Nuoro - Omaggio alla pittura delle Donne Futuriste

Il Museo Man mette in evidenza come le donne amassero la pittura futurista

Il Museo MAN di Nuoro  con la mostra:” L’ELICA  E LA LUCE”. Le futuriste, 1912-1944” Foto opera del 1914 eseguita da Adriana Bisi Fabbri:”I sette peccati capitali” collezione privata fino al 10 giugno. museoman.it) curata da Chiara Gatti e Raffaella Resch, con il contributo della Fondazione di Sardegna, e sostenuto dalla Regione Autonoma della Sardegna e Provincia di Nuoro rende omaggio alla pittura delle donne Futuriste.

Attraverso oltre un centinaio di opere composte  fra dipinti, sculture, carte tessuti, maquette teatrali oggetti d’arte applicata rendono omaggio a queste donne che hanno lavorato dagli anni dieci fino agli anni quaranta, firmando manifesti teorici del futurismo, partecipando alle mostre, sperimentando innovazioni di stile e di materiali in ambiti trasversali quali le arti decorative, la scenografia, la fotografia e il cinema, ma anche la danza, la letteratura e il teatro.

Figure indipendenti, artiste e intellettuali di primo piano nella ricerca estetica d’inizio secolo. In questa mostra si fa largo, la presenza delle donne nell’arte del Novecento, e viene messa in luce da diversi studi effettuati a partire dagli anni Settanta, con ricognizioni storico-critiche riportando in luce personalità di artiste  eccezionali, con opere di alto valore artistico che erano del tutto sconosciute, si ignorava addirittura la nascita e la scomparsa.

Il percorso espositivo nuorese, restituisce il panorama dell’arte di queste donne, rimaste per lungo tempo in secondo piano, nonostante rimanga ancora un caso aperto e controverso, il ruolo delle donne nel futurismo, che fin dalla sua fondazione proclamava il disprezzo della donna e costruiva una visione dell’arte totalizzante su valori quali la forza, la velocità, la guerra, da cui il genere femminile doveva rimanere escluso.

Così scriveva il Manifesto del futurismo del 1909:” Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.

 Traspare come il movimento futurista odiasse le donne, mentre le donne amassero l’arte del Futurismo. Con questa iniziativa artistica si completa la trilogia intrapresa in questi anni dalla direzione artistica di Lorenzo Giusti puntando sui movimenti d’avanguardia storica dell’arte iniziando con l’arte dell’espressionismo tedesco, poi con le avanguardie russe ed infine quella, in corso, sulla pittura delle donne futuriste.  

Lorenzo Giusti scrive nel saggio:”Un progetto che può dirsi certamente frutto di un lavoro collettivo, sviluppato a stretto contatto con i diversi archivi del futurismo, sia pubblici sia privati, con gli eredi delle artiste coinvolte e con i tanti ricercatori che, generosamente hanno messo a disposizione e le proprie conoscenze ….”.

 Nuoro in questi anni ha promosso Interessanti esposizioni ad alto livello nazionale internazionale curando ogni particolare nei minimi dettagli, come  il catalogo che accompagna la mostra. E’ difficile in questi tempi trovare pubblicazioni esaustive eleganti raffinate come quella adottata per l’evento espositivo del MAN di Nuoro. Complimenti anche per questa attenzione.

 Il volume edito da Officina Libraria ( rilegato con copertina cartonata pp.192 ill. ni colori €29.00 Foto 1) riporta testi eseguiti da Giancarlo Carpi, Enrico Crispolti, Chiara Gatti, Lorenzo Giusti, Raffaella Resch, Enrico Bittoto, Francesca Duranti e una intervista a Lea Vergine. Nelle pagine finali sono riportate tutte le biografie delle artiste presenti in mostra.

L’esposizione si avvale di opere provenienti da prestiti di collezioni pubbliche e private maggiormente italiane, e sono accostate ad ognuna  con un ampio apparato documentaristico consistente in pubblicazioni di prime edizioni, lettere autografe, fotografie d’epoca, manifesti originali, studi, bozzetti.

 Interessante l’intervista rilasciata da Lea Vergine a Chiara Gatti:”Fino al 1979 non erano mai state svolte vere ricerche articolate sul mondo delle donne artiste. Non potevo contare né su esplorazioni precedenti, né su interlocutori che conoscevano l’argomento. Mi trovai di fronte al vuoto. La documentazione era pochissima. Molti nomi quasi sconosciuti. Si trattava di fare riemergere, dopo decenni di oblio, personalità e grandi talenti di cui si ignorava quasi l’esistenza.

Le donne del futurismo- continua Lea Vergine - hanno anticipato a livello politico e sociale una serie di asserzioni e rivendicazioni che sono state poi riprese dal Sessantotto in avanti dai gruppi femministi più protervi. Esse hanno tradotto, nei moti del corpo esperienze intime, personali, psicologiche, in un periodo in cui la posizione della donna nella società era lontanissima dall’emancipazione degli anni della contestazione”.

Didascalie

Foto  1 Copertina libro riproducente una fotografia  di Giannina Censi in Aerodanza 3 rovesciamento d’apparecchio del 1931 circa fotografia d’epoca Archivio MART di Rovereto

Foto 2 Bice Lazzari “Arazzo del 1928”Intarsio in panni Lenci (Archivio Bice Lazzari)

Foto 3 Benedetta:”Ritmi di Rocce e Mare” 1929 ca. olio su tela. Collezione privata.

Foto 4 Leandra  Angelucci Cominazzini “Follia” 1932 tecnica mista su tavola . Collezione privata

Foto 5  Benedetta:” Cime arse di solitudine”del 1936 ca. olio su tela. Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni”, Trento

Foto 6 Barbara “Pensieri in carlinga” 1938 olio su tela,Collezione privata.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 24/05/2018