#Sanremo2018: terza serata, all'insegna dell'inciucio.

 

Siamo in Italia, quindi, fatta la legge, trovato l’inganno: Ermal Meta e Fabrizio Moro sono ufficialmente riammessi alla gara, tra l’imbarazzo dei vertici RAI e il rischio di “scucimento” del lifting del Direttore Artistico, messo a dura prova dalla tensione.

Il classico inciucio all’italiana ha risolto la questione, che può essere riassunta in poche parole: una canzone per essere “nuova”, basta che copi solo un minuto di una canzone “vecchia”, come ha sottolineato il mio amico Mariano della Morte, praticamente il primo ad accorgersi dell’inghippo.

 

In questo modo si crea un pericolosissimo precedente: l’anno prossimo chiunque potrà citare ad esempio “Non è Francesca” di Mogol-Battisti, magari per 59’’ (meno del 30% consentito), giusto per non esagerare, ed essere ammesso alla gara.

Inoltre non si può parlare di reddito derivante dal brano perchè anche se è depositato in SIAE, l'importante è che tale reddito non l'abbia prodotto QUELLA canzone in gara. Mah....

Credo che #stendiamounvelopietoso sia il minimo.

 

Che poi, tra l’altro, stiamo a disquisire di una canzone palesemente copiata, ripeto, palesemente copiata, mentre il brano assolutamente inedito e, fidatevi, bellissimo di Gatto Panceri è stato escluso da #Sanremo2018.

Secondo #stendiamounvelopietoso meritato anche questo.

 

Comunque, polemiche a parte, che sono comunque il sale del Festival, e mancata conferenza stampa del duo incriminato, e poi assolto, a parte (ma c’era da aspettarselo), vado a raccontarvi, in diretta dalla sala stampa, la terza serata: il programma comprende i dieci “senior” che non si sono esibiti ieri sera e altre quattro “giovani” proposte.

Anche stasera analizzeremo i testi delle canzoni, cosa che, a quanto pare, ha riscontrato la vostra approvazione e il vostro interesse: vi ringrazio, la cosa mi fa davvero piacere.

 

Via”, a sorpresa, apre la serata: Claudio Baglioni, chitarra a tracolla, finalmente “Solo”, senza duetti e trietti, canta il brano, presentato con un arrangiamento molto roccheggiante, studiato da Geoff Westley. Grande. Standing ovation e #alè-oò di diritto.

 

Si comincia con le nuove proposte, che stasera sono: Mudimbi, Eva, Ultimo e Leonardo Monteiro.

Non sto ad annoiarvi sul mio pensiero relativo ai giovani: lo sapete già.

Pausa sindacale, che mi spetta di diritto.

Vince la puntata di stasera, per dovere di cronaca, Mudimbi, che da quanto ho potuto sentire, mi pare un clone di Caparezza. Mah.

Domani sera verrà annunciato il vincitore assoluto. Ho paura.

 

Comincia la gara dei big con Giovanni Caccamo, “Eterno”: “E non volere niente, soltanto gli occhi tuoi, per sempre gli occhi tuoi. E non capire niente, a parte che l’amore può salvare”. L’ho conosciuto oggi in sala stampa. Bravo ragazzo, ma soporifero, anche quando parla, soprattutto quando canta.

Secondi a presentarsi sul palco Lo Stato Sociale, “Una vita in vacanza”: “Perche lo fai? Perche non te ne vai?”. Mai testo risulta più appropriato. Vattene tu e la vecchia. E lascia in pace Rino Gaetano. Grazie a Gloria da Torino per la segnalazione.

Grande Virginia Raffaele nel prendere in giro il Direttore Artistico. Grandissima.

Si può far ridere senza cadere nel volgare. E canta pure bene.

 

Ancora ospiti, e la gara latita: Negramaro. Non ho mai capito perchè per cantare belle canzoni, bellissimi testi, si debba piagnucolare.

Non male la cover duettata di “Poster”, anche se la versione dei New Trolls è un’altra cosa.

 

Finalmente riprende la gara, tocca a Luca Barbarossa, “Passame er sale”: “Se semo amati, feriti, traditi e accarezzati. Se semo presi lasciati, pentiti e ritrovati”. Il testo è poesia pura, ma la musica rimanda troppo allo stornello in stile Lando Fiorini. Rimane un grande, anche perchè siamo coetanei, e scusate se è poco.

