I Marillion, sia nel periodo caratterizzato dalla ingombrante figura di Derek William Dick, alias Fish, sia dalla non meno carismatica personalità di Steve Hogarth, rappresentano un rarissimo fenomeno di incredibile feeling, una “fidelizzazione” vera e propria, con la propria fan-base.

I fans della band inglese, sono un “popolo”, una big-family, che conosce a memoria, ogni singola nota, ogni stacco, ogni partitura e naturalmente ogni singola parola.

Gruppo energetico, poliedrico, coinvolgente, nato come erede della generazione progressive, in decadenza alla fine degli anni ’70, a causa delle bordate provenienti dal punk e dalla new-wave, i Marillion si sono ritagliati un posto di rispetto nella storia della musica contemporanea.

Gruppo energetico, poliedrico e coinvolgente: definizione che calza quanto mai a pennello per i Mr. Punch, tributo italiano alla band di Aylesbury, rigorosamente “periodo Fish”.

Ne ho sentito parlare a lungo, anche per via della profonda amicizia che mi lega ad Alessandro Corvaglia, il lead-vocal della band, e ho avuto modo di vedere parecchi video, pubblicati sul sito www.mrpunch.net, quindi,  il “debutto” piemontese al Peocio di Trofarello (To), grazie al fiuto del gestore Tony Scantamburlo, per me è stato un “obbligo” quanto mai voluto e desiderato.

 

La prima cosa che mi viene in mente, dopo aver assistito allo spettacolo, è: “better than the originals”.

Si, meglio degli originali: ebbi  occasione di vedere i Marillion dal vivo, nel 1988, impegnati nel tour di “Clutching at Straws”, l’ultimo con Fish voce solista, e rimasi impressionato, oltre che dalla presenza scenica del front-man, dalla tecnica raffinata e sofisticata dei musicisti sul palco.

Ebbene, ho riprovato le stesse sensazioni, ascoltando e vedendo finalmente on-stage i Mr. Punch, con una aggiunta: il cuore.

 

Da anni mi occupo di tribute-band, ho anche scritto un libro sull’argomento, e vi posso assicurare che raramente ho assistito ad un concerto suonato con così tanto cuore.

Il cuore, la passione per quello che si suona, quel “quid” in più, che ha reso la performance dei Mr. Punch qualcosa di straordinario.

Entusiasmante.

 

Il concerto, intitolato “Mr Punch plays Misplaced Childhood for a Jester’s Tear”, comincia, e non poteva essere diversamente, sulle note de “La gazza ladra” di Gioacchino Rossini, come nel doppio live “The Thieving Magpie”, e proprio come sul disco, “He knows you know”, arriva quasi subito ed è il primo pugno nello stomaco, il primo di una lunga serie.

“Cinderella search”, b-side ormai promossa a hit vero e proprio, e “The web”, tirata, molto tirata, lasciano il posto a “Chelsea Monday”, mio brano preferito in assoluto, eseguita con precisione maniacale e poco dopo al brano migliore dello show, per intrerpretazione e sentimento: “Forgotten sons”, dove l’asta del microfono diventa un fucile a ripetizione, dove il front-man, con mimetica d’ordinanza, vive e fa vivere testo e musica, coinvolgendo il pubblico in una performance da paura, compreso il gun-suicide finale. Applausi a scena aperta.

 

Ma non c’è tempo per rilassarsi: è il momento dell’intera suite di “Mispalced childhood”, quaranta minuti abbondanti di musica, che vola via in un attimo, e di “Fugazi”, perfetta, che chiude la prima parte dello show.

E’ ora di andare a casa? No! E’ tempo di encores, “The last straw” e “Market square heroes”, che trasformano la sala in una bolgia.

Standing ovation finale, doverosa e meritata.

