Ivrea (TO) Il ricordo di Marcello Costanzo

Il primo maggio di chi ci ha lasciato

Ieri abbiamo ascoltato discorsi e denunce sugli infortuni sul lavoro. Sono mancati i riferimenti alle situazione in cui, scelte superficiali degli imprenditori, hanno stroncato la vita a lavoratori che avevano avuto la pecca di aver fiducia nelle aziende, confidando nell’adeguatezza delle misure preventive.

Non possiamo così dimenticare, tra gli altri, la figura di Marcello Costanzo, il lavoratore e rappresentante sindacale che ha operato una vita allo stabilimento Produzioni Sistemi Contabili dell’Olivetti di san Bernardo d’Ivrea.

Lo ricordiamo per la sua fierezza, per il sorriso e l’orgoglio che portava durante le sfilate del Primo Maggio, quando conquiste sociali e miglioramento delle condizione del lavoro, erano anche dovute all’impegno di coloro, come Marcello che ogni giorno svolgeva con intelligenza e senza demagogia il suo ruolo sindacale all’interno della fabbrica.

Ai tempi, forse primo caso in Italia, nel suo stabilimento operava la Commissione Ambiente. L’azienda forniva le tabelle ed ogni documento inerente le materie chimiche usate nelle lavorazioni. Il medico di fabbrica era aperto al dialogo, come gli esperti e la direzione aziendale.

I tempi purtroppo sono cambiati all’Olivetti e non certo in meglio. Nell’ambito dei tanti operai, in contatto con il silicato cancerogeno e che in seguito si sono ammalati di mesotelioma pleurico, c’é cascato anche lui che della sicurezza ne era alfiere. Purtroppo ci ha lascito anzitempo.

Ma non ha avuto il rammarico ed il disgusto, come gli altri dodici suoi colleghi che hanno subito il suo destino, di veder assolti coloro cui si ascrive la responsabilità di tante morti inermi, come la sua.

L’impostazione processuale, nella sentenza di appello ha mutato radicalmente indirizzo. Non siamo solititi commentare le sentenze della Magistratura, quando, come nel caso in esame, è noto solamente dispositivo.

Riteniamo che al di sopra delle Leggi degli uomini, ci sia la Legge di Dio. Le persone oneste dovrebbe tenere comportamenti etici e rispondere innanzitutto alla loro coscienza. Sempre che tutti siano soliti ad ascoltare la propria coscienza, non vorremo trovarci nelle condizioni di coloro che, al riparo di una sentenza, già stanno affrontando altre analoghe situazioni, con un ghigno luciferino o, un’alzata di spalle.

Chi vuole intendere, intenda!

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Articolo pubblicato il 02/05/2018