Seguono Enzo Avitabile e Peppe Servillo, “Il coraggio di ogni giorno”: “Lauda lu mare e tienete a terra. Luce fa juorno e sera”. Ribadisco: contaminazioni come solo gli artisti napoletani sanno fare. Bellissimo il testo di Pacifico. Mi piace assai.

 

Ennesima pausa, che due maroni, protagonista Pierfrancesco.

 

E’ la volta di Max Gazzè, “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”: “Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò”. Una favola, tradizione del folklore pugliese, che dedico al mio amico Mimmo da Bari.

La giacca però è inguardabile: #versaceonthefloor.

Si prosegue con Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, “Il segreto del tempo”: “Sei fragile e vuoi scappare dalla vertigine dell’età, per non sentire che sei da solo davanti a te”. Leggermente, ma solo leggermente, meglio l’interpretazione, rispetto all’esordio. Anche in questo caso, il testo di Pacifico è molto toccante.

Tocca ai due mariuoli, Ermal MetaFabrizio Moro, “Non mi avete fatto niente”: “Questo corpo enorme che noi chiamiamo Terra, ferito nei suoi organi dall’Asia all’Inghilterra”. Platea e sala stampa freddine freddine. Chissa come mai. Aspetto la votazione per conferme o smentite.

Scollatissima Noemi, “Non smettere mai di cercarmi”: “Ci pensi mai a quello che è stato quando dici che era tutto sbagliato”. Voce e canzone da talent e qualent, ma almeno lei è tra le prime e vanta il più alto primato di imitazioni in questo festival: Alice, Annalise e compagnia bella.

 

Ora in religioso silenzio ascoltiamo James Taylor. Il menestrello di Boston trasforma da par suo il “Rigoletto” e sono brividi. Non sa assolutamente cosa sia il Festival e non conosce Baglioni, ma forse è giusto così. Lui è un altro pianeta. La sua voce, la sua chitarra sono semplicemente “Fire and rain”.

 

Poi è la volta di “You’ve got a friend” in duetto con Giorgia. Per me la serata finisce qui. Magia.

 

E’ dura riprendere, con The Kolors poi, ma comunque, “Frida (mai mai mai)”: “Ma un fiore prima o poi arriva, che questa vita dicono non è cattiva”. Vabbè. In America hanno J.T. noi Stash, e forse ce lo meritiamo. Anche perchè J.T. non sputa sul pubblico.


Nuova gag che vede protagonista il Dittatore Artistico, sulle note di “Sabato pomeriggio”, stavolta in combutta con Anna D’aquino, mezzobusto del TG1.

 

Poi Claudio e Danilo Rea, col suo magico pianoforte: commovente tributo a Fabrizio De Andrè, “Canzone dell’amore perduto” con la voce di Gino Paoli, a seguire “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, e “Una lunga storia d’amore”, capolavoro del grande Gino.

Questa è la musica italiana. Applausi.

 

Chiude la serie dei cantanti in gara Mario Biondi, “Rivederti”: “Entra se vuoi ma non pensare a niente, vieni resta se puoi, ma non fingiamo sia per sempre”. Ma dice anche: “...ha il sapore dell’eternità...” mi ricorda qualcosa, qualcuno, miei amici... Stasera grande interpretazione, comunque. Bravo. 

 

In attesa dei risultati arriva Nino Frassica, “simpatia Zeman” lontano dalle telecamere, per la consueta marchetta, stavolta a “Don Matteo”. Tristezza, ma di marchette ne riparleremo, promesso.

 

Anche stasera abbiamo fatto le ore piccole, ma mi incuriosisce la classifica, e quindi aspetto i risultati, nonostante la palpebra cominci a calarmi.

Ennesima marchetta a “E’ arrivata la felicità 2” protagonisti Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria che però regalano una versione intensa di “Sarà per te”, indimenticato brano di Francesco Nuti.

 

Finalmente la classifica: come da copione i mariuoli sono nella zona blu.

Inciucio all’italiana.

 

Stay Always Tuned !!!

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/02/2018