I dati che cambiano l’agricoltura: il caso Aerofarms

La trasformazione del lavoro di fronte all’avanzamento tecnolgico

Si chiama Aerofarms, una startup attiva nella tecnica di coltivazione, nello specifico il  “vertical farming”: una realtà che pare partorita da un romanzo di fantascienza.

Come ha sintetizzato Tom Burns, Senior vicepresidente per networking e soluzioni di Dell/Emc: “Non serve la terra, non serve il sole, servono le informazioni”. Infatti, come riporta il sito 01.net: “Aerofarms si estende al coperto su 22.000 metri quadrati con 12 livelli di spazio coltivabile. […] Ha sviluppato un sistema di produzione aeroponica; invece di essere sepolte nel terreno, le radici delle piante sono appese nell'aria e periodicamente spruzzate con una nebbia fine di acqua e nutrienti. Questo comporta l’utilizzo del 95% in meno di acqua. Per la luce si utilizzano i Led e le variazioni di luce e soluzione nutritiva permettono di modificarne il gusto. Migliaia di sensori monitorano temperatura, umidità e  livelli di CO2 nell'aria, così come il tasso di crescita e anche la forma delle foglie. Niente è lasciato al caso”.

Sempre Burns riferisce che “ in un sondaggio che abbiamo fatto tra aziende medio-grandi di tutto il mondo, solo il 45% delle imprese ha capito che in 3-5 anni il loro business potrà diventare obsoleto, solo il 48% non ha idea di come si trasformerà il proprio settore in tre anni, mentre il 52% ha fatto almeno una esperienza di disruption intensa negli ultimi tre anni”.

Un panorama che rende sempre più attuale la questione della trasformazione del lavoro di fronte all’avanzamento tecnologico. Nel caso Aerofarms non si parla di robot, anche se l’analisi di dati ha un ruolo da leone. Non può che dar da riflettere l’idea che una pianta possa crescere e produrre cibo senza la terra: in questo modo una sorta di topos dell’agricoltura viene meno; e non si può non intravedere dietro questo sempre minor bisogno della materia una seria questione antropologica su cui la politica e la società in generale sarebbero chiamati a riflettere.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 30/05/2018