 

Standing ovation alla band: Guglielmo Mariotti, sudore, impegno, passione, un basso che urla, Marcella Arganese (W le donne rock!), una dark queen della chitarra, flow impressionante, Roberto Leoni, una batteria che è una macchina da guerra, Daniele Fuligni, tappeto di tastiere fondamentale per il sound del gruppo, e Alessandro Corvaglia, front-man come quelli di una volta, voce e presenza scenica entusiasmante.

 

Insomma una serata da “circoletto rosso”, per dirla alla Rino Tommasi, che ricorderò a lungo.

Una serata, cominciata assistendo al sound-check,e proseguita con una chiacchierata interessante e divertente, con i cinque Mr. Punch, che adesso vi propongo.

 

Ragazzi, un po' di storia dei Mr Punch.

Guglielmo: L’idea di fare un tributo ai Marillion è nata qualche anno fa, inizialmente come costola di The Watch, cosa che poi non si è concretizzata, perchè il tributo ai Genesis era molto corposo. Così sono uscito dalla band e ho cominciato a pensare ai tributo ai Marillion. Ne ho parlato con Marcella, la nostra chitarrista, che si è detta entusiasta del progetto: abbiamo cominciato a pensare a chi potesse essere adatto e il primo pensiero è stato per Alessandro, con cui  avevo già collaborato nei  Real Dream, sempre un tributo ai Genesis (rigorosamente periodo Peter Gabriel, ndr), molto bravo a fare Peter, ma che a fare Fish era ed è addirittura meglio; poi conoscevo bene il batterista dei The Watch, Roberto, anzi ero innamorato del suo drumming, e anche lui si è detto da subito entusiasta del progetto. Il discorso tastieristi è stato leggermente più complicato, sono merce rarissima (ride, ndr), poi per una serie di motivi si è proposto Luca Scherani, musicista genovese. Abbiamo cominciato a girare con questo line-up, facendo due  anni di concerti, poi anche lui era oberato da altri impegni, e si praticamente auto-escluso. Fortuna vuole che conoscevamo già Daniele, col quale avevamo già fatto un mini tour inglese, quindi la scelta del nuovo tastierista è stata quasi naturale. Così siamo arrivati alla formazione attuale, internazionale, se mi passi il termine: io sono romano ma vivo in Brianza, Alessandro è livornese e vive a Genova, Marcella è romana  ma abita a Milano, Roberto è milanese ma abita a Varese e Daniele è romano e vive a Roma: le distanze non sono un problema, speriamo di aver trovato una formazione stabile...ma sto parlando troppo...lascio la parola a voi...(ride, ndr).

Roberto: ne approfitto...l’idea è anche quella di un nostro disco di inediti, oltre al tributo ai Marillion. Stiamo lavorando su pezzi nostri, ma il tempo è tiranno. Praticamente è come avere due band: per proporre un tributo di questo livello, bisogna lavorare tanto, anche a livello organizzativo. Un lavoro enorme, che dividiamo tra di noi, ma che è molto impegnativo. Fare una band “solista” è altrettanto impegnativo.

Giusto per completare questo argomento: i brani che state scrivendo, sono in stile Marillion, oppure...

Tutti: ...quello che esce...

Alessandro: io ho scritto un brano di quasi dieci minuti, che penso con i Marillion abbia poco a che vedere. Ci sono altre idee che abbiamo tirato fuori che vanno quasi in una direzione “crimsoniana”. Non scartiamo nulla. Si sentirà probabilmente l’influenza vocale, la mia impostazione è quella, è il mio timbro naturale...ma ti dico che non abbiamo intenzione di fare un disco “alla” Marillion.

A beneficio di quei pochi profani che non lo sanno, da cosa deriva il nome Mr. Punch?

Marcella: Beh, c’è un brano dei Marillion che si intitola “Punch & Judy”, ma non è solo quello: Mr. Punch è anche un fumetto di Neil Gaiman che riprende la storia di Punch & Judy, tradizione inglese, il nostro Pulcinella.

Dato per certo, io amo molto le donne rock: come ti trovi a suonare in un mondo particolarmente maschile?

