Torino. Appendino: chi semina vento raccoglie tempesta!

I Consiglieri comunali grillini fanno mancare il numero legale. Olimpiadi 2026 addio?

Un’ulteriore sconcertante situazione si è verificata ieri pomeriggio in consiglio comunale. La sindaca Appendino, di fronte alla auspicata possibilità che Torino ed il Piemonte potessero veder accolta la candidatura ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, dietro presentazione formale di richiesta, ha tentennato sino all’ultimo momento, in coerenza con la strategia del M5S, già evidenziata a Roma, di non pronunciarsi in alcun modo, dinanzi a iniziative foriere di sviluppo.

Com’é noto il suo partito é ostile a seguire ogni percorso che, a differenza del parassitario salario di cittadinanza, risulti idoneo a creare posti di lavoro e disegnare un futuro maggiormente spendibile per un città che sta decadendo ogni giorno.

Sorda ai richiami della quasi totalità degli esponenti politici nazionali e piemontesi, oltre al mondo imprenditoriale, la sindaca ha accuratamente evitato di pronunciarsi prima delle elezioni politiche, timorosa di perdere ancor più consenso da parte dei suoi sostenitori duri e puri, cioè i “figli dei fiori formato 2018”, tanto per intenderci.

Perfino Grillo nei giorni scorsi ha rivestito per un attimo il ruolo di Sindaco protempore, per sbloccare la situazione.

Ieri pomeriggio in consiglio comunale si è palesato il colpo di scena, da molti preconizzato.

Oltre alla consigliera Deborah Montalbano che già aveva sbattuto la porta, altri quattro consiglieri di maggioranza, Damiano Carretto, Viviana Ferrero, Marina Pollicino e Daniela Albano, notoriamente contrari alle Olimpiadi, hanno disertato la riunione. Così, mancando il numero legale, il consiglio non ha potuto pronunciarsi su una mozione del PD che sollecitava la presa di posizione della Giunta sull’evento olimpico.

Il presidente del consiglio comunale Versaci, ha di conseguenza, dovuto sciogliere la seduta.

Le prime reazioni non sono mancate. Sergio Chiamparino, l’ex sindaco della Torino Olimpica 2006,ha dichiarato:” Quanto accaduto oggi pomeriggio in Consiglio comunale a Torino è un segnale di inaffidabilità del Movimento 5 Stelle di fronte a scelte strategiche per il futuro della nostra comunità, e di scarsa considerazione per tutti i torinesi che vedono nella candidatura una nuova opportunità per la città, nonché per tutti i Comuni olimpici che hanno già dato ampi segnali di disponibilità a partecipare alla messa a punto del progetto”.

Per poi concludere: “La scelta di disertare un luogo di confronto pubblico e istituzionale, oltre a impedire le decisioni della Sala Rossa, rischia di dare il segno di una comunità divisa, che è l’esatto opposto di quel saper fare squadra che ci portò compatti alla candidatura, all’assegnazione e alla realizzazione dell’esaltante stagione olimpica di Torino 2006”.

Tra le altre prese di posizione che continuano ad essere diffuse, sono pervenute dichiarazioni anche da parte di esponenti di Forza Italia.

"All'Appendino non basta Grillo: chi pensava che bastasse lui per dissipare le contraddizioni interne al Movimento Cinque Stelle si é sbagliato di grosso. Ora l'unica soluzione é che la Regione Piemonte convochi il consiglio aperto che domando da settimane per sbloccare la situazione".

Ad affermarlo é il vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino che da tempo sollecita un confronto nell'assise regionale alla quale partecipino anche gli enti locali presenti nelle Valli olimpiche.

Conclude Ruffino: "Il caos interno al Movimento Cinque Stelle non fa che penalizzare le nostre Valli olimpiche le quali invece avrebbero bisogno di un forte segnala d'attenzione da parte della città metropolitana e del capoluogo piemontese. Non si può avere una maggioranza comunale ostaggio di estremisti interni che paralizzano decisioni che dovevano essere assunte già da settimane. Se il sindaco crede nell'opportunità delle Olimpiadi 2026 e non ha i numeri per sostenerle lo dica e apra ad un tavolo di confronto con le altre forze politiche. E' ora che Appendino ponga davanti all'interesse del suo partito, quello dei torinesi e dei piemontesi".

In serata la sindaca ha cercato malamente di recuperare la figuraccia, dicendosi disposta di riprendersi la scena mercoledì, nel corso del consiglio metropolitano ove il M5S non ha la maggioranza, cercando così di farsi sostenere dal voto favorevole delle opposizioni.

Ma un‘improvvida ed illogica dichiarazione, rischia di compromettere anche la seppur labile possibilità.

“Vogliamo dimostrare che un'idea diversa di olimpiadi esiste e siamo in grado di metterla in piedi - dichiara la sindaca - vogliamo creare un nuovo modello che sia un esempio per tutti gli eventi futuri e di cui i cittadini possano vivere i benefici non solo nel ricordo ma nei servizi e nella qualità della vita offerta dal territorio post-olimpico”.

Cosa significa? E’ un politichese appreso al CEPU?

Intanto, oltre a Milano, anche il governatore del Veneto Zaia, con le credenziali delle Dolomiti, avanza la candidatura della sua regione.

In passato Torino, non ha brillato per oculatezza e lungimiranza in occasione dei grani eventi.

Dopo i fasti di Italia ’61 si lasciò decadere progressivamente il gioiello prezioso di Palazzo Nervi che oggi si presente come un ammasso arrugginito alla vista di coloro che accedono alla città.

La monorotaia di corso Unità d’Italia e la funivia di Cavoretto, furono abbandonate e distrutte, senza che nessun amministratore avesse capito quale ruolo alternativo e veloce per lo scorrimento del traffico automobilistico, la monorotaia avrebbe potuto svolgere, con l’adozione delle opportune misure.

Nel 2006 furono fatti errori d’impostazione e di trascuratezza non da poco.

Basti citare la M1 ancora da completare o le Palazzine ex Moi che il Magnifico Rettore dell’Università ed il Preside della Facoltà di Medicina avevano caldeggiato al sindaco Chiamparino affinchè fossero, almeno in parte adibite a residenze per i medici specializzandi.

La feroce opposizione della Consigliera comunista Suino che richiedeva, quale destinazione della palazzine una scelta “popolare”, fece si che vennero di fatto abbandonate dal Comune e poi occupate da centinaia odi extracomunitari che , oltre a continuare a creare seri problemi di ordine pubblico nel quartiere, non intendono andarsene.

Qualche assessore continua a riempirsi la bocca sul ruolo di Torino Turistica, quando il coordinamento tra le varie iniziative è ancora al di là da venire.

M sta di fatto, come la cronaca di questi mesi attesta, che l’industria per cause differenti non ultima l’ignavia della regione Piemonte, sta abbandonando progressivamente Torino e il suo hinterland con il conseguente aggravio della situazione occupazionale.

Caldeggiare e prepararsi con serietà e convinzione alle Olimpiadi 2026, con la scelta oculata di nuove infrastrutture e l’idonea gestione delle stesse, avrebbe potuto rappresentare un’alternativa lungimirante al declino di Torino.

Ma con la sindaca più scriteriata d’Italia, con i suoi stop and go e la sua perenne indecisione, quale conseguenza della deleteria impostazione ideologica, c’é poco da sperare.” Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”!

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Articolo pubblicato il 13/03/2018