rilevare la presenza, in virtù dell'emissione luminosa che caratterizza la materia in procinto di naufragare, dolcemente, all'interno di esso.

Proprio come in un brano eseguito a quattro mani, dove l'attribuzione della melodia si riconosce per il luminoso e spumeggiante germogliare della partitura.

Quest'oggi proponiamo ai Lettori/Ascoltatori anche una seconda immagine, contenutisticamente analoga a quella poc'anzi commentata. Infatti, voltando la pagina dello spartito, quei due che insieme vanno e paion sì al vento della Musica esser leggeri, principiano a eseguire un nuovo pezzo, e lo sgabello scricchiola nel trasporto dell'esecuzione.

Le dita di Robert e Clara scorrono agili, proponendosi vicendevolmente una parte, assaporandone la musicalità…: per poi magari integrarla, suggerire modifiche e, infine, restituirla all'altro arricchita di una sfumatura dolce e partecipata. Come se, invece di suonare, stessero scrivendo…, sotto la libera e appassionata dettatura del cuore.

Per noi, vagabondi nelle infinite lande cosmiche, la variazione porta con sé una novella immagine celeste, riferita a NGC 2623, ennesimo frutto del merging galattico. Questo enorme oggetto, collocato a circa 250 milioni di anni luce di distanza dalla Terra e individuabile all'interno della costellazione del Granchio, manifesta code mareali ancora più sottili ed elongate, ali brillanti di una linea melodica fatta da stelle in rapido e frenetico movimento.

La chiave con cui leggere la partitura varia nel corso del brano: si utilizza infatti quella dell’Hubble Space Telescope per la banda ottica, mentre Spitzer indaga la componente infrarossa, Galex quella ultravioletta e XMM-Newton il contributo in termini di raggi X.

La dinamica marca un fortissimo crescendo in corrispondenza del rigonfiamento centrale, ove i due cuori galattici si sono fusi per formare un unico, luminosissimo, AGN (acronimo di Active Galactic Nucleus, nucleo galattico attivo). All’intorno si trova una regione caratterizzata da elevato tasso di formazione stellare, dove gli astri fioriscono come le note primaverili di un trillo prolungato.

Inoltre, un secondo sito particolarmente attivo - per quanto extra-nucleare -, è quello che si apprezza nella porzione in alto a sinistra del core: lì sono disposti i clusters stellari, recenti assembramenti di stelle blu.

Il merging galattico si articola in più fasi, con differenti stadi di compenetrazione, esattamente come un brano a quattro mani è costituito da più momenti musicali.

Ciascun momento, ciascuna fase, manifesta ovviamente una tonalità d’impianto e, in virtù di ciò, risuona con una nota specifica, echeggia con un determinato timbro, inebria con una sfumatura ben individuabile…

Del resto, il colore è luce, e la luce dà calore. Colore e calore sono dunque legati al movimento dei corpi che, in quanto vivi e palpitanti, producono nell’aere soavi e sinuose fluttuazioni…, la loro Musica.

La vita non può essere posseduta che in riflessi colorati. Noi optiamo per un morbido e soffice manto di Stelle baluginanti e dal cuore d'oro, per un prezioso arcobaleno di dolcezze primaverili, per un fulgido e infinito abbraccio color del cielo… Celeste.

 

Il viaggio continua!

 

Image Credit 1: NASA, ESA, Hubble Heritage (STScI/AURA), A. Evans (University of Virginia/NRAO/Stony Brook University);

Image Credit 2: ESA/Hubble & NASA

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Articolo pubblicato il 09/06/2018