Marcella: (ride, ndr) ...ormai è diventata normalità...sai...quando siamo in viaggio e ci fermiamo per uno stop,ad esempio, i signori vanno in bagno e regolarmente li sento dire...manca Marcella...

Seguendo la vostra storia, ho notato una crescita pazzesca di popolarità: fate un sacco di concerti, in Italia, ma, caso molto raro nel mondo dei tributi, avete un seguito incredibile all’estero. So anche che in un futuro molto prossimo, sarete impegnati in un tour internazionale, volete parlarne?

Alessandro: Berlino, ed è la prima volta che ci esibiamo in una città di così alto livello, ma cosa ancora più importante, suoniamo al Camden Underworld, London Town il 19 Maggio. Se non ricordo male è la quinta volta che si va nella terra natale degli artisti che tributiamo, ma è anche vero che Londra ha un significato tutto particolare: primo perchè i Marillion tra il Marquee ed altri locali hanno cominciato la loro carriera, riscuotendo i primi successi; ma è una città che ha talmente tante proposte musicali che, già dare spazio ad un gruppo italiano, rappresenta un successo notevole, poi darci uno dei locali tra i più conosciuti  dove si fa musica, è un grandissimo traguardo.

Roberto: Oltretutto suoniamo di sabato sera, e questa è una figata...e poi lo stesso giorno si sposa il Principino d’Inghilterra...e quindi andremo tutti al castello di Windsor per il party...(risata generale, ndr).

Quindi all’estero il riscontro del pubblico è entusiasta, compresa la Royal Family...e in  Italia?

Alessandro: Mah, il discorso sarebbe lungo ed articolato, per sintetizzare, parecchi locali non sono propensi a rischiare e a scommettere su proposte come la nostra. Nei tributi c’è una classifica, sempre i soliti: Vasco, Ligabue che vanno per la maggiore e prevalgono su altre realtà che possono essere i Genesis, addirittura  i Queen. All’estero la gente esce, va nei locali e sente musica; in Italia, anche per via della crisi il pubblico comincia a distinguere. Se vogli andare lì, non posso permettermi di andare là. All’estero i locali dove si fa musica hanno addirittura delle agevolazioni  fiscali, cosa che per noi è utopia. Diciamo che in italia il pubblico è pigro, e i gestori non  sono portati a rischiare.

Beh...anche voi però...fate un genere di nicchia...avete mai pensato di virare su Gigi D’alessio, sarebbe...

Alessandro: Si, una volta c’ho pensato...ma ho cambiato pusher...

Bravo! Tornando seri, una cosa che chiedo a tuttii tributisti: parlando con musicisti e artisti professionisti, o famosi, se preferite, quasi tutti non apprezzano le tribute band: tanti paragonano ad un semplice copia-incolla.

Marcella: Mah, io questa cosal’ho sentita, ma da musicisti non professionisti.  Addirittura ho suonato con un batterista milanese molto famoso, che ha parecchi allievi, e quando gli ho proposto di portare sul palco brani originali,mi ha detto di preferire suonare dei tributi, perchè con i brani  originali non vai da nessuna parte.

Ci credo,  ma ho sentito dire, dal membro di un gruppo molto famoso, che il tributo lo fai quando muore l’originale, o un gruppo si è sciolto, tipo Elvis o i Beatles.

Alessandro: No, assolutamente. Questo penso sia il punto di vista di chi un tributo lo vede come attività, uso una brutta definizione, a scopo di lucro. Noi siamo partiti come un atto veramente di amore, con l’idea, come ti abbiamo già detto, di fare poi roba nostra. Non ci siamo mai posti il problema di campare con i Mr. Punch, ma le serate sono venute fuori quasi  da sole, perchè non sono poi in tanti a fare questo tipo di tributo: c’è chi fa tutto il repertorio, chi fa il periodo Hogart, chi fa il periodo Fish. Questione di scelte. La nostra proposta è stata gradita tantissimo. Allora,chi vede la cosa come un investimento economico, teme la rivalità, ma io continuo a dire che nella musica, il risultato lo fa la domanda.

