Pessinetto (TO) La minaccia dell’elettrodotto

Chi cerca di devastare la montagna?

Oggi a tutti i livelli, si blatera di ecologia, di difesa dell’ambiente e di turismo, quale risorsa che dovrebbe risolvere ogni male, dalla disoccupazione giovanile al deficit di Stato e Comuni.

Ma in effetti, anche forse per ignavia, si favoriscono e consentono comportamenti e decisioni che raggiungono gli effetti opposti.

La vicenda che sta interessando in questi giorni le Valli di Lanzo, ha dell’incredibile.

L’Enel per il tramite di costruttori intermediari, ha presentato un progetto nel 2015 che prevede l’installazione di elettrodotti nella media, alta Valle di Lanzo. Alcuni sindaci, avvalendosi di disposizioni di Legge, presentano il loro diniego motivato al Consiglio Regionale, che a sua volta boccia il progetto.

Con lievi modifiche, l’Enel, sempre in via indiretta, torna alla carica.

Uno dei Comuni particolarmente interessato a bloccare nuovamente l’opera, in quanto negativa per il turismo e pregiudizievole per la salute dei propri abitanti, è Pessinetto.

Nell’ultimo consiglio comunale di Pessinetto si è così discusso della proposta/progetto di fare passare un elettrodotto ad alta tensione nel tratto Ceres-Funghera (Germagnano) per via aerea tagliando a mezza costa il versante che culmina con Punta Serena nel territorio del suddetto Comune. Questa (per adesso) bozza è addirittura peggiore a livello di impatto ambientale a quella proposta tre anni or sono.

Attenzione massima del sindaco e del Consiglio Comunale che, qualora gli incartamenti ufficiali approdino alla Regione Piemonte, sono compatti nel riaffermare il parere negativo alla realizzazione dell’opera, così come concepita.

Il perché di una scelta discutibile anche sotto il profilo tecnico se la pone il direttivo del Movimento identitario Piemonte Stato.
“È cosi che si intende valorizzare la montagna? Devastandola?
Specialmente per quanto riguarda le Valli di Lanzo, sostiene Sonia Turinetti, dove “non nevica firmato”, bisognerebbe puntare su un turismo di qualità, perché tanto hanno le Valli da offrire da un punto di vista naturalistico (la loro natura ancora “selvaggia”), alpinistico (la splendida testata, un muraglione che raramente scende sotto i 3500m!) ed a livello storico.”

“La Bassa Valle, prosegue l’esponente di Piemonte Stato, oltre ad offrire la possibilità di escursioni nell’arco di tutto l’anno, sta rivelandosi una vera miniera di siti che stanno venendo riscoperti o addirittura scoperti ex novo proprio dalla cittadinanza, sempre più attenta al proprio territorio… Queste luoghi così fragili non devono essere il semplice “frigo” del mordi e fuggi nei torridi fine settimana estivi..”

Entrando nel merito, Amministratori e Cittadini chiedono e di fatto propongono che, come per il tratto inziale, l’elettrodotto possa venire interrato, per non sconvolgere ambiente e territorio. Proposta che risolverebbe gran parte dei problemi, come già avvenuto nella vicina Valle di Susa.

Tutto sarebbe ottimale e conseguente , come in conclusione ci dichiara Sonia Turinetti,” se fosse ovviamente accompagnato dalla parte politica, che deve tutelare le realtà che lavorano in montagna: ogni esercizio che chiude è la morte di un paese e ogni locale che chiude è la morte di una comunità.
Se zone montane come la Valle d’Aosta o il Trentino-Alto Adige sono risorte grazie ad una fiscalità agevolata, non capiamo come mai altre zone montane, molto più svantaggiate delle sopra nominate, non devono godere dello stesso trattamento”

Problematiche annose poste in modo sensato e collaborativo.

Ma in piazza Castello cosa fanno? Dormono!

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Articolo pubblicato il 16/05/2018