Torino. La crisi di Italiaonline: Il fallimento di Chiappendino

La presa di posizione di Gianluca Vignale (MNS):”Anni di assenza purtroppo non si risolvono con un flash”

E’ una crisi annunciata quella che si è manifestata nei giorni scorsi, con uno sciopero dei lavoratori. Gli ex dipendenti della Seat Pagine Gialle, passati attraverso un’operazione di fusione con la web company Iol già discutibile di per sé, hanno appreso dall’attuale società datrice di lavoro Italiaonline il piano di riorganizzazione, presentato ai sindacati che prevede il trasferimento di soli 241 dipendenti, su 489, a Milano, e la dichiarazione di ben 248 esuberi nella sede torinese.

Ci giunge la presa di posizione di Gianluca Vignale, capogruppo del MNS in Consiglio regionale,

“Siamo vicini ai lavoratori di Italiaonline che oggi manifestano contro piano di riorganizzazione che dimostra ancora una volta l’assenza delle istituzioni” lo dichiara il capogruppo del Movimento nazionale per la sovranità, Gian Luca Vignale, in merito alla protesta avviata dai dipendenti dell’azienda di Italiaonline,

“ Esattamente un anno fa – tuona Vignale – l’azienda metteva in cassa integrazione centinaia di dipendenti proprio mentre l’impresa divideva 79 milioni di euro di utili tra gli azionisti. Come avevamo già denunciato all’epoca, si trattava evidentemente di un’operazione utile solo per aumentare i profitti dell’azienda con i soldi dei contribuenti e non certo finalizzata a salvaguardare il lavoro dei piemontesi”.

“ Eppure nonostante l’evidenza, un anno fa avevamo assistito ad un imbarazzante assenso – silenzio delle istituzioni, prosegue Vignale, -ì Chiamparino ed Appendino in prima fila.

Hanno avuto dodici mesi per interloquire con l’azienda, ma nonostante sapessero che la cassa integrazione avviata avrebbe avuto un termine nulla hanno fatto, se non chiedere incontri solo quanto la macchina della crisi era stata già avviata. E’ evidente che in un mese e a suon di comunicati stampa o a presenze utili solo per qualche flash non si possa tamponare un’assenza di anni”.

Nei giorni scorsi si è momentaneamente tamponata la decisione di 497 esuberi denunciati dell’Embraco di Riva di Chieri, grazie all’intervento fattivo del Ministro Calenda e della mobilitazione del territorio, oltre al ruolo svolto dall’arcivescovo Nosiglia.

L’assessore regionale Pentenero ha fatto la sua comparsa elettorale davanti ai cancelli della fabbrica, ove ha riscontrato l’atteggiamento molto scettico di dipendenti e sindacati nell’ascoltare le banalità delle sue proposte.

Sull’argomento, interviene ancora Vignale che così conclude:

“ I casi dell’Embraco, aggiunge e oggi di Italiaonline dimostrano l’assoluta incapacità del Piemonte di riuscire a contrastare la delocalizzazione delle aziende e la conseguente emorragia di stabilimenti produttivi e posti di lavoro. L’occupazione non si salva con i titoli di giornale ma con una politica regionale seria in grado di spingere sull’innovazione e sostenere in modo adeguato le aziende”.

Civico20 darà spazio e voce ai prossimi sviluppi

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Articolo pubblicato il 08/03/2018