 Roberto: Stiamo comunque parlando di arte. Se io vado a sentire una band,che suona bene, con impegno e passione, perchè no? Che problema c’è?

Voi avete come caratteristica quella di ripetere le scalette di determinati concerti, di determinati tour. Perchè questa scelta?

Alessandro: Il progetto è nato, per tributare “Fugazi” a trent’anni dalla sua uscita. Quindi era logico ripescare le scalette proposte all’epoca. Per quanto mi riguarda anche per via dei trucchi e dei costumi. Ma tieni conto che i Marillion di quell’epoca hanno lasciato una grande eredità in termini di affetto, e tutti quelli che vengono a sentirci sanno le scalette a memoria, a volte meglio di noi.

Roberto: Adesso possiamo anche prenderci  qualche libertà, nel senso che abbiamo aggiunto brani  come “Three boats down from the Candy”, b-side che all’epoca non veniva fatta dal vivo. Siamo partiti in modo molto “integralista”...

...ma non farete mai pezzi di Hogarth...

Tutti: No!

Roberto: Magari qualcosa di Fish da solista, in futuro.

Alessandro: Ci sono anche un sacco di inediti, che non uscirono su album,  ma che ormai sono conosciuti come quelli “ufficiali”. E la gente li vuole sentire!

Per chiudere, non so dove sia Fish in questo momento, nè cosa faccia. L’ho conosciuto al concerto di Torino, nell’ultimo tour del 1988: mi ricordo di questo omone, con una panza da bevitore di birra...chissà che prima di andare al ricevimento alla Casa reale, non venga al Camden,per fare un pezzo con voi...è un modo per augurarvi il meglio!

Alessandro: Guarda, io di Fish h ìo un bellissimo ricordo, nel 2003, come “Maschera di Cera” aprimmo un suo concerto. Lo ritrovai a fianco del palco,dopo averlo incontrato nel pre-show, che cantava il nostro bis “The Knife”, come un fan qualunque. Chissà che un giorno non capiti quello che tu hai detto...

Grazie a Tina Rossi ph per i bellissimi clik!

 

Stay Always Tuned !!!

English traslation:

The Marillion, both in the period characterized by the bulky figure of Derek William Dick, alias Fish,, both from the charismatic personality of Steve Hogarth, represents a rare phenomenon of unbelievable felling, a real loyalty with his own fan-base.

The English band's fans are A “people”, a big family that knows every single musical note, every sound and obviously, every single word.

Energetic group, multifaceted, powerful, born as heir of the progressive generation, in decadence, at the end of ’70, due to the broadsides coming from the punk and from the new wave,  the Marillion cut out a place of total respect in the history of the contemporary music.

Energetic, multifaceted, powerful 's group: suitable definition also for the Mr Punch, THE Italian Tribute to the band of Aylesbury, strictly “Fish Period”.

I have felt speak for a long time of it, thanks also to the deep friendship with Alexander Corvaglia, the lead-vocal of the band, and to the opportunity to see quite a lot videos, published on the site www.mrpunch.net. Therefore, the "debut" to the Peocio of Trofarello (To), thanks to the manager Tony Scantamburlo, for me has been an "obligation" how much ever wanted and desired.

The first thing that occurs to me , after the show, it’s: "better than the originals."

Yes, better than the original ones: I 've seen a Marillion’s performance, in 1988, the "Clutching at Straws Tour", the last with Fish lead singer, and I remained impressed over that from the stage presence of the frontman and from the refined and sophisticated musicians technique on the stage.

Well, I have felt the same feeling, listening and finally seeing on-stage  Mr. Punch, with an adding: the heart.
From years I deal me with tribute-band, I wrote a book on the matter, and I can assure you that I have rarely assisted to a concert played indeed with so much heart.

