I gendarmi di Bardonecchia ed il prefetto di Torino

Il buonismo all’Italiana sta contagiando tutti i partiti?

Non è mai simpatico vedere in azione la Forza Pubblica in situazioni ove il comune buon senso consiglierebbe metodi e comportamenti differenti.

Per coerenza, l’Italia non dovrebbe essere in grado di dare consigli ed esprimere giudizi.

Ricordiamo benissimo l’imperizia e l’arroganza dei vigili urbani di Torino, nel “trattare” un cittadino inerme, poi deceduto, che sostava su una banchina senza dare fastidio a nessuno, o, altri casi avvenuti e documentati a bordo dei treni provenienti dalla Svizzera ove la Guardia di Finanza italiana, ma operante in territorio elvetico, senza troppi complimenti obbliga a scendere dal treno a Chiasso, italiani anziani e soli per un semplice fraintendimento dovuto forse all’età delle persone controllate.

Nelle zone di confine, sono in vigore accordi internazionali e, se confermati, consentono alle Forze dell’Ordine di fare il loro dovere.

I gendarmi francesi, intervenendo a Bardonecchia, hanno indubbiamente sbagliato. Più sul piano formale che sostanziale.

Ma ha sbagliato ancora di più il prefetto di Torino che a Pasquetta è andato nel centro valsusino a solidarizzare con una situazione di assoluta illegalità.

Tanto per chiarire quanto interessino le regole al governo scadente ed ai suoi rappresentanti sul territorio.

Perché a Bardonecchia non si rispettano le regole quando si obbligano i viaggiatori ad aspettare i treni al freddo perché la stazione ormai è riservata ai clandestini.

Non si rispettano le regole quando i clandestini non vengono rimandati nel loro Paese di origine, non essendo in possesso dei requisiti per transitare, ma vengono aiutati e sostenuti in attesa di tentare un ingresso irregolare in Francia passando per le montagne.

Il prefetto, evidentemente, finge di ignorare tutto questo, oppure bellamente se ne frega.

Così come evita di intervenire a Claviére, territorio italiano, dove le “grandi risorse” hanno occupato abusivamente un edificio in attesa di entrare clandestinamente in Francia sempre attraverso le montagne.

Ci si può stupire, allora, se i gendarmi transalpini si innervosiscono e superano il limite del buon senso nei rapporti con un’Italia simbolo del mancato rispetto delle leggi?

Certo, dal punto di vista italiano l’importante è che i clandestini se ne vadano. E non importa se diretti al loro Paese o verso la Francia. Ma è normale che gli altri provino a reagire di fronte a questi comportamenti italiani benedetti persino dal prefetto.

Un atteggiamento che assomiglia tanto ad una nuova vendetta del governo scadente contro gli italiani che lo hanno bocciato alle urne.

Si cerca di creare il maggior numero di problemi internazionali per mettere in difficoltà chiunque vada a governare.

Nel caso accaduto, deprecato da più parti nel corso della settimana, la polizia francese cercava di individuare un possibile spacciatore di droga.

Stupisce in modo particolare la presa di posizione di sovranisti locali e nazionali. La neo Parlamentare Augusta Montaruli, forse ha perso un’occasione per tacere. Non si può deprecare continuamente lo spaccio di droga nelle circoscrizioni di Torino, per poi inveire contro un’azione di polizia che tende a contrastarlo.

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Articolo pubblicato il 08/04/2018