Tutta l’arte del secondo Cinquecento per rinascere e dimenticare
Per alcuni mesi fino al 13 maggio si può visitare ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata la mostra:”CAPRICCIO E NATURA. ARTE NELLE MARCHE DEL SECONDO CINQUECENTO. PERCORSI DI RINASCITA” www.maceratamusei.it, curata da Alessandro Delpriori e Anna Maria Ambrosini Massari, e realizzata da Macerata Musei.
Il progetto espositivo viene accompagnato da un catalogo edito dalla Silvana Editoriale ( pp.255 colori), oltre ai saggi di alcuni importanti specialisti del settore a livello internazionale, è presente un’ampia selezione dei cicli decorativi diffusi nelle Marche.
La mostra, è l’ occasione per valorizzazione l’ingente patrimonio artistico delle Marche parallela alla ricostruzione dopo il sisma devastante del 2016, e intende evidenziare le straordinarie potenzialità attrattive del territorio. Nel corso dell’anno si apriranno altre importanti mostre di questo calibro maceratese ad Ascoli Piceno, Fabriano, Fermo, Matelica ( Loreto ospita attualmente al Museo Antico del Tesoro della Santa Casa un importante mostra “Opere dal Quattrocento al Settecento” visitabile fino all’8 aprile 2018).
In epoca sistiniana, riverberava in tutta la regione un linguaggio nuovo e aggiornato sulle più interessanti novità romane, e la Chiesa delle Vergini di Macerata è uno dei più begli esempi, pressoché integri, di complesso decorativo sistino, intendendo una fase culturale che va ben oltre il pontificato del Papa Marchigiano Sisto V, che regnò sulla Cattedra di Pietro dal 1585 al 1590 e , che consente di cogliere l’affiorare inquieto delle nuove tendenze naturalistiche nel profondo cambiamento veicolato nelle Marche specialmente dalla poetica degli affetti di Federico Barocci che nel percorso espositivo troviamo una “Madonna con il Bambino e san Giovanni Evangelista” proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
La tela raffigura san Giovanni Evangelista con le mani raccolte in preghiera, inginocchiato ai piedi della vergine con il Bambino. Il Santo viene rappresentato con i consueti attributi dell’aquila e del calice, il Bambino si rivolge porgendo la rosa, prefigurazione della sua Passione. L’opera rappresenta un mirabile esempio della poetica degli affetti perseguita attraverso lo stile “vago e divoto”. Il dipinto venne realizzato per la chiesa dei padri cappuccina di Crocicchia intorno al 1565, ed è un ex voto che l’artista dedicò per la guarigione di un malanno che l’aveva afflitto nell’ultima fase del soggiorno romano.
Il percorso espositivo evidenzia poi, anche delle novità caravaggesche, con la presenza , di un protagonista come Giovanni Baglione.
Un panorama vivacissimo proiettato, sullo sfondo di una fase di profondi mutamenti che vanno dal capriccio manieristico a un nuovo naturalismo, documentando una raffinata ricerca artistica: daTaddeo Boscoli a Domenico Tintoretto (figlio del Grande Jacopo), con la tela “L’Adorazione dei Magi”
Fino giungere all’ormai fatidico Seicento del Cavalier d’Arpino e di Baglione, con al centro la figura chiave della scena artistica in città tra il 1560 e il 1590 , di Gasparre Gasparini, qui documentata con la tela ”Madonna con il Bambino e Sant’Antonio da Padova (il dipinto datato 1584 di dimensioni medie, con un esiguo numero di figure e con uno squarcio sul paesaggio marchigiano, caratterizzato dalla presenza di un importante elemento architettonico, preannuncia una svolta della poetica di Gasparini verso un’intonazione devozionale indotta probabilmente dalla committenza), e il suo più importante allievo Giuseppe Bastiani ( in mostra presente con “Estasi di San Francesco e Incoronazione della Vergine un Particolare del quadro è diventato la copertina del catalogo e l’icona di richiamo alla rassegna marchigiana), campione della cultura sistiniana nel maceratese.
L’evenienza della messa in sicurezza del patrimonio artistico del santuario di Santa Maria delle Vergini a Macerata, dopo le conseguenze delle ripetute crisi sismiche, questa mostra e l’occasione per esporre i dipinti dello straordinario corredo della chiesa, alla luce di un ripensamento completo di quel cantiere e del suo ruolo nello svolgere artistico nelle Marche alla fine del XVI secolo.
Stefania Monteverde Assessore alla cultura del Comune di Macerata, nell’intervento istituzionale affidato al catalogo scrive:”Questa mostra nasce da lontano. Nasce dalla comunità di eredità, da quella comunità di patrimonio costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale e che desidera sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”.
Una rassegna dove potremo trovare opere dei grandi maestri della pittura della seconda Metà del Cinquecento a fianco di dipinti di allievi (sarebbero diventati famosi) che si affacciavano al mondo dell’arte di quel periodo lasciandoci opere di incomparabile bellezza e che potevano scomparire in una manciata di minuti terribili di distruzione sia alla nostra visione , che alle future generazioni.
Informazioni mostra: Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi 0733/256361
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Articolo pubblicato il 27/02/2018