Heart and passion for what you’re playing, something more that made of the performance of the Mr. Punch something of extraordinary. Exciting.

The concert, “Mr Punch plays Misplaced Childhood for to Jester's Tear", it starts (and you couldn’t be otherwise), with  "You thievish magpie" of Gioacchino Rossini, as in the double live "The Thieving Magpie", and just as in the record,  "He knows you know" almost immediately arrives and it is the first fist in my stomach, the first one of a long series.

But there’s no time to relax: it’s the moment of the whole suite of "Mispalced childhood", forty abundant minutes of music, that flies away, and "Fugazi" close the first part of the show.
Is it time to go home? Not yet! It’s time of encores, "The last straw" and "Market square heroes", that transform the room in a bedlam.

Standing final ovation, rightful and deserved.

Standing ovation for the band: Guglielmo Mariotti, sweat, effort, passion, a screaming bass, Marcella Arganese (W the rock girls!), a dark queen of the guitar, impressive flow, Roberto Leoni, a war machine’s drumms, Daniel Fuligni, fundamental keyboards’ background for the sound of the group, and Alexander Corvaglia, an old style frontman, straordinary voice and stage presence

In shor,t a “red circle” evening , as Rino Tommasi use to say, that I will remember for a long time.

An evening, started assisting to the sound-check, and continued with an interesting and amusing interview with the five Mr. Punch, that now I propose you.

Hi guys, tell us  something about  the Mr Punch.

Guglielmo: The Idea to make a tribute to the Marillions is born some years ago, in the beginning as a “The Watch”’s rib, but we never concretized it because the Genesis’ Tribute was very full-bodied. So I left the band and I started to think about a Marillion’s tribute.

I talked to Marcella about it, our guitarist, and she was enthusiastic  about the project: we started to think about who might be good for  and the first thought has been for Alexander, with whom I had already collaborated in the "Real Dream",  a  Genesis tribute's band (rigorously "Peter Gabriel period", ndr)

Then I I knew very well theWatch’s drummer, Roberto and he was excited too.

Different was for the keyboards’ search. It was more complicated, but we find Luca Schierani.

we started with this line-up, making two years of concerts, but he was too busy with other projects . So we contacted Daniele, with whom we played a mini English tour, therefore the choice of the new keybordist has been almost natural.

Finally we’ve reached the actual “ international” formation: I’m from Rome but I live in Brianza, Alexander is from Livorno but he lives in Genoa, Marcella is from Rome too but she lives in Milan, Roberto is from Milan but he lives in Varese and Daniel is from Rome and lives in Rome: the distance isn't a problem, we hope to have found a stable formation...but I am talking too much...I let you to continue...(it laughs, ndr).

Roberto: I get it... The idea is also to make a record with our music. We are working on our pieces, but we have no time! It’s like to have two bands: to propose a tribute of this level, it needs so much work, most of all for the organisation level. A big job, that we divide among us, but that it is very binding.

Talking about that: the tracks you’re writing are in Marillion style, or...

All:...what goes out...

Alexander: I have written a song of almost ten minutes, it is not Marillion's style. There are other ideas that we have thrown out that almost go to a “crimsonian”direction. You will probably hear the vocal influence, my print is that, it is my nature...but I tell you that we don't have intention to make a record "to the" Marillion.

So, why the name Mr Punch?

Marcella: well...there is a Marillion's song called "Punch & Judy", but not only that: Mr. Punch is also a Neil Gaiman's comic strip, the history of Punch & Judy, English tradition, our "Pulcinella".

Let me say,  I love rock girls, and I wanto to ask you: how do you feel playing guitar in a men world?

Marcella: (it laughs, ndr)... you know...now it’s normal...when we travel and we have a stop on the road, the  gentlemen go to bathroom  and regularly from my rest room  I hear them say “It misses Marcella!”

I’ve been following your history for years and  I have noticed a maddish growth of popularity: you make a lot of concerts in Italy, but, and this is very strange in the  tribute's world, you have an unbelievable success abroad. I also know that in a very next future, you will be busy in an international tour, do you want to talk about it?

