Candiolo (TO) - Ricercatore vince il prestigioso bando internazionale con un progetto di ricerca sul cancro al colon retto

Liliana Carbone per Civico20News

  Ha lasciato il prestigioso Massachusetts General Hospital Cancer Center di Boston un anno fa e carico del suo promettente bagaglio di studio medico-scientifico, oggi lavora all’Istituto di Candiolo per portare la sua esperienza di ricercatore nel campo dell’oncologia alle porte di Torino. E' lo spagnolo Carlos Sebastian, è nato a Barcellona e oggi è il responsabile del laboratorio del metabolismo del cancro di Candiolo ed è specializzato nello studio del metabolismo degli zuccheri nelle cellule tumorali.

 

Questo medico ha, tra gli altri, il merito di aver vinto il prestigioso bando internazionale Marie Curie lanciato dalla Commissione Europea grazie al suo progetto di ricerca sul cancro al colon retto, intitolato "Dinamica metabolica nel cancro colon rettale", che ha prevalso su quelli presentati da scienziati di tutto il mondo.

 

Al via lo studio sull'assorbimento e il metabolismo del glucosio nelle cellule cancerose

 

Per due anni il dottor Carlos Sebastian, grazie a questo premio, che va anche alle riconosciute dotazioni tecnologiche di Candiolo, ritenute eccellenti, usufruirà dei finanziamenti europei (circa 200 mila euro) per portare avanti nei laboratori di Candiolo gli studi sull'assorbimento e il metabolismo del glucosio (zucchero) nelle cellule cancerose, una ricerca d'avanguardia che  potrebbe aprire una strada molto promettente per bloccare lo sviluppo dei tumori attraverso la messa a punto di nuovi farmaci.

 

Il ricercatore spagnolo a Boston ha studiato la funzione di una particolare proteina, la Sirt6, nell'inibire il metabolismo dello zucchero. Un anno fa vinse il bando lanciato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo prevalendo su altri 30 candidati di tutto il mondo in una selezione di merito voluta dal professor Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di oncologia molecolare, per invertire il processo di cervelli in fuga che di solito segue la direzione opposta. «Ho scelto questo Istituto – afferma il ricercatore spagnolo - per il credito internazionale di cui gode, per le sue moderne dotazioni tecnologiche e per il buon coordinamento che esiste tra ricerca di base, traslazionale e clinica».

 

Da qui è partito tutto.

 

Nuovi fronti di ricerca per il tumore del colon retto

 

A Candiolo il dottor Sebastian porterà avanti le ricerche sull'eterogeneità metabolica dei tumori, cercherà cioè di investigare sul meccanismo degli zuccheri che favorisce il proliferare delle cellule tumorali. «Queste – spiega il ricercatore – sono eterogenee dal punto di vista genetico, per cui il tumore reagisce e resiste alle terapie, e per le proprietà metaboliche: utilizzeremo perciò organoidi  intestinali, una sorta di mini intestino creato e coltivato in vitro attraverso i campioni raccolti dai pazienti che ci consentiranno di analizzare l'eterogeneità metabolica ed il suo impatto nella progressione della malattia».

 

La presenza del dottor Carlos Sebastian ha arricchito le competenze scientifiche dell'Istituto, aprendo nuovi fronti di ricerca.  Ed è proprio grazie a questo suo profilo di scienziato che un anno fa vinse il bando lanciato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo.

 

«Nell'assegnare la vittoria al dottor Carlos Sebastian - spiega la professoressa Anna Sapino, Direttore Scientifico di Candiolo -, la Commissione Europea non ha solo riconosciuto la validità e le prospettive che apre il suo studio, ma ha anche l'eccellenza delle nostre infrastrutture, della piattaforma a lui dedicata per lo sviluppo della sua ricerca e l'autorevolezza internazionale  del suo supervisore, il professor Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare di Candiolo e che ha una prestigiosa carriera scientifica nel campo del tumore del colon retto».

 

«Il riconoscimento al dottor Sebastian - concludono la professoressa Sapino e il professor Bardelli - è anche la dimostrazione della qualità delle nostre ricerche, che possiamo svolgere grazie al sostegno che decine di migliaia di persone non ci hanno mai fatto mancare attraverso le donazioni alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro».

 

Liliana Carbone

 

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Articolo pubblicato il 24/02/2018