Senato, chi sono i vice presidenti

Eletti Roberto Calderoli, Ignazio La Russa, Paola Taverna e Anna Rossomando. Scelti anche i tre questori e gli otto segretari d'Aula. Nessuno di loro appartiene al Pd

Il Senato ha eletto i suoi quattro vice presidenti. Si tratta di Roberto Calderoli della Lega con 164 voti; Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia con 119 voti; Paola Taverna del Movimento 5 stelle con 105 voti; e Anna Rossomando del Partito democratico con 63 voti

A Palazzo Madama si è votato il 28 marzo e sono stati scelti anche i tre questori e gli otto segretari d'Aula. I tre questori sono Antonio De Poli di Forza Italia, il più votato con 165 preferenze; Paolo Arrigoni della Lega con 130 preferenze; Laura Bottici del M5s con 115 preferenze.

Bottici e De Poli avevano già ricoperto il ruolo di questore anche nella precedente legislatura. Il Pd è rimasto a bocca asciutta, perché il candidato Gianni Pittella ha ottenuto solo 59 voti.

Nessun dem nemmeno tra gli otto segretari d'Aula. Gli eletti sono Paolo Tosato (Lega), Francesco Giro (Forza Italia), Tiziana Nisini (Lega), Vincenzo Carbone (Forza Italia), Michela Montevecchi (M5s), Sergio Puglia (M5s), Giuseppe Pisani (M5s), Gianluca Castaldi (M5s).

Questori e segretari, assieme naturalmente a presidenti e vice presidenti, fanno parte dell'Ufficio di presidenza di Camera e Senato, sede in cui vengono prese tutte le decisioni sulle spese dei due rami del parlamento: dalle indennità di deputati e senatori fino ai vitalizi degli ex parlamentari.

Ecco perché si tratta di figure particolarmente importanti per i partiti, a maggior ragione se si tiene conto del fatto che il M5s ha annunciato di voler tagliare quelli che considera i privilegi (residui) della "casta".

Alla Camera la seduta per l'elezione di vice presidenti, questori e segretari è fissata per il 29 marzo. A Montecitorio il M5s considera fondamentale conquistare una vice presidenza e anche in questo caso, senza un'intesa politica, il Pd rischia di finire nell'angolo.

«Un fatto inaudito per la principale forza di opposizione», lamenta il capogruppo al Senato Andrea Marcucci. La prova che l'approccio del M5s, in vista delle consultazioni al Colle, è solo di facciata? «Non ci voleva questo per capirlo», taglia corto Matteo Renzi.

Di sicuro c'è che il Pd chiedeva un vice presidente e un questore in entrambe le Camere in quanto partito di opposizione, secondo la prassi in vigore fin dal 1948. Tesi contestata però dal M5s, che ha sottolineato che non essendoci ancora un governo non è possibile definire maggioranza e opposizione.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/03/2018