L'impresa del volontariato

Il caso di Reale Group e Dynamo Camp

A una lettura immediata e superficiale, come ve ne sono molte e su molti argomenti, si sarebbe portati a considerare come due ambiti incomunicanti, se non proprio contrapposti, l'impresa e il volontariato.

Di conseguenza si ritiene che vi sia un muro invalicabile tra lavoro e servizio. Una visione adeguata e complessiva, invece, fa intuire (e praticare) delle complementarietà.

Proprio in questi giorni è stato reso noto un interessante progetto che conferma come possano esserci, anche nell'ottica della valorizzazione del "capitale umano", delle rilevanti sinergie.

Ci riferiamo alla collaborazione stabilita tra Reale Group (realtà internazionale presente in Italia, in Spagna e in Cile che offre proposte nel campo assicurativo, bancario, immobiliare e dei servizi, tutelando quasi 4 milioni di assicurati) e Dynamo Camp (il camp di Terapia Ricreativa che negli ultimi dieci anni ha permesso a 30mila persone, tra bambini malati e intere famiglie, di ridere, giocare e sfidare i propri limiti).

I dipendenti di Reale Mutua si vedranno riconosciuti la possibilità di dedicare tempo lavoro presso la realtà di volontariato.

Chi sceglierà quest'impegno, verrà coinvolto come volontario partecipando a tutti gli effetti al programma di volontariato di Dynamo Camp, che prevede formazione sul progetto e su cosa significhi, anche sotto il profilo psicologico, mettersi a disposizione di bambini con gravi patologie, attraverso la Terapia Ricreativa, che ha l’obiettivo di far riacquisire fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.

Praticare nuove vie è il modo per dare respiro e prospettive al lavoro. Il volontariato è impresa, l'impresa può crescere integrandosi con le proposte associative.

Uscire dalla crisi passa anche di qui.

Marco Margrita

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Articolo pubblicato il 14/03/2018