Napoli - Da De Nittis a Gemito l’Impressionismo dei pittori Napoletani a Parigi

Capolavori a Palazzo Zevallos fino all’8 aprile

Le vacanze pasquali è l’occasione per visitare una o più mostre in programma sul territorio italiano. Una di queste assolutamente imperdibile, è quella allestita  negli spazi di Palazzo Zevallos di Napoli - Gallerie Italia  Intesa Sanpaolo:” DA DE NITTIS A GEMITO I napoletani a Parigi negli anni dell’impressionismo”, curata da Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca. La mostra ripercorre lo sviluppo della pittura e scultura napoletana presente a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento,  sia fisicamente o attraverso le opere inviate per le Esposizioni Universali dagli artisti napoletani, che sono stati più numerosi di quelli provenienti da altri parti d’Italia. Questo fenomeno artistico ha interessato i generi più amati di quel tempo: il paesaggio, le marine, la veduta urbana, esaltandone  i  diversi stili.

La mostra  prende avvio da Giuseppe De Nittis la cui opera “ Alle Corse di Auteil (sulla seggiola)”del 1883  Barletta, Pinacoteca “Giuseppe De Nittis) è stata scelta come locandina dell’esposizione e la copertina del catalogo edito da Sagep Intesa Sanpaolo. Il volume oltre ad approfondire nella prima parte i maggiori temi figurativi considerati, offre nella seconda una interessante panoramica: tra fotografia, architettura, letteratura, musica, teatro, arte pubblicitaria, delle influenze francesi sul tessuto urbanistico e culturale  di una città proiettata, come il resto dell’Italia unificata, verso la modernità.

Il percorso espositivo è composto da una trentina di opere, che ruotano  attorno all’artista Giuseppe De Nittis divenendo la figura emblematica  della rassegna. Vengono esposte sue tele ad olio come quella realizzata nel 1873 “Al Bois De Boulogne” proveniente dalla collezione privata, courtesy Fondazione Enrico Piceni); oppure un altro eccezionale capolavoro del 1879 “Pranzo a Posillipo prestata dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano Collezione Grassi)). Giuseppe De Nittis Pugliese (di Barletta) ma napoletano di vocazione e cultura, si trasferisce a Parigi in quanto era legato in principio al potente mercante d’arte Goupil che nel 1829 aveva fondato assieme ad Henry Rittner la  Maison Goupil e dal 1846 iniziò ad occuparsi  della vendita di opere originali di litografie e incisioni  tratte da capolavori d’arte antica e moderna.

 De Nittis si inserì bene nella vita parigina fin dall’inizio, costruendosi una fama mondiale, guadagnando molto denaro e divenendo riferimento per molti altri giovani napoletani emigrati come Gemito e Mancini, ma che invece furono attratti dalla bella vita parigina dandosi alla spensierata gioia, e  lo scultore Vincenzo  Gemito  dovette rientrare a Napoli malato  e privo di denaro.

 I curatori della mostra Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca scrivono nel catalogo:”La mostra è stata l’occasione per aprire su questo versante nuove ricerche che aiutano a chiarire meglio il fenomeno, partendo dalla pittura storica di  Domenico Morelli (che  nel progetto espositivo di Palazzo Zevallos  incontriamo con una tela ad olio realizzata nel 1861”Bagno Pompeiano Fondazione Balzan esposta permanente presso il Teatro Sociale di Badia Polesine), un altro artista e Gioacchino Toma e Francesco Netti (esponente di spicco della cultura artistica meridionale del secondo Ottocento), per poi indagare i generi- continuano i curatori- che come il paesaggio, la veduta, le scene di vita moderna, rispondevano a quelle istanze di rinnovamento, di cui l’Impressionismo non ha rappresentato che uno dei tanti aspetti”.

 Nel  celebre salotto parigino di De Nittis - dove erano ospiti abituali tra gli altri Edgar Degas, Edmond de Goncourt, Charles François Daubigny insieme a vari protagonisti della mondanità – accoglieva anche gli artisti napoletani che giungevano in città.

Tra questi Antonio Mancini che era un assiduo frequentatore di quel salotto e  riuscì a trarre ispirazione per una pittura del tutto originale. Una intera sezione della mostra è dedicata allo scultore Vincenzo Gemito di cui vengono esposti numerosi ritratti come quello di Giuseppe Verdi del 1873 e, grazie a un prestito eccezionale dal Museo Nazionale del Bargello, il grande “Pescatore” (Fig.6) che venne presentato all’Esposizione Universale del 1878.Ma la vita di Parigi ben presto le va stretta a De Nittis che decide di ritirarsi a Saint Germain en Laye  un posto incantato lontano dalla vita congestionata della ville lumiere con sua moglie,  ma il 21 agosto 1884 all’età di trentotto anni per una emorragia celebrale muore lasciando  sul cavalletto un grande quadro non ancora finito dove ritraeva la moglie Léontine distesa in un amaca sospesa sotto gli alberi.

Questa scomparsa inattesa suscitò un enorme emozione  registrata subito dopo i funerali. Sulla lapide, molto semplice, che esiste ancora nel celebre cimitero parigino del Père - Lachaise, sono incise le parole struggenti e bellissime dettate dalla generale commozione di un suo grande amico Alexandre Dumas figlio:”Ci git/ Joséph De Nittis / 1846-1884/ Mort a trente huit ans/ En pleine jeunesse / En plein gloire /Comme les heros/ Et les demi-dieux”.

Scrive nel saluto affidato al catalogo il Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli:” La mostra Da De Nittis a Gemito permette di riscoprire e approfondire, in una prospettiva europea e internazionale, un momento di eccezionale vivacità dell’arte napoletana”.    

 Giuseppe Palizzi, Francesco Paolo Michetti, Federico Rossano, Edoardo Tofano, Giacomo Di Chirico, Alceste  Campriani sono altri artisti  presenti  nel progetto espositivo di Palazzo Zevallos che illustrano al visitatore come la loro pittura sviluppata  tra le pendici del Vesuvio e le rive della Senna sia nata  la “pittura della vita moderna”.

Orari per la visita della mostra dal martedì al venerdì dalle 10.00  alle 18.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00 apertura straordinaria  a Pasqua e Pasquetta Biglietto intero € 5.00ridotto €3.00. 

 

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Articolo pubblicato il 29/03/2018