L'eccessiva esposizione ai raggi solari e un tumore pericoloso: il melanoma oculare

L'estate è alle porte, ci attendono lunghe giornale intensamente soleggiate, fonte di felicità per gli amanti della tintarella, ma l'esposizione prolungata al sole, come è noto, non esercita solo un effetto benefico, ma può trasformarsi in una pericolosa insidia per la pelle. Infatti fra le componenti della radiazione luminosa, possono esservene alcune come i raggi UV-B capaci di permettere all’organismo di sintetizzare la vitamina B, ma altre possono rivelarsi assai dannose in caso di esposizione prolungata, essendo in grado di determinare l’insorgenza di gravi patologie, non solo a carico della cute, ma anche in altri  organi apssai delicati, gli occhi, in cui può svilupparsi una pericolosa forma di tumore: il melanoma oculare.  

Nell’adulto il melanoma intraoculare rappresenta il 90% di tutte le neoplasie oculari. L’incidenza è di circa 6-7 casi per milione di abitanti; in Italia vi è il riscontro di  circa 300-400 nuovi casi ogni anno; colpisce i melanociti, le cellule responsabili della produzione della melanina, il pigmento cui dobbiamo il colore della pelle e degli occhi. Nell'occhio, i melanociti si trovano principalmente nell'iride o nella coroide, uno degli strati vascolari del bulbo oculare, componenti dell’apparato visivo che non sono visibili quando ci osserviamo allo specchio, elemento questo che rende difficile il rilevamento del melanoma oculare che, generalmente non causa segni o sintomi precoci.

I fattori di rischio per il melanoma oculare sono essenzialmente rappresentati dal colore chiaro degli occhi; le persone conocchi azzurri o verdi, unito al colore molto chiaro  della cute, potenzialmente, sono soggette  ad un maggiore rischio  di insorgenza della malattia, rispetto ai soggetti con la pelle scura. Un altro elemento favorevole all’insorgenza di un melanoma è rappresentato dalle patologie cutanee su base ereditaria. L'esposizione alla luce ultravioletta (UV)al pari della luce solare, o dei lettini abbronzanti, può aumentare il rischio di insorgenza della malattia

L'accrescimento del tumore avviene lentamente; la maggior parte delle forme tumorali dell'occhio possono essere per lo più prive  di manifestazioni cliniche  di rilievo, tali da allarmare il paziente e, per essere individuate, è necessario sottoporsi ad un accurato esame dall'oculista. La sensazione di corpo estraneo come di  granelli di polvere, la percezione di strie luminose, come dei lampi,  un cambiamento del colore dell'iride, un progressivo peggioramento  della vista, l'oscuramento parziale di una porzione del campo visivo o un cambiamento di colorazione della pupilla, che assume un aspetto  biancastro, rappresentano un segnale di pericolo e devono far sospettare la presenza di un tumore all'interno dell'occhio.

Il melanoma intraoculare non possiede caratteristiche di ereditarietà e, nella maggioranza dei casi,  è unilaterale. La diagnosi avviene  per  lo più i con l’oftalmoscopia, metodica  che permette di valutare il fondo oculare, e con un controllo ecotomografico, con cui è possibile, oltre a poter valutare la forma, le  dimensioni ed il volume della lesione e di poter avere in prima approssimazione la tipizzazione della forma tumorale. Con l'OCT, la tomografia ottica a luce coerente, un esame non invasivo e veloce, lo specialista ha la possibilità di ottenere in modo assai preciso informazioni sullo stato della retina. Una valutazione del fondo oculare è possibile anche con la tecnica dell'autofluorescenza, che consente di  ottenere un’immagine della retina in cui si possono valutare le condizioni funzionali dell'epitelio pigmentato retinico e dei fotorecettori.

Raramente si è costretti ad effettuare una biopsia per fare diagnosi, se non nei casi è possibile effettuare una terapia conservativa, per permettere al patologo di effettuare la valutazione citogenetica.  Per questi motivi la diagnosi ed il trattamento dei tumori oculari richiede una notevole esperienza dell'oculista, ma non solo, la diagnosi e le successive cure devono avvenire con la collaborazione di un team multidisciplinare plurispecialistico composto da radioterapisti, biofisici, oncologi, patologi e genetisti. A seconda delle dimensioni e della posizione del tumore, vi sono diverse alternative terapeutiche, principalmente basate su tecniche laser assai sofisticate , unite alla radioterapia ed alla microchirurgia, consentono i buona parte dei casi di sradicare il tumore, preservando il bulbo oculare.

Il trattamento del melanoma è differente a seconda della localizzazione, delle sue dimensioni,  se la neoplasia è associata ad un eventuale  distacco essudativo della retina. Andranno inoltre  valutate la capacità visiva dell’occhio malato e le condizioni dell’occhio controlaterale. La terapia può essere di tipo conservativo, se è possibile una resezione parziale  del tumore, o radicale, se è necessario asportare completamente la massa neoplastica.

Il melanoma oculare è dunque un tumore insidioso, meritevole di essere tenuto presente, in particolare dai soggetti a rischio che non devono esitare a sottoporsi ad un controllo dall'oculista, qualora la comparsa dei sintomi segnalati, possano far sospettare una simile pericolosa patologia.

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Articolo pubblicato il 21/05/2018