L'Infinita Meraviglia del Cosmo

Sedicesima tappa. Il tesoro dell'Universo

La luce del giorno è ormai spuntata, il Sole è già alto sopra l’orizzonte e i suoi caldi raggi dissipano la pungente freschezza dell’aurora, lasciando che la terra beva da lui “la sperata pace”.

Eppure, facendosi cullare dal balsamo poetico di Gabriele D’Annunzio - le cui parole risuonano cristalline come “il fruscìo che fan le foglie del gelso ne la man di chi le coglie” - il vascello di Civico 20 News si ritrova ugualmente immerso nell’oscuro sfondo dell’Universo…

Un buio capace tuttavia d’accendersi e variegarsi come la tavolozza di un pittore impressionista, disvelando così al suo interno tesori insperati e sublimi.

È il caso dell’ammasso stellare NGC 6357, localizzabile nella costellazione dello Scorpione e qui presentato col viatico di un’immagine che sovrappone tre filtri: ottico (in colore blu), infrarosso (in arancione) e X (in magenta).

L’oggetto in questione giace, alla deriva nel Mare Infinitum del Cosmo, a soli 5500 anni luce di distanza dalla Terra, estendendosi in situ per oltre 100 anni luce. Per ragioni ancor oggi non chiare alla genia degli scienziati, in esso si formano alcune fra le stelle più massicce mai individuate.

Quasi NGC 6357 fosse una fucina di giganti… o un reame astrale popolato da titani…

Il cluster (così, in gergo tecnico, viene chiamato l’ammasso) si articola in una miriade di rivoli e banchi di polveri e gas più o meno spessi, i quali cingono le enormi cavità cosmiche ove ha luogo la formazione stellare.

In merito, sovvengono alla memoria alcuni altri versi del Vate: vi si canta giustappunto di piste, “di vie piane, grandi come fiumane, che conducono all’infinito chi va solo col suo pensiero ardente” e di “quel lor silenzio ove stanno in ascolto tutte le porte se il fabbro occulto batte su l’incude”…

E a giudicare dal nutritissimo numero di stelle che occhieggiano nell’immagine, l’opera di forgia del buon Efesto (in Mitologia classica, divinità del fuoco e della metallurgia) pare essere davvero indefessa…

Nondimeno, poiché gli astri dotati di massa significativa consumano assai velocemente il proprio combustibile, fuoriuscendo dunque in fretta dallo stato stabile (cosiddetto di sequenza principale o main sequence), gli studiosi ritengono che entro dieci milioni di anni (un’inezia dal punto di vista astrofisico!) la maggior parte delle stelle di NGC 6357 sarà già esplosa in guisa di supernova.

Per il momento però, a Lettori e Pastori erranti è consentito ammirarne l’intricata beltà: essa è scolpita dall’interazione fra venti interstellari, campi magnetici, gravità e pressione di radiazione.

Viene quindi indagata con i tanto rigorosi quanto oggettivi occhi della Scienza…, la quale tuttavia non smette di tenere stretta forte a sè la Poesia…

Perchè solo la Poesia è in grado di abbracciare appieno l’Infinita Meraviglia del Cosmo, facendoci ogni giorno trepidare d’attesa quando la sera “fa palpitare le prime stelle”!

 

Il viaggio continua!

 

Image Credit: X-ray: NASA/CXC/PSU, L. Townsley et al; Optical: UKIRT; Infrared: NASA/JPL/Caltech 

 

 

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Articolo pubblicato il 06/05/2018