#Sanremo2018: la serata delle larghe intese

 

Benvenuti alla serata più inutile del programma di #Sanremo2018, o forse no.

 

Personalmente, delle edizioni targate Carlo Conti, apprezzavo molto la serata cover: fuori dal contesto del Festival, sicuramente, ma utile per giudicare meglio i partecipanti alla gara, al di là della canzone presentata in concorso.

 

Quest’anno, il Direttore Artistico, ha voluto togliere lo spazio cover, sostituendolo con una serata dove i cantanti in gara, potranno presentare il proprio brano insieme ad altri artisti, in duetto, trietto, quartetto, con la Banda d’Affori (il cui tamburo comanda cinquecentocinquanta pifferi), la Fanfara dei Bersaglieri o il coro degli Alpini.

Scherzi a parte, una serata come questa, può, e dico può, essere interessante, poichè la stessa canzone, la si può ascoltare da una prospettiva diversa, con un arrangiamento alternativo e magari, con una voce degna di questo nome, visto quello che è successo per certe interpretazioni, degne conseguenze della Legge Fornero.

Come dice il mio amico Franco, basterebbe abbassare le tonalità, vista l’età, mannaggia la rima, ma tant’è.

 

Venti “senior” (quanto mi piace questa definizione) e otto “junior” (dai mettiamola così), si alterneranno al microfono: una serata mastodontica, che durerà l’inverosimile e metterà a dura prova la resistenza dei telespettatori.

Attrezzatevi a dovere, amici lettori e, mi raccomando, seguite i consigli del Rag. Ugo Fantozzi, altrimenti rischiate di non arrivare alla fine della trasmissione.

 

Il rischio di non arrivare alla fine del programma, lo si corre fin dall’inizio: i tre conduttori, vestiti da metallari, che cantano “Heidi”, è da antologia del trash: #stendiamounvelopietoso, senza se e senza ma.

 

Viene annunciato il meccanismo della votazione, che stasera cambia: il televoto conterà per il 50%, la sala stampa per il 30% e la giuria di qualità per il 20%, presieduta da Pino Donaggio e che comprende Giovanni Allevi, Serena Autieri, Milly Carlucci, Gabriele Muccino, Rocco Papaleo, Mirca Rosciani, Andrea Scanzi.

 

Le Nuove Proposte aprono la serata. L’ordine di uscita: Leonardo Monteiro, Mirkoeilcane, Alice Caioli, Ultimo, 

 

Giulia Casieri, Mudimbi, Eva, Lorenzo Baglioni. Il verdetto sul vincitore sarà dato più tardi, nel corso della puntata.

Per chi scrive, consueta pausa sindacale, stasera raddoppiata.

 

Aperta parentesi: il brano di Mudimbi è paro paro a “Eroe” di Caparezza, tromba compresa. Ascoltare per credere. Grazie a Tina Rossi per la segalazione. Chiusa parentesi. 

Finisce finalmente l’agonia delle nuove proposte, di cui l’anno prossimo nessuno si ricorderà, anzi, forse già da domani, e si riprende.

 

Renzo Rubino con Serena Rossi apre finalmente la rassegna delle rivisitazioni: il rischio abbiocco è tangibile, mi servirebbe un caffè, ma oggi ne ho già bevuti troppi. Cominciamo bene, si fa per dire.

Le Vibrazioni con Skin, promettono scintille. E le mantengono. Tanta, ma tanta, ma tanta roba. Giù il cappello a chi ha portato il rock al Festival.

Noemi con Paola Turci. La prima al pianoforte la seconda Fender Telecaster al collo, e il brano ne guadagna. Ben congegnata l’alternanza delle voci. Piacevole, almeno stasera.

Mario Biondi con Ana Carolina e Daniel Jobmin. Il brano è già triste del suo, con l’arrangiamento bossanova è una morte. Con tutto il rispetto.

Annalisa con Michele Bravi. Talent allo stato puro. Il ragazzo, un anno dopo, è ancora nella fase della pubertà, non ha seguito il mio consiglio, e la voce ne risente. 

Lo Stato Sociale con Paolo Rossi e Il Piccolo Coro dell’Antoniano. Il “duetto” dà l’esatta collocazione di dove doveva essere presentato il brano: allo Zecchino d’Oro.

Se come credo, questa canzone vincerà il Festival, cambio mestiere, per poi fare come Renzi.