Alexander: yes, Berlin!  And it’s the first time that we play  in a so high-level town but most important is that we are playing to the Camden Underworld, London Town on May 19 and, if I’m not wrong, it’s the fifth time that we play in Marillion native land and it is also true that London has a particular meaning: first, because the Marillion started their career at the Marquee and other places, receiving their first successes; than, because London  is a city that has so many musical bands and  to give a chance to an Italian group, represents already a considerable success, moreover to give us one of the most popular places. It is a big target.

Roberto: Moreover we play on Saturday evening, and this is awsome...consider that at the same day there’s The England Prince’s marriage...and after the show  we will go all together to the Windsor’s Castle  for the party...(general laugh! ndr).

So, a great success overseas and even the Royal Family likes Mr Punch...and in Italy?

Alessandro: mah..we can stay longer and longer to talk about it but I want be short and I tell you that quite a lot places are not inclinable to risk and to bet on proposals as ours. In the tributes  there ‘s a classification, and  are always the same: Vasco, Ligabue that goes for the greatest and they come before all the other realities, like Genesis or  Queen Tribute bands. Abroad people go out in the evening and listen to the music; in Italy things goes for the worst for the crise and many young people cannot afford, because there’s no job and no money. Abroad, pubs and music locals have some tax benefits, that inItaly are utopia. I also tell you that  in Italy  the public is lazy, and the managers won’t take the chance.

However...you make a particulary music...have you ever think about to change and play, for example, Gigi Di Alessio, it would be...

Alexander: I thought about once...but I have changed dealer...

Good! Returning serious, a thing that I ask to every Tribut band: talking to musicians and famous artists, most of all don't appreciate the tributes band: so many compare them to a simple copy-and-paste.

Marcella: I’ve heard it from not professionals musicians. I played with a very famous drummer, that has quite a lot students, and when I proposed him to play on stage original tracks, he told me to prefer to play some tributes, because with the original passages you don’t go anywhere.

I believe it, but I heard from the member of a very famous group, that to do a tribute it makes sense when the original one dies, or a group finally quits, as Elvis or Beatles.

Alexander: absolutely not. I think that this is the point of view of whom plays just for fucking money. We started with the idea to play with love for love, the same love that we feel for the Music. Just play and have fun. We never think to be rich with Mr Puch but time after time we had increasing requests of shows, maybe also  because there’s not so many bands that make this kind of Tribute  that we do: some bands make the whole repertoire, some make Hogart period, some make Fish period. Matter of choice. The public likes our proposal.

Roberto: however. ..we are talking about art! If I go to see a band, and it plays good, where’s the problem???

You have a particularity: you strightly play the playlist of certain concerts, of determined tour. Why this choice?

 

Alessandro: The project was born, to pay tribute to "Fugazi",  thirty years after its exit. So it was logical to propose the same playlist,  makeups and customs. But never forget that Marillion leave a great legacy in terms of love and affection to all those that come to see us and they know  the playlists backwards and forwards, even better than us.

...but you will never play something of Hogarth...

Everybody: No!!!

Roberto: Maybe, in the future, something of  Fish solo.

Alexander: There are also  a lot of unpublished tracks,  but that are finally known as those "official." And people want to hear them.

 

To conclude, I don’t know where is Fish at the moment, neither  what he’s doing... I met him during a concert in Turin, the last tour in 1988: I remember this big man, with a berry belly...who knows if,  before to go to the Real House Party he goes to the Camden to make a piece with you... a way to wish you the best!

 

Alexander: look... I’ve got  a beautiful memory of him, in 2003, as "Wax Mask" we opened one of his performances. I met him before the show and during the show I’ve seen him beside the stage singing  our encore "The Knife", as any other fan. Who knows if one day what you’re saying will come true...

Thanks to Tina Rossi ph for the photos.

Stay always tuned!!!