Torino. Il terrorismo dei centri sociali provoca il formale sdegno delle Forze Politiche

Non si placano le polemiche. Intervengono, fuori dal coro, il segretario del Siap ed il capogruppo in consiglio comunale, Alberto Morano

Giovedì sera avrebbe potuto andare peggio, se il nuovo questore non avesse disposto il pronto intervento dei suoi uomini e se le rilevanti ferite provocate a un agente di polizia, lo avessero raggiunto in zone vitali.

Grazie all’impostazione preventiva della Questura si è evitata la tragedia, perché queste belve, come si rileva dai filmati erano disposte a tutto.

La storia di ripete, nel ’68 a giocare alla guerriglia, presto tramutata in terrorismo armato, c’erano il figlio ed il nipote di Carlo Donat Cattin. Quel Marco Donat Cattin che, sicuro dell’impunità, usava la linea privata del padre ministro per rivendicare attentati e ferimenti.

Per non parlare del nipote di un direttore dell’Unione Industriale del tempo e, tra gli altri, il figlio di un clinico illustre che, per meriti paterni, oggi troneggia a capo di un’Istituzione culturale Torinese privata.

Ieri, qualche attento osservatore, ci riferiva che sono stati individuati, intenti nella sassaiola, alcuni pargoletti di docenti universitari coccolati e lautamente retribuiti dalla Giunta Regionale.

I commenti del mondo politico sono di formale condanna, anche da parte di partiti e movimenti che hanno mantenuto rapporti torbidi con l’estremismo.

Esce dal coro colui che ogni giorno si confronta con lo stato d’animo degli agenti di polizia. “Dopo i nuovi incidenti di ieri, ci sarebbe solo voglia di mandare tutti a quel paese” commenta Pietro DI LORENZO, Segretario Generale Provinciale del SIAP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato.

Ma noi abbiamo una responsabilità. Contrariamente a molti, non intendiamo venirne meno e continuiamo a denunciare e richiamare l’attenzione delle Istituzioni”. Solo che questa volta siamo andati vicino alla morte di un poliziotto, a causa delle bombe carta piene di pezzi di ferro e chiodi, colpito solo per caso ad una gamba piuttosto che al collo o altra parte vitale”–insiste DI LORENZO– Prima o poi, se non si cambia registro, ciò succederà e ci dissociamo totalmente da pseudo attestati di vicinanza precipitosamente lanciati in rete da rappresentanti sindacali di categoria più interessati a proclamare il proprio antifascismo e militanza politica di sinistra piuttosto che tutelare veramente la vita dei poliziotti impiegati contro queste bande di delinquenti prive di qualsiasi dignità.

Da parte nostra NESSUNA INDULGENZA!”.

Ci auguriamo che i colpevoli, conclude Di Lorenzo, se e eventualmente individuati siano indagati per tentato omicidio e non per la risibile resistenza a pubblico ufficiale.

Nell’augurare pronta guarigione ai 6 colleghi feriti, dichiariamo fin d’ora che presenteremo in tal senso un esposto in Procura”

Esce dal coro dei commenti politicamente allineati anche il consigliere comunale Alberto Morano che così interviene:” Il Sindaco e l’amministrazione Cinque Stelle devono prendere le distanze dai centri sociali e dai comportamenti violenti e fuori dalle regole tenuti da simpatizzanti degli stessi. Il silenzio in questi momenti non è consentito alle istituzioni”.

“Non è tollerabile, prosegue Morano, che in un Paese democratico si consenta ad estremisti violenti di cercare di impedire ad altre forze politiche, quale che ne sia il colore non importa, di presentare liberamente i propri candidati alle elezioni.

Una città non può essere teatro di guerriglia urbana ed è grave che questa guerriglia cerchi di giustificarsi ricorrendo ad un presunto e mal riposto antifascismo.

L’antifascismo è per sua natura non violento e democratico”.

La campagna elettorale nel Paese è quasi terminata. Chissà come saranno i prossimi giorni.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/02/2018