Lettere al Direttore - "Noi …i ragazzi dell’ultima consegna"

L'amarezza fra le righe di questo racconto

Un nostro affezionatissimo lettore ci invia questo racconto, scritto di suo pugno, che mette in risalto una realtà che mal si cela dietro il falso paravento dell'occupazione per i giovani.

Un fenomeno che si ripete in altri settori sviando dal vero problema occupazionale che vuole certezze e soprattutto fondamenta solide per un futuro fatto di stabilità. 

 

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Era notte, il vento dondolava il ricordo delle fatiche della giornata.

La schiena curva dal cassone caldo che chiamava la fame dell’ultima chiamata era in centro, fortunatamente, ma la fatica rincorreva la misera mancia e l’ultima moneta.

Continuo a pedalare.

Era inverno, il pasto caldo doveva essere consegnato a breve, l’asfalto era viscido come i miei umidi occhi nel rincorrere quella meta, per raggiungere i miei sogni, la mia vita.

Sono felice, ho un lavoro, produco sogni, sono giovane.

Faccio 50 km al giorno in bicicletta, me ne infischio, tanto la mia vita per ora è un’esperienza ed un gioco.

Porto a casa dei quattrini, ho una fidanzata, spero un giorno un figlio; i km non sono nulla,  come il peso di quelle vivande e della digestione della loro miseria.

No, non sono felice. Ho un lavoro. Porto sogni che producono m....; non sono neanche tanto giovane.

Ma sono il più bravo. Il più efficiente. Il più puntuale. Io e la mia applicazione, una cosa unica. Ci capiamo one touch. Mance come tredicesime e quattordicesime di sederi molli davanti a scrivanie. E il mio è sodo e saldo in sella come il caschetto sulla testa che sogna. Nella notte...

Questa notte…. Ho deciso di fare l’impresa! Il sogno di ogni ragazzo che consegna i pasti in bicicletta. Un cassone sulla bici. Uno sulla schiena.

Sulla schiena un menu di zuppe per sei: sfida alle leggi del movimento. Ma io sono il re delle zuppe! Tutte le mie zuppe arrivano calme, compatte, calde.

Sulla bici lasagne per tre e cosce di pollo fritte con patatine fritte.

Pedalo e pedalo in questa notte fredda coi miei fardelli di cibi e sogni. Pedalo e sogno. Pedalo e m.....; pollo fritto zuppe lasagne patatine. Tutto si mescola: odori sapori colori rumori… poi, improvvisamente il rumore stridulo, sapore amaro, colore nero.

Poi più nulla.

Nulla.

 

Rocco

 

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Una conclusione amara che induce a riflettere su ciò che sta accadendo con grande pericolo per gli attori e viene spacciato come successo da parte dei governanti che si rivelano nuovamente più "badanti" che tali.

Eppure sono strattagemmi che fanno presa su una certa opinione pubblica, quella che si nasconde dietro il vero scopo di tante pseudo occupazioni: lo sfruttamento.

Viene allora da chiedersi cosa si stia facendo al di là delle promesse elettorali pronte a lasciare il posto alla fiera delle illusioni.

Nulla, come ha concluso amaramente Rocco; la stessa musica: cambiano i cantanti, ma i coristi sono sempre gli stessi.


 

     

       Civico20News

     Massimo Calleri

Direttore Responsabile



 

 

 

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Articolo pubblicato il 30/03/2018