 

E’ il momento di Gianna Nannini che presenta “Fenomenale”. Gli anni passano per tutti, non solo per me, fortunatamente. Imbolsita, sembra asmatica. La canzone è noiosa, lontanissimi i tempi di “America”.

Immancabile il duetto baglioniano: “Amore bello”. Brividi, non lo nego. Forse la Gianna si è risparmiata proprio per il duetto. Brividi.

 

Riprende la gara con Max Gazzè con Rita Marcotulli e Roberto Gatto. Non sapevo suonasse il basso. Versione jazzata, Sanremo non è proprio il posto più adatto.

Per la terza sera vince il premio #versaceonthefloor. Non voglio sapere chi è lo stilista.

Piccolo spazio pubblicità ed è tempo di Decibel con Midge Ure. Problema con la chitarra per l’inventore della new-wave, ma una volta risolto è “Rage in eden”. Fra qualche anno, qualcuno si renderà conto di cosa è successo stasera, sul palco del Teatro Ariston. Monumentali.

Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico con Alessandro Preziosi. Sono fermamente convinto che ognuno debba

fare il proprio mestiere. E qui mi fermo.


Diodato e Roy Paci con Ghemon. Deludenti, se posso permettermi. Due voci anzichè una, nulla di più.

Facchinetti e Fogli con Giusy Ferreri. Qui lo dico e qui lo nego, a me la Giusy piace. Almeno ha una voce che si distingue dalla altre “talentuose”. Nonostante lei, la canzone e l’interpretazione degli ex-Pooh, non convince appieno.

 

E’ tempo di premiazioni: Alice Caioli vince il premio della Sala Stampa Lucio Dalla e Mirkoeilcane il premio della critica, sezione “Nuove Proposte”.

Ultimo vince il Festival dei giovani. Buon futuro a tutti, vincitori e vinti.

 

Prosegue la gara ed è la volta di Enzo Avitabile e Peppe Servillo con Avion Travel e Daby e Touré. Contaminazioni a go-go. Ricordi di notti africane, circondati dal deserto, passate a parlare davanti a un the alla menta.

 

Ermal Meta e Fabrizio Moro con Simone Cristicchi. Stasera mi sono piaciuti. Merito dell’ospite, artista davvero completo.

 

E’ la volta del consueto e divertente intermezzo, che stasera vede complice Federica Sciarelli, mitica conduttrice di Chi l’ha visto, sulle note di “E tu come stai?”.

 

Giovanni Caccamo con Arisa. Grazie anche no. Canta meglio lei, comunque.

Ron con Alice. Lei è sempre uguale, la sua voce-strumento pure. Ritorniamo indietro di trent’anni. Grazie Lucio, è anche merito tuo. Complimenti per la versione acustica.

Red Canzian con Marco Masini. Si, la canzone era perfetta per il mio amico Marco. Tanta roba, ma prima o poi la sentirò cantata solo dal fratello viola.

The Kolors con Tullio De Piscopo ed Enrico Nigiotti. Il Guru, che oggi ho avuto l’onore di conoscere, e solo il Guru,di noi batteristi, riesce a farmi digerire una minestra che proprio non riesce a piacermi.

 

Premio alla carriera per Milva. Cristiano Malgioglio ha vinto la sua battaglia personale, fra l’indifferenza quasi generale, mannaggia la rima.

 

Ma perchè quel tipo col pizzetto, ormai ingrigito, si ostina ad atteggiarsi a rocker, quando non lo è? Si merita un bel #stendiamounvelopietoso. 

 

Luca Barbarossa con Anna Foglietta. Vale lo stesso discorso fatto per Alessandro Preziosi, anche se la mia attrice italiana preferita canta bene, già si sapeva. Annamo!

Nina Zilli con Sergio Cammariere. Finalmente una canzone “stravolta” nell’arrangiamento, come dovrebbe essere, nello spirito della serata. L’unica. Bravi, vi meritate #alè-oò.

Chiudono la serata Elio e le storie tese con Neri Per Caso. Geniale. E non per la band che finalmente si scioglie. Reminescenze New Trolls.

 

Stasera la classifica non mi interessa, sinceramente è tardissimo e sono stanco.

Chiudo con una standing-ovation all’orchestra, #alè-oò anche per tutti i professori e un apprezzamento per lo stilista che stasera ha vestito Michelle Hunziker, che domani sarà gradita ospite in sala stampa Lucio Dalla.

Buonanotte, a domani per il gran finale.

 

Stay always Tuned !!! 

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Articolo pubblicato il 10/02/2018