Torino. Dal Lavoro al precariato

Nostra intervista a Bartolomeo Giachino

Il 1 maggio 2018 è ormai trascorso. Fa specie, soprattutto a Torino, per coloro che hanno vissuto le lunghe stagioni della sicurezza del posto di lavoro, delle conquiste sociali, dell’immigrazione di lavoratori da altre regioni e del raggiunto benessere per tutti, progressivamente esteso dopo le laceranti ferite della seconda guerra mondiale, calarsi nella precarietà ed insicurezza dell’oggi.

Negli anni felici, Sindaci adeguati e Governi lungimiranti, sfornavano provvedimenti per lo sviluppo delle città e per la modernizzazione del Paese. Oggi si respira un fumo acre e, il cittadino percepisce l’estraneità delle politiche degli enti locali, rispetto alle difficoltà che incontra ogni giorno.

La maturità dona a volte una invidiabile capacità di leggere lo stato di salute del Tuo Paese , del Sindacato, degli scritti dei giornalisti ecc. ecc.

A Bartolomeo Giachino, imprenditori e avversari politici riconoscono sia la lucidità della analisi che il grande impegno e la grande passione per una politica che rilanci l’economia e il lavoro a Torino e nel Paese.

Chiediamo anche noi il suo pensiero sulle nostre riflessioni.

Giachino, Come fa?

Vede la maturità ti da una maggiore consapevolezza sui problemi e sulle soluzioni limitate che vengono portate avanti dalle Amministrazioni locali o nazionali e per chi ha deciso di non vivere solo per se stesso ma anche per la propria Comunità e per chi non si gira dall’altra parte di fronte ai problemi, questo fa....aumentare la determinazione nel proporre analisi più serie e proposte più complete”.

Quali sono stati, negli anni i suoi riferimenti?

Ho avuto grandi maestri (Donat- Cattin); ho lavorato con manager di livello mondiale come l’Ing. Vittorio Ghidella e da ultimo ho collaborato con Gianni Letta e Silvio Berlusconi.

Sono andato ad ascoltare, facendo milioni di kilometri, gli interventi di grandi politici e di grandi esperti. Da vent’anni leggo con attenzione tutti gli studi e tutte le statistiche sui trasporti e sulle infrastrutture di trasporto. Da anni seguo con attenzione le Assise nazionali di tutte le categorie dei trasporti e le Assemblee di Confindustria , Confartigianato, Confetra e Confcommercio.

Leggo libri in quantità industriale. La scorsa settimana ero ad un Convegno a Sorrento e dopo aver seguito i lavori per 6 ore sono andato a cercare l’ultimo libro sulle connessioni trasportistica e me lo son letto in 2 ore prima di scendere a una cena di lavoro.”

Ci parli delle sue esperienze al Governo del Paese

La esperienza di 42 mesi al Governo tutta fatta in prima persona sul settore caldo del trasporto merci e della sicurezza stradale mi ha fatto fare un grande salto di formazione e di dimensione politica.

Quando sei abituato a vedere i problemi del Tuo Paese dal Governo centrale e quando “Governi” Tu, non seguendo i funzionari, in un settore complicato e difficile come quello dei trasporti e della logistica, acquisisci una capacità di leggere i problemi e di studiare le soluzioni “unica”.

Nell’ultimo anno vi sono stati oltre 600 scioperi nei trasporti in Italia, questo vuol dire che é un settore vitale per la economia, ma non è stato governato ...”

Lei scherza sempre sulla differenza tra chi capisce prima e chi capisce dopo. Perché ?

Perché é importante nella vita quotidiana. Pensi nella politica dove, lo ricordo, ci si deve occupare dell’interesse del Paese e se si capisce tardi, si danneggia appunto il Paese.

Se Chiamparino e la Bresso avessero capito la mia denuncia sulla crescita più bassa di Torino e del Piemonte si sarebbe potuto prendere delle contromisure e invece 10 anni dopo Torino è prima per cassa integrazione e per disoccupazione giovanile.

Purtroppo neanche la Amministrazione Grillina ha le idee per rilanciare Torino e la sua economia.”

Qui viene fuori un altro tema su cui GIACHINO si batte, la competenza.

Senza la conoscenza dei problemi e senza la competenza si fanno provvedimenti e leggi che danno risultati modesti e così dopo 6 anni in cui si parlava di riforme i risultati ci dicono che il Debito Pubblico é ancora aumentato così come la crescita economica é la più bassa d’Europa.”

Lei ha dato vita insieme a molti giovani a #SILAVORO. Perché ?

Perché abbiamo capito per primi che il Lavoro è il primo problema per Torino. L’unico che ci ha seguito é stato l’Arcivescovo di Torino Monsignor Nosiglia.”

Sbaglio o avete polemizzato col Sindacato che non mette il tema della crescita al primo posto?

Una polemica costruttiva. Bene parlare della sicurezza del lavoro ma a mio parere il Grande problema italiano é la bassa crescita economica la causa principale dell’alta disoccupazione e del numero grande di precari.”

Mino Giachino, sempre presente anticipa e sollecita Sindacati, Industriali, giornali sui problemi veri della Città che continua a perdere colpi.

In chiusura ci manifesta la sua preoccupazione su cosa può perdere Torino con la decisione di Marchionne di mettere sul mercato attività della Magneti Marelli e di Comau….

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Articolo pubblicato il 02/05/2018