L’Italia è tra i peggiori paesi d’Europa per corruzione percepita

A rivelarlo uno studio di Transparency International: solo Slovacchia, Croazia, Grecia, Romania, Ungheria e Bulgaria fanno peggio di noi. Soprese in agguato nella campagna elettorale, anche in Piemonte

La campagna elettorale è in pieno svolgimento. Oltre alle violenze crudeli ed esacerbate che si stanno consumando in più zone d’Italia, colpisce la gara a prospettare promesse, logicamente irrealizzabili, esaltate dai leader dei principali Partiti e Movimenti.

Purtroppo non si levano le voci di cittadini indignati per sentirsi gabbati e strumentalizzati da tante sfacciate dabbenaggini.

A prescindere da quel che potrà essere il colore del vincitore, le ultime poderose mance del Governo Gentiloni, comporteranno inevitabilmente una stretta fiscale, forse ancor prima dell’autunno.

Ma il 4 marzo sarà ormai passato, per cui la presa in giro dall’elettore potrà proseguire allegramente.

L’altro capitolo dolente, intimamente legato alla Politica, riguarda la corruzione.

L'Italia è infatti tra i paesi europei quello con un rilevante livello di corruzione. A rivelarlo è uno studio basato sull'indice di corruzione percepita secondo esperti e uomini d'affari in tutto il mondo.

Secondo l'indice di Transparency International, relativo al 2017 oltre due terzi dei paesi hanno un punteggio inferiore a 50, con un punteggio medio di 43. L'Italia occupa la 54esima posizione con un punteggio superiore a 50, uno dei peggiori dell'Unione Europea: fanno peggio solo Slovacchia, Croazia, Grecia, Romania, Ungheria e Bulgaria.

L'indice mostra anche una relazione tra il livello di corruzione percepito e il grado di libertà dei giornalisti. In base ai dati raccolti quasi tutti gli omicidi di giornalisti dal 2012 sono avvenuti in paesi con un alto livello di corruzione percepita.

Per tornare ai fatti nostri, hanno destato scalpore le notizie sulla presenza nelle liste elettorali, in posizioni vincenti, di figuri già condannati per reati contro la pubblica amministrazione, per non sottacere quei componenti delle Logge affaristiche presenti nelle liste del M5S.

Ma purtroppo non dobbiamo circoscrivere questi episodi come localizzati in regione ove l’indice di criminalità è ormai evidente e consolidato.

Se ci soffermiamo sul Piemonte, ha destano amarezza constare come l’ex sindaco di un importante cittadina dell’hinterland torinese, già rinviato a giudizio per truffa aggravata ai danni del comune di cui era sindaco e poi costretto, per opportunità a patteggiare la pena, troneggi spavaldo sui manifesti elettorali per riscuotere, quale compenso alla sua disonestà, uno scranno parlamentare.

Poi ci stupiremo, ancora una volta sulla diserzione delle urne!

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Articolo pubblicato il 23/02/2018