Il Piemonte è immobile?

Troppo pochi i bandi pubblici. Netto intervento del presidente di Aniem Piemonte, Marco Razzetti

Tutt'altro che positiva l'analisi della rappresentanza regionale dell'Associazione Nazionale delle Imprese Edili e Manifatturiere, sui dati del comparto edile piemontese per l’anno 2017.

Sintetizzando quanto emerge dall'indagine, l'associazione di categoria rileva che "emerge un preoccupante divario rispetto alle altre regioni equiparabili in termini di opportunità generate dai bandi di gara nelle principali categorie di lavori: ammontano infatti a 586 i bandi pubblicati per il settore edile in Piemonte nel 2017, a fronte dei 1.180 pubblicati in Lombardia.

Sostanzialmente le PMI piemontesi hanno la metà delle opportunità rispetto alle imprese lombarde. Un dato che ci preoccupa anche alla luce del confronto con altre regioni, come l’Emilia Romagnia, con 602 bandi pubblicati nell’arco dello stesso anno".

I primi numeri per il nuovo anno, purtroppo, non sembrano suggerire qualche segnale di positiva inversione di tendenza:

67 bandi pubblici pubblicati in Piemonte, 117 in Lombardia ed 83 in Emilia.

In valore assoluto, nell'anno appena trascorso, c'è stato un segno più: troppo labile, però, per indicare una svolta e l'uscita dalla crisi.

Da qui il netto e duro giudizio del presidente Marco Razzetti:

“Il Piemonte è in attesa di confrontarsi con importanti opere come la Torino-Lione, ma continua a perdere competitività in termini di opere pubbliche e innovazione, ostaggio dell’immobilismo generato da una mancanza di riflessione profonda tra politica e parti sociali”.

Non basta la disponibilità, anche progettuale, delle imprese e delle loro rappresentante, si sembra sostenere, se la politica non imprime un campo di passo.

Un Piemonte immobile? Forse non proprio, ma il dinamismo è un'altra cosa. Almeno stando a quanto si coglie dall'angolo prospettico dell'edilizia.

Marco Margrita

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Articolo pubblicato il 09/02/2018