Sansepolcro (Arezzo) - La Seduzione della Prospettiva di Piero della Francesca

Progetto espositivo curato da Filippo Camerota e Francesco Paolo Di Teodoro

Sansepolcro  in occasione della presentazione dei restauri avvenuti sulla  Risurrezione  del grande artista Piero della Francesca presso il Museo Civico di Sansepolcro è stata allestita una interessante mostra:  “PIERO DELLA FRANCESCA. La Seduzione della Prospettiva”, il pubblico la potrà visitare fino al 6 gennaio 2019 - quindi avremo tutto il tempo a nostra disposizione nelle  imminenti vacanze estive per ammirare  i capolavori. Il progetto espositivo viene curato da Filippo Camerota e Francesco Paolo Di Teodoro,  ed è promosso dal Comune di Sansepolcro, su un progetto del Museo Galileo di Firenze con la collaborazione della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, ed è  organizzata da Opera Laboratori Fiorentini.

 Scrive nel catalogo il Sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli: “La mostra è stata concepita come un percorso dinamico  e interattiva, quindi con un approccio che può indubbiamente rivestire anche un’importante valenza didattica”, inoltre vuole dimostrare al visitatore anche le due anime di Piero della Francesca: raffinato pittore, grande matematico, considerato il paladino della pittura prospettica rinascimentale. Nel XXI secolo gli storici della scienza e i matematici hanno scoperto le competenze di Piero nel campo della geometria, riconoscendo la sua puntuale conoscenza dei matematici classici, in particolare Euclide e Archimede.

Il percorso espositivo è strutturato in  otto sezioni che approfondiscono gli studi affrontati da Piero nel corso della sua carriera. L’evento viene accompagnato da una interessante pubblicazione edita dalla Marsilio curato da Filippo Camerota e Francesco Paolo Di Teodoro.

L’obiettivo espositivo  è quello di  rendere tangibile la dimensione geometrica della bellezza che contraddistingue tutta l’opera pittorica di Piero della Francesca. Nella prima sezione il visitatore incontra la prospettiva del maestro tra arte e matematica, attraverso le riproduzioni di alcuni disegni,  si dimostra che il  ”De Prospectiva Pingendi”è il primo trattato sistematico che influenzò profondamente artisti e teorici quali Leonardo da Vinci, Albrecht Durer e Daniele Barbaro, riguardante la prospettiva interamente illustrata. Il trattato è suddiviso in tre libri, nei primi due vengono approfonditi le tecniche prospettiche per le figure piane e i solidi geometrici, nel terzo, si analizza le figure più complesse, in particolare la figura umana.

Nella seconda sezione si analizzano I principi geometrici, la relazione di Piero con Firenze, quando l’artista vi giunse intorno al 1439, per lavorare con Domenico Veneziano  sui  perduti affreschi di Sant’Egidio. Nella terza sezione sono prese in considerazione le regole del disegno prospettico, attraverso modelli e disegni, dove si comprende che Piero  fu il primo a scrivere per gli artisti. Nella quarta sezione  si approfondisce le regole dei corpi geometrici tra il matematico Luca Pacioli e Piero della Francesca, analizzando il celebre ritratto del matematico e giovane ignoto (Foto 3). Il dipinto sarebbe stato eseguito nel 1495, ed è attribuito a Jacopo de’ Barbari, ed è custodito nel Museo Capodimonte di Napoli.

Con la sezione i maestri della prospettiva si può comprendere l’amicizia che legava il pittore Della Francesca con gli intarsiatori come Lorenzo Canozzi da Lendinara, a quei tempi  l’arte dei legnaioli era una delle prime aree di diffusione del trattato del “De prospectiva pingendi”.

Sesta sezione, sono presi in considerazione  I disegni di architettura  che pongono l’attenzione sull’interesse per il disegno architettonico. Per Piero un buon pittore doveva possibilmente essere prima un buon architetto o, almeno, conoscere dell’architettura tutto ciò che riguardava il disegno degli ornamenti,  che andava dalle proporzioni alla sintassi degli ordini classici. La penultima sezione attraverso  alcuni disegni,  esamina la figura  umana. L’esigenza di dimostrare la misurabilità di ogni corpo, anche di quelli  non geometrici come quello della figura umana,  spinse il Della Francesca a svolgere uno degli esercizi prospettici più complessi che si possano immaginare: il disegno prospettico della testa umana. L’artista trasformò il corpo naturale in un solido geometrico sezionando la testa con piani meridiani e paralleli, quasi come fosse un globo terrestre.  Nell’ultima sezione sono proposti al pubblico gli studi che Piero della Francesca fece sugli inganni visivi  e gli effetti bizzarri  che producevano tra l’occhio umano e la distanza di osservazione. Inoltre un video a conclusione del percorso espositivo di Sansepolcro mette in evidenza la bellezza dell’opera pittorica di Piero della Francesca attraverso la dimensione geometrica.

“Flagellazione  di Cristo” eseguita nel 1453 circa Urbino, Galleria Nazionale  delle Marche.  

“Madonna del Parto” eseguita tra il 1455-1465 conservata nei Musei Civici di Monterchi - Arezzo.

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Articolo pubblicato il 07/06/2018