Strasburgo - "Immigration Loans": così le ONG finanziano l'immigrazione anzichè la crescita.

Anziché incentivare le attività del luogo, si finanzia lo spopolamento.

Ricorre sovente la riflessione su chi sia a finanziare il viaggio sulle carrette del mare di migliaia di migranti economici che, pur non avendo i requisiti per il diritto di asilo, intraprendono un cammino rischioso alla mercé degli scafisti al fine di giungere sulle coste italiane.

Se lo chiede anche Mario BORGHEZIO, parlamentare europeo della Lega Nord, che afferma come oltre alle varie reti criminali ci sia di più:

"Diverse fonti segnalano una correlazione tra l’affermarsi del microcredito e l’aumento dei flussi, specialmente in paesi come il Bangladesh, da cui negli ultimi anni proviene gran parte degli immigrati diretti verso l’Italia. Iniziative nate da ONG a partire dagli anni ’80 per finanziare nei paesi in via di sviluppo, con tassi e tempi calmierati, l’economia di sussistenza e lo sviluppo di attività perlopiù agricole o artigianali, si sono via via riconvertite allo spirito del business finanziario ed oggi creano un vero e proprio incentivo all’emigrazione con i cosiddetti “immigration loans”, molto più sicuri e redditizi".

I dati confermano che BRAC (Bangladesh Rural Advancement Committee), importante ONG internazionale, a giugno 2016 aveva contribuito a finanziare ben 194.000 partenze, di cui poi aveva seguito metodicamente anche i rimborsi. A ciò si sono poi aggiunti i prestiti a famiglie locali che fanno affidamento sulle rimesse di un parente (a giugno 2016 ben 40.000 famiglie).

Così anziché incentivare le attività del luogo, si finanzia lo spopolamento.

"ben sapendo che la grande maggioranza di queste rimesse, anche quando riescono a ripagare il capitale, sono destinate ad un puro e semplice sostentamento e non a sviluppare nuove attività”.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 08/02/2018