Elezioni Politiche: Italia spaccata in due

Nord al centrodestra, sud in mano ai grillini: in Italia si parlano due lingue diverse. Il Pd sprofonda. si attendono ancora le attribuzioni definitive dei seggi

All’indomani del voto si delineano le avvisaglie già emerse la notte di domenica. Vincono i 5 Stelle, vince ancor più la coalizione di centro-destra (con la Lega che supera e stacca Forza Italia). Sconfitta storica per il Pd e figuracce per Grasso e la Boldrini, le due ex cariche istituzionali che per ragioni di mero potere hanno formato una Lista affastellata all’ultimo momento e poi punita dagli elettori.

Questi sono i dati più evidenti risultanti dalle elezioni di Camera e Senato, che sommati però, al momento renderanno arduo creare una qualsiasi maggioranza di governo. Matteo Renzi ha confermato le dimissioni dopo la formazione del nuovo governo, ammettendo la sonora sconfitta. L’attenzione sarà rivolta all’individuazione della prossima leadership del Partito Democratico, sempre che l’attuale leader non cambi idea. Il PD potrebbe essere l’unico partito ad avere i numeri per consentire il governo o con i grillini o con il centrodestra.

Al momento è ancora più difficile immaginare altre soluzioni, ma pare che i pontieri presto entreranno in azione.

Ovviamente bisognerà aspettare la ripartizione definitiva dei seggi (non necessariamente coincidenti con il voto percentuale) per capire meglio la situazione, ma allo stato attuale appare difficile prevedere un qualsiasi governo che possa andare oltre un programma limitato che conduca presto a nuove elezioni.

Resta comunque il fatto che il voto ci regala un’immagine dell’Italia spaccata in due: la cartina della suddivisione dei collegi uninominali è drammaticamente reale: centro-nord compatto al centro-destra e sud monocolore 5stelle, con qualche chiazza qua e là per quel che resta del centrosinistra.

Emilia, Toscana e Umbria non sono più colorate di rosso, un evento epocale.

Ma a dover interrogare, e preoccupare, ma non stupire, è la vittoria a valanga dei grillini in tutto il sud, che induce a pensare che la natura parassitaria della promessa del M5S di dare uno stipendio senza lavorare, abbia maggiormente fatto breccia, nell’arretrato Mezzogiorno, rispetto che nelle regioni del Nord operoso.

A parziale giustificazione, non si può dimenticare che il Sud, già piagato da criminalità e corruzione, sta pagando il prezzo più alto della crisi anche grazie a una classe politica, di destra e di sinistra, rivelatasi menefreghista e incompetente. Basti pensare allo scandalo dei fondi europei destinati a progetti di sviluppo, perduti per semplice negligenza.

Il problema è che il voto di protesta premia un partito che garantisce ancora più incompetenza con neo-deputati senza volto, che appaiono più che altro come pedine nelle mani di Grillo e Casaleggio e associati.

A Torino il M5S arretra decisamente rispetto alle elezioni amministrative.

L’effetto Appendino non ha di certo rappresentato un volano per il suo partito. Di Maio sappia prenderne nota.

Quella che invece appare certa è la sonora bocciatura del Popolo della Famiglia, del Grande Nord e delle liste di sinistra messe in campo senza la dovuta conoscenza del sistema elettorale.

In pratica i promotori hanno raggiunto il loro intento che, per la maggior parte dei casi, consisteva nel far perder voti ai grandi partiti d’origine, alla faccia della buona fede e della dabbenaggine dell’elettore.

In attesa dell’assegnazione degli ultimi seggi, gli esponenti del Centro destra, fanno il punto, con non poca soddisfazione sull’andamento del voto in Piemonte.

Il coordinatore regionale di Forza Italia, Gilberto Pichetto, appena

eletto senatore, snocciola i lusinghieri positivi della sua formazione .

In Piemonte siamo riusciti a fare il pieno di parlamentari: sono almeno 15 un numero di tutto riguardo che ci permetterà di avere una pattuglia di parlamentare capace di garantire gli interessi di tutti i territori del Piemonte. Il numero di eletti potrebbe però aumentare grazie all’effetto dei resti nell’assegnazione dei seggi al plurinominale .Nel Collegio di Vercelli-Biella, prosegue Pichetto, abbiamo ottenuto il miglior risultato elettorale di Forza Italia nel Nord Italia, il 16,27% che precisa, Abbiamo centrato la vittoria in tutti e nove i collegi dove erano impegnati i nostri candidati. Significa che abbiamo offerto una guida sicura laddove abbiamo espresso i nostri candidati. Un grazie va alla collaborazione con tutte le altre forze politiche del centrodestra che ci dimostra ancora una volta che uniti si vince”.

Nel congratularsi con gli eletti, Pichetto mobilita il partito in vista delle elezioni regionali del 2019.

Gli fa eco Riccardo Molinari, segretario della Lega. La débacle del PD dimostra il giudizio dell’elettore sulle inefficienze ed inadeguatezza della Giunta regionale guidata da Sergio Chiamparino. Anche Molinari che considerati i livelli di forza, nell’ambito del Centro destra, mette le mani avanti sulla scelta dei prossimo candidato alla guida della regione nel 2019.

I candidati ai collegi uninominali della Lega hanno ottenuto lusinghieri successi. L’attenzione immediata si gioca sul ruolo che il centro destra, che ha conquistato, a livello nazionale, oltre il 37% svolgere nella composizione del nuovo governo. Il confronto serrato trai partiti dovrebbe snodarsi nel mese di aprile, ferme restando le prerogative del Presidente della Repubblica.

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Articolo pubblicato il 06/03/2018