Sanremo - Lettera aperta di Giuliana Tofani Rossi
Foto di repertorio (Termometro Politico)

Mentre si attende ancora la risposta del Quirinale

Confermando che nel momento del bisogno, in quello cioè in cui non sai più a chi rivolgerti per farti ascoltare, fai appello ai Santi, questo scritto induce alla riflessione.

Ed è ciò che in maniera arguta propone la nostra lettrice chiamando in causa chi rappresenta l'esempio principe della tutela e salvaguardia del mondo giovanile ed un "sindacato" che ha ottenuto risultati senza tanti discorsi roboanti che lasciano il tempo che trovano.

La pubblichiamo per ritornare su un argomento caro a Giuliana Tofani Rossi, ma che dovrebbe risolversi in fretta ed invece ristagna o, peggio ancora, si cela sotto mentite spoglie.

 

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Caro Don Bosco,

mi chiamo Giuliana Tofani Rossi, ho 75 anni, sono pensionata, sono vedova, ho vissuto la maggior della mia vita a Torino. Voi siete il mio Santo preferito. Perdonatemi se mi esprimo con il linguaggio odierno e non con quello in uso nel 1888.

Il primo maggio 2018 ricorreva la festa del lavoro. L’Italia dal 1946 non è più una monarchia, ma una Repubblica con una nuova Costituzione e, al posto del Re, abbiamo il Presidente della Repubblica.

Voi, caro Don Bosco, avete speso tutta la vita in favore dei giovani, specialmente degli orfani, che erano tanto poveri da non aver nulla da mangiare Per le strade e le piazze di Torino siete andato incontro a questi ragazzi che cercavano un lavoro. In compagnia di Don Cafasso avete visitato le carceri. Una volta usciti di carcere, questi ragazzi, senza un lavoro, avevano molte probabilità di ritornarvi e, per evitare questo, Vi siete impegnato con tutte le Vostre forze.

La Vostra Casa a Valdocco era il rifugio di quei ragazzi che dalla  campagna venivano a  cercare lavoro in città. Alcuni, come gli spazzacamini,   avevano solo 8 – 10 anni. Si può dire che Voi Don Bosco avete istituito il primo ufficio di collocamento. A quel tempo non esistevano contratti scritti e i padroni sfruttavano gli apprendisti utilizzandoli per qualsiasi mansione.

Siete stato il primo sindacalista, siete andato  dai datori di lavoro e  avete preteso delle regole precise per il lavoro dei Vostri ragazzi. Il primo contratto di apprendistato di tutta l’Italia porta la Vostra firma: è su carta bollata da 40 centesimi ed è conservato nell’archivio della Congregazione Salesiana. Queste Vostre iniziative sono state il fulcro della futura scuola salesiana. Il successo della Vostra pedagogia sta nella carità e nell’amore. Voi avete insegnato ai Vostri educatori che bisogna agire nei confronti degli allievi con affetto e cordialità.

Mamma Margherita, senza il cui aiuto  non Vi sarebbe stato possibile iniziare la Vostra opera,  Vi aveva detto che, se, per sventura, sareste diventato ricco, non avrebbe mai messo più piede in casa Vostra. E Voi ricco, non siete mai diventato, anche se, nelle Vostre mani, sono passati tanti capitali perché i ricchi, a Voi, non sapevano dire di no quando chiedevate denaro per le Vostre opere. Voi siete rimasto tanto povero da avere un solo paio di scarpe e, dovevate attendere che il calzolaio ve le risuolasse, seduto nella sedia della sua bottega. Una volta, eravate così stanco che Vi siete addormentato e il calzolaio non ha avuto cuore di svegliarVi e avete dormito per qualche ora.Oggi tutto è cambiato: fortunatamente  non c’è più  la miseria estrema e i bambini non lavorano,  ma vanno a scuola.

La legge fondante della Repubblica italiana è la Carta Costituzionale. Peccato che quanto  scritto nella  Costituzione venga disatteso. Ad esempio l’art. 69 stabilisce che i membri del Parlamento ricevano una indennità. Invece i membri del Parlamento, accordandosi tra di loro, senza alcuna legge percepiscono, oltre alla indennità,  anche ricche pensioni, trattamenti di fine servizio e sanità privata.  Si tratta di un enorme spreco di denaro pubblico e di una colossale presa in giro del popolo italiano. In data 13 febbraio 2018 ho scritto ufficialmente al Presidente della Repubblica, pregandolo di prendere provvedimenti,  perché la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e non  sulla truffa!!!

Caro Don Bosco, sarebbe troppo lungo e doloroso raccontarVi delle due terribili guerre mondiali e delle guerre civili che hanno insanguinato la nostra Patria, ma  Voi,  da lassù, tutto capite. A proposito della guerra  civile del 1943/45, vorrei dire al Presidente della Repubblica Mattarella che bisognerebbe abolire la festa del 25 aprile. I partigiani che hanno partecipato alla guerra civile,  erano per il 20 per cento  fedeli al Re fuggito da Roma e  rifugiatosi sotto l'egida  delle truppe alleate e,  per il restante 80 per cento,  fedeli a Stalin e Tito cioè capi di  nazioni straniere. All'ANPI si sono  iscritti i partigiani comunisti,  coloro che combattevano per  capi stranieri.

ll  Presidente Mattarella, che non ha risposto al mio scritto,  è il garante della Costituzione e ha il dovere di rispettarla e farla rispettare. I vitalizi dei politici rappresentano una grossa ingiustizia e  sono un furto in danno dei contribuenti  italiani: devono essere aboliti immediatamente. 

Vi prego Don Bosco,Voi che siete il nemico di tutte le ingiustizie, Voi che Vi siete consumato per aiutare i poveri, Voi che non avete avuto  paura di nulla,  fateci  la grazia di far abolire i vitalizi. 

Con devozione

 

Giuliana Tofani Rossi  

 

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Articolo pubblicato il 